Buongiorno a tutti,
sono alla mia prima pratica SCIA svolta in autonomia.
Vorrei un chiarimento sui rapporti aeroilluminanti di un edificio, in un vano della residenza i rapporti non sono verificati già dal momento della costruzione ante 1942.
Come posso presentare in questo cado la pratica?
Grazie
Viviana+R. : [post n° 431531]
RAPPORTI AEROILLUMINANTI
In teoria, i RAI vanno rispettati anche quando si interviene su preesistenze.
Tuttavia, devi verificare se i regolamenti comunali prevedono - come spesso accade - particolari deroghe per gli edifici storici.
Tuttavia, devi verificare se i regolamenti comunali prevedono - come spesso accade - particolari deroghe per gli edifici storici.
Non è detto che tu voglia, ma soprattutto, possa intervenire sui prospetti per verificare il RAI di quel locale. Chiedi all'U.T. locale, ma solitamente, per ovvie ragioni, se il tuo intervento non prevede variazioni di superficie di quel locale, il RAI rimane com'era. Se invece il tuo intervento comporta il rilascio di una nuova agibilità e/o modifiche alla S.U. di quello specifico locale, probabilmente dovrai adeguare il tutto alla normativa igienico sanitaria. L'alternativa è derogare asseverando/dimostrando cl'impossibilità alla modifica delle aperture o all'inserimento, ad esempio, di impianti in grado di sopperire alla mancanza.
Io in questi casi ho sempre grosse perplessità.
A parte consultare i regolamenti edilizi e parlare con i tecnici dei sue di competenza, va sempre tenuto conto che in un intervento edilizio, anche parziale, il RAI andrebbe scritto e verificato in tutti gli ambienti quindi il problema della non conformità secondo me c'è sempre anche quando il nostro intervento non interessa il locale in cui sussiste il problema del RAI.
A complicare le cose c'è il fatto che ad oggi anche per interventi di modestissima entità teoricamente c'è da rifare la SCA per l'agibilità quindi si va inevitabilmente a toccare la materia dell'agibilità con tutto quello che questo comporta in merito al RAI.
Insomma c'è da valutare bene perchè sono situazioni parecchio rognose e, almeno personalmente, tendo a trattare caso per caso in maniera differente.
A parte consultare i regolamenti edilizi e parlare con i tecnici dei sue di competenza, va sempre tenuto conto che in un intervento edilizio, anche parziale, il RAI andrebbe scritto e verificato in tutti gli ambienti quindi il problema della non conformità secondo me c'è sempre anche quando il nostro intervento non interessa il locale in cui sussiste il problema del RAI.
A complicare le cose c'è il fatto che ad oggi anche per interventi di modestissima entità teoricamente c'è da rifare la SCA per l'agibilità quindi si va inevitabilmente a toccare la materia dell'agibilità con tutto quello che questo comporta in merito al RAI.
Insomma c'è da valutare bene perchè sono situazioni parecchio rognose e, almeno personalmente, tendo a trattare caso per caso in maniera differente.
L'argomento più spinoso del mondo.
I rapporti aeroilluminanti sono una indice sanitario che spesso molti tecnici tralasciano e si affidano al caro vecchio "era già cosi ed io non vado a peggiorarlo"
La verità come giustamente dice FranzArch è che nel momento di redazione di una pratica e ancora di più nell'atto di presentazione di un agibilità siamo chiamati alla verifica della situazione sanitaria attuale e quindi ad attestarne o meno la rispondenza a prescindere da quella che era la situazione ante normativa o ante regolamento.
In ogni caso se il tuo locale non arriva al famigerato ottavo del 5 luglio 1975 come ben ti suggeriscono, una soluzione è verificare se il regolamento comunale permettere di soddisfare un requisito meno stringente (1/10, 1/14, 1/20) per edifici già esistenti o tutelati. Alcune regioni invece hanno delle regolamentazioni specifiche per determinate categorie di fabbricati (per gli agriturismi ad esempio),
Se neanche in questo modo riesci a raggiungere i requisiti di abitabilità la soluzione ultima è quella di dichiarare necessariamente che il tuo locale non è un locale destinato alla presenza continuativa di persone e dunque un ambiente che rientra tra quelli elencati all'art.5 del Decreto ministeriale
Io mi sento sempre in dovere di sottolineare che i rapporti aeroilluminanti (nello specifico l'1/8) come da normativa nazionale sono richiesti solo per alcuni ambienti dell'abitazione e non per tutti. Dunque una camera non rispetta i requisiti? Non può essere camera ma può benissimo essere un ripostiglio (amministrativamente parlando poi uno ci fa quello che vuole).
I rapporti aeroilluminanti sono una indice sanitario che spesso molti tecnici tralasciano e si affidano al caro vecchio "era già cosi ed io non vado a peggiorarlo"
La verità come giustamente dice FranzArch è che nel momento di redazione di una pratica e ancora di più nell'atto di presentazione di un agibilità siamo chiamati alla verifica della situazione sanitaria attuale e quindi ad attestarne o meno la rispondenza a prescindere da quella che era la situazione ante normativa o ante regolamento.
In ogni caso se il tuo locale non arriva al famigerato ottavo del 5 luglio 1975 come ben ti suggeriscono, una soluzione è verificare se il regolamento comunale permettere di soddisfare un requisito meno stringente (1/10, 1/14, 1/20) per edifici già esistenti o tutelati. Alcune regioni invece hanno delle regolamentazioni specifiche per determinate categorie di fabbricati (per gli agriturismi ad esempio),
Se neanche in questo modo riesci a raggiungere i requisiti di abitabilità la soluzione ultima è quella di dichiarare necessariamente che il tuo locale non è un locale destinato alla presenza continuativa di persone e dunque un ambiente che rientra tra quelli elencati all'art.5 del Decreto ministeriale
Io mi sento sempre in dovere di sottolineare che i rapporti aeroilluminanti (nello specifico l'1/8) come da normativa nazionale sono richiesti solo per alcuni ambienti dell'abitazione e non per tutti. Dunque una camera non rispetta i requisiti? Non può essere camera ma può benissimo essere un ripostiglio (amministrativamente parlando poi uno ci fa quello che vuole).