Mi trovo a dover presentare una SCIA relativa all'ammodernamento strutturale di una tettoia pertinenziale ad un fabbricato agricolo isolato. La tettoia verte in evidente stato di precarietà strutturale e risulta addossata ad un fabbricato a cui il comune ha attribuito intervento massimo di Restauro e risanamento conservativo.
La tettoia non presenta alcun tipo di fondazione ed è semplicemente costituita da un solaio in laterocemento poggiato su due pilastri in muratura. Questo di fatto mi obbliga ad uno smantellamento completo della tettoia dato che sono obbligato non solo a realizzare due nuovi pilastri strutturali ma anche a provvedere alla realizzazione della platea di fondazione. chiaramente la tettoia come tutto il manufatto presuppone un intervento massimo di ReR ma di fatto il mio intervento ricadrebbe in una Ristrutturazione edilizia svolgendo di fatto una demolizione e ricostruzione. Come posso comportarmi? la voce di ReR ammette "il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio" (ed io di fatto ne rinnoverei appunto una porzione). Mi è stato consigliato di sostituire una porzione alla volta cosi da non incorrere in un effettiva demolizione ma sinceramente la trovo una strada proceduralmente assurda (soprattutto dal punto di vista della sicurezza dato che dovrei far lavorare l'impresa sotto una porzione a sbalzo per realizzare le fondamenta).
Consigli?
Edoardo : [post n° 423924]
Demolizione e ricostruzione tettoia pertinenziale
Al di là delle questioni formali, che portano a derive kafkiane, andrei alla sostanza. Se per il fabbricato è ammesso il solo restauro significa che gli sono riconosciuti elementi di pregio. Da quello che scrivi, mi sembra non sia lo stesso per la tettoia. Se la tettoia è una superfetazione, parlerei con il comune e chiederei di concordare un percorso che la escluda dall'obbligo del solo ReR. Se, viceversa, della tettoia si considera importante il mantenimento delle caratteristiche storiche, si apre un altro discorso che porta a soluzioni progettuali diverse
La tettoia non ha alcun pregio ed è effettivamente una superfetazione. Il comune mi dice che se la demolisco non posso ricrearla perchè tra le voci del ReR è appunto assimilata la sola rimozione delle superfetazioni ed una ricostruzione implicherebbe di fatto una ricostruzione non ammessa. Chiaramente i proprietari non vogliono rinunciarvi.
A livello pratico dovrei quindi puntellare il solaio, rimuovere i pilastri, creare la fondazione e necessariamente affogare le basi dei puntelli. Poi procedere alla creazione dei nuovi pilastri e solo dopo ricostruire il solaio. Tutto ovviamente ricreando una struttura identica alla precedente. Il risultato finale sarebbe il medesimo di una demolizione e ricostruzione con l'unica differenza che non avrei mai la struttura completamente demolita. Sono leggermente disorientato
A livello pratico dovrei quindi puntellare il solaio, rimuovere i pilastri, creare la fondazione e necessariamente affogare le basi dei puntelli. Poi procedere alla creazione dei nuovi pilastri e solo dopo ricostruire il solaio. Tutto ovviamente ricreando una struttura identica alla precedente. Il risultato finale sarebbe il medesimo di una demolizione e ricostruzione con l'unica differenza che non avrei mai la struttura completamente demolita. Sono leggermente disorientato
Mah, tornerei sempre a quel che vuole il comune.
Se, considerandola superfetazione, la vorrebbe vedere abbattuta, sarebbe insenstao che accettasse la tua acrobazia come "restauro", perché stai effettivamente "ristrutturando".
Se invece al comune non interessa se la tettoia c'è o non c'è, ma si arena sulla sola norma - regola che per inciso esso stesso si è dato -, e ti costringe, per permetterti una demolizione e ricostruzione, a tirare all'osso la definizione di restauro conservativo e a fare acrobazie costruttive... Sei di fronte a un caso di serpente burocratico.
Non so con chi tu abbia parlato. Se abiti in un comune in cui è possibile avere un dialogo diretto, e hai un soggetto scaltro cui rivolgerti (amministratore, dirigente, quadro), ti consiglierei di ricorrervi.
Di solito ragionando nelle pieghe delle norme e delle definizoni si riesce a trovare una soluzione; certo non arriverei mai a fare mai spendere tempo, soldi e fatica per una cosa come quella che hai prefigurato tu. Se la soluzione proprio non si trova, ti farei rinunciare all'intervento. O guardando la cosa da altri punti di vista, proporrei strade alternative. Ma lo slalom costruttivo lo trovo, personalmente, iniquo e insensato.
Se, considerandola superfetazione, la vorrebbe vedere abbattuta, sarebbe insenstao che accettasse la tua acrobazia come "restauro", perché stai effettivamente "ristrutturando".
Se invece al comune non interessa se la tettoia c'è o non c'è, ma si arena sulla sola norma - regola che per inciso esso stesso si è dato -, e ti costringe, per permetterti una demolizione e ricostruzione, a tirare all'osso la definizione di restauro conservativo e a fare acrobazie costruttive... Sei di fronte a un caso di serpente burocratico.
Non so con chi tu abbia parlato. Se abiti in un comune in cui è possibile avere un dialogo diretto, e hai un soggetto scaltro cui rivolgerti (amministratore, dirigente, quadro), ti consiglierei di ricorrervi.
Di solito ragionando nelle pieghe delle norme e delle definizoni si riesce a trovare una soluzione; certo non arriverei mai a fare mai spendere tempo, soldi e fatica per una cosa come quella che hai prefigurato tu. Se la soluzione proprio non si trova, ti farei rinunciare all'intervento. O guardando la cosa da altri punti di vista, proporrei strade alternative. Ma lo slalom costruttivo lo trovo, personalmente, iniquo e insensato.