cristina : [post n° 421289]
presentazione cila al comune di Napoli
salve a tutti , volevo presentare un cila , ammetto che non ne faccio tante di istanze, ma ho scoperto che da quest'anno bisogna inviare on line oltre alla documentazione tecnica anche a lettera d'incarico e il modello dp ,ovvero una dichiarazione di pagamento dove è indicato oltre alla partita iva ,che non ho, anche il numero della fattura che il committente dovrebbe pagarmi in anticipo alla consegna della pratica Cila . Qualcuno sa spiegarmi come posso fare no avendo ne la partita iva ne un committente che mi paghi tutto in anticipo? la mancata presentazione di questa dichiarazione bloccherebbe l'accettazione della pratica
Bene. Perdonami, ma allora questa è una cosa buona per evitare la concorrenza scorretta di chi non ha p.iva.
Scusa Cristina ma ti consiglio di informarti. A quanto pare la pratica del comune di Napoli e' una buona cosa per evitare il tuo modus operandi. Dovresti aprire partita iva, pagare inarcassa e attivare una polizza rc professionale.
Magari fossero documenti obbligatori in tutti i comuni, sigh.
Magari fossero documenti obbligatori in tutti i comuni, sigh.
vuoi esercitare? ti apri partita iva, ti iscrivi a inarcassa, ti fai l'assicurazione professionale obbligatoria e fai l'architetto. altrimenti limitati a fare la disegnatrice come fanno i commessi dei negozi di arredamento
Comprendo il malessere generale, ma, ragazzi cari, esiste la prestazione occasionale.
Cristina, al posto della fattura, credo tu possa emettere una quietanza di pagamento ed allegarla al modello precompilato. Ti confermo che è legge il blocco della pratica senza prova dell'avvenuto pagamento delle competenze del tecnico incaricato, puoi decidere di emettere la quietanza anche se non sei stata ancora regolata, a tuo rischio, ovviamente. Io ti consiglierei di farti pagare e spiegare che senza quietanza la pratica si blocca, e che ciò non dipende da te, senza entrare nel merito della possibilità di emettere la quieetanza e poi farti pagare successivamente. Questa legge nasce proprio per venirci in soccorso, sfruttiamola!
In ogni caso, è sempre buona norma, eventualmente, farsi un giretto nell'ufficio di competenza per ulteriori delucidazioni.
Cristina, al posto della fattura, credo tu possa emettere una quietanza di pagamento ed allegarla al modello precompilato. Ti confermo che è legge il blocco della pratica senza prova dell'avvenuto pagamento delle competenze del tecnico incaricato, puoi decidere di emettere la quietanza anche se non sei stata ancora regolata, a tuo rischio, ovviamente. Io ti consiglierei di farti pagare e spiegare che senza quietanza la pratica si blocca, e che ciò non dipende da te, senza entrare nel merito della possibilità di emettere la quieetanza e poi farti pagare successivamente. Questa legge nasce proprio per venirci in soccorso, sfruttiamola!
In ogni caso, è sempre buona norma, eventualmente, farsi un giretto nell'ufficio di competenza per ulteriori delucidazioni.
no caro arko. citando la legge Biagi art. 61 comma 3, riguardo contratti a progetto e prestazioni occasionali: “sono escluse dal campo di applicazione del presente capo le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali.
capisco ma il fisco mi da la possibilità di emettere ritenute d'acconto per 5000 euro all'anno, se avessi la possibilità di guadagnare di più mi aprirei partita iva ben volentieri, purtroppo anni fa la chiusi perchè gli utili erano minimi e non potevo mantenere inarcassa...
è facile sentenziare senza conoscere la situazione personale e i motivi per cui non posso aprirmi la partita iva, pagare inarcassa e assicurazione , mi aspettavo una soluzione meno ovvia al mio quesito. Ho sempre emesso ritenute d'acconto quando la mia malattia mi ha permesso di lavorare un pò e no ho mai lavorato a nero come fanno molti colleghi, forse dovresti essere più rancoroso con queste persone
la ritenuta d'acconto è sì legale, ma non è ammessa per chi esercita una professione per cuis erve l'iscrizione all'albo. secondo il tuo ragionamento, tutti noi dovremmo fare i furni come te: sai che pacchia non pagare inarcassa nè le tasse perchè tanto abbiamo al nostra bella ritenutina d'acconto? e ci porteremmo a casa di più che non facendo le cose a norma di legge!
qui c'è gente che stringe i denti e fattura 10 milla lordi l'anno, oppure che si è fatta due conti, ha chiuso partita iva e preso altre direzioni.
quello che fai tu è illegale.
qui c'è gente che stringe i denti e fattura 10 milla lordi l'anno, oppure che si è fatta due conti, ha chiuso partita iva e preso altre direzioni.
quello che fai tu è illegale.
cristina ti sono vicina ma il fisco a noi architetti non da' quella possibilita'.
purtroppo non esiste altra soluzione che mettersi in regola, pensa che dovremmo anche adoperarci con un pos per i pagamenti!! e su quello ammetto di essere fuori legge.
poi per quello che riguarda il pagamento anticipato della parcella di una cila: se vogliamo applicare la legge alla lettera, una volta confezionata la pratica e inoltrata il nostro lavoro finisce, per cui ci sta tutto pretendere il compenso.
purtroppo non esiste altra soluzione che mettersi in regola, pensa che dovremmo anche adoperarci con un pos per i pagamenti!! e su quello ammetto di essere fuori legge.
poi per quello che riguarda il pagamento anticipato della parcella di una cila: se vogliamo applicare la legge alla lettera, una volta confezionata la pratica e inoltrata il nostro lavoro finisce, per cui ci sta tutto pretendere il compenso.
se vuoi posso darti una mano ho esperienza partita iva assicurazione e tutto quanto necessario. Ho studio a Napoli
Cristina, Arko: vi faccio una breve cronistoria del tema.
La legge Biagi impediva agli iscritti agli albi professionali di lavorare senza emettere fattura. Tra la metà e la fine del 2014, tuttavia, arriva il Jobs act, che abroga proprio gli articoli interessati della legge Biagi, sostitutendoli con una formulazione che lascia spazio per dubbi intepretativi. A questo punto molti Ordini profesisonali locali pongono quesiti ufficiali agli Ordini nazionali. In particolare, il centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, in risposta a una di queste richieste, sostiente la possibilità che un dipendente possa esercitare la professione senza partita IVA. Inarcassa legge la nota, si insospettisce e la sottopone al MEF.
Il MEF, come sappiamo autorità maxima suprema, chiarisce che quell'interpretazione è errata, e che quando un professionista iscritto all'albo esercita la professione DEVE soggiaciere alla disciplina da lavoro autonomo (notiamo: quando esercita, non quando disegna per altri, scrive un articolo o vende torte). Il MEF chiarisce che il senso è proprio quello di evitare l' "effetto dumping", in parole povere la concorrenza sleale, come scrivono i colleghi qui sopra. Perché, stante il sistema contributivo imposto da Inarcassa, di questo si tratterebbe.
Purtroppo molti commercialisti non conoscono questi aspetti della normativa e danno indicazioni errate, salvo poi non avere alcuna repsonsabilità in caso di accertamento fiscale.
La legge Biagi impediva agli iscritti agli albi professionali di lavorare senza emettere fattura. Tra la metà e la fine del 2014, tuttavia, arriva il Jobs act, che abroga proprio gli articoli interessati della legge Biagi, sostitutendoli con una formulazione che lascia spazio per dubbi intepretativi. A questo punto molti Ordini profesisonali locali pongono quesiti ufficiali agli Ordini nazionali. In particolare, il centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, in risposta a una di queste richieste, sostiente la possibilità che un dipendente possa esercitare la professione senza partita IVA. Inarcassa legge la nota, si insospettisce e la sottopone al MEF.
Il MEF, come sappiamo autorità maxima suprema, chiarisce che quell'interpretazione è errata, e che quando un professionista iscritto all'albo esercita la professione DEVE soggiaciere alla disciplina da lavoro autonomo (notiamo: quando esercita, non quando disegna per altri, scrive un articolo o vende torte). Il MEF chiarisce che il senso è proprio quello di evitare l' "effetto dumping", in parole povere la concorrenza sleale, come scrivono i colleghi qui sopra. Perché, stante il sistema contributivo imposto da Inarcassa, di questo si tratterebbe.
Purtroppo molti commercialisti non conoscono questi aspetti della normativa e danno indicazioni errate, salvo poi non avere alcuna repsonsabilità in caso di accertamento fiscale.
Scusa, arch_mb, visto che sei molto preparato... (di sicuro più del mio commercialista).
Se uno svolge più attività, ad esempio scrivo articoli e vendo torte, il limite di 5.000 euro comprende entrambe le attività?
Se uno svolge più attività, ad esempio scrivo articoli e vendo torte, il limite di 5.000 euro comprende entrambe le attività?
Ahah, no ecco... no. Mi sono interessata al tema solo perché ne ho avuto bisogno personalmente. Per il massimo di 5.000 E, a naso ti direi proprio di si, li considererei in senso fiscale. Ma questo si, sicuramente il commercialista lo sa meglio di me :-)