buonasera vi vorrei portare all'attenzione la mia situazione per effettuare lavori al 110% con il super ecobonus.
Sono proprietario assieme a mio fratello di un'abitazione divisa in due appartamenti ognuno con un entrata indipendente ed un numero civico diverso ognuna con propri contatori.
siamo proprietari dell'intera abitazione al 50%ognuno, per cui ogni appartamento 50 io 50 mio fratello.
volevamo fare dei lavori per con il 110% super ecobonus
i lavori sarebbero il 25% del cappotto e coibentazione del tetto.
poi sostituzione impianto termico ed infissi.
il termotecnico da noi interpellato ci comunica che per effettuare i lavori nelle parti comuni(tetto e cappotto) dobbiamo fare la divisione degli appartamenti, uno intestato a me, uno a mio fratello, e creare un condominio minino, dopo diche si possono effettuare i lavori al 110 sulle parti comuni (cappotto e tetto) vi chiedo cortesemente è cosi la norma??
appurato questo, posso dividere in sede di scontistica i lavori cosi?
1 cappotto e coibentazione del tetto sconto in fattura con l'impresa edile?
2 sostituzione impianto termico e infissi cessione del credito ad istituto di credito??
Attendo cortesemente risposta Andrea, grazie
kappio71 : [post n° 440379]
super ecobonus 110
"dobbiamo fare la divisione degli appartamenti, uno intestato a me, uno a mio fratello" solo per fare questa operazione, ammesso che al catasto ed in comune la situazione di fatto sia aggiornata, e passaggio al notaio per scambio di quote, spendi piu di quello che costerebbe pagare gli interventi.
Vedete voi se potete avere interesse a mettere in piedi la macchina.
PS. Il tecnico incaricato, deve essere di vostra fiducia, ovvero vi dovete fidare di quello che vi dice. Lo pagate per rispondere a queste domande.
Vedete voi se potete avere interesse a mettere in piedi la macchina.
PS. Il tecnico incaricato, deve essere di vostra fiducia, ovvero vi dovete fidare di quello che vi dice. Lo pagate per rispondere a queste domande.
Il superbonus non si applica ad edifici costituiti da più unità, interamente possedute da un proprietario o più comproprietari (v. risposta AdE interpello 329/2020): pertanto la divisione suppongo sia legata all'accesso al superbonus ed è al momento l'unica modalità. Vale quanto indicato dai colleghi circa l'onerosità.
Il contribuente può decidere l'opzione che meglio crede tra sconto in fattura e cessione del credito (v. Circolare AdE 8 agosto 2020 n. 24/E).
Non capisco perché ci si affida ad un tecnico e poi si cercano risposte altrove...
Il contribuente può decidere l'opzione che meglio crede tra sconto in fattura e cessione del credito (v. Circolare AdE 8 agosto 2020 n. 24/E).
Non capisco perché ci si affida ad un tecnico e poi si cercano risposte altrove...
Francamente inizio a pensare che, anche in caso di bifamiliari di un unico proprietario (o 2 comproprietari, come in questo caso), se realmente funzionalmente autonome e non comunicanti, ad esempio, con scale interne, si possa ragionare di accedere comunque al superbonus.
Basta trattare l'intervento come due unità autonome e distinte (tipo villette a schiera, per capirci), anzichè come "condominio minimo". Gli ultimi chiarimenti in merito, soprattutto per quanto concerne l'autonomia funzionale e gli accessi dall'esterno (anche da area comune, parrebbe), aprono a mio avviso degli spiragli interpretativi.
Gradirei condivideste la vostra chiave di lettura in proposito.
Basta trattare l'intervento come due unità autonome e distinte (tipo villette a schiera, per capirci), anzichè come "condominio minimo". Gli ultimi chiarimenti in merito, soprattutto per quanto concerne l'autonomia funzionale e gli accessi dall'esterno (anche da area comune, parrebbe), aprono a mio avviso degli spiragli interpretativi.
Gradirei condivideste la vostra chiave di lettura in proposito.
archifish il problema sorge sulle parti comuni. Per le ville a schiera non sussiste in quanto gli interventi non riguarderebbero parti comuni, ma se la bifamiliare dovesse essere essere suddivisa per piani, il tetto ad esempio sarebbe parte comune.
@ponteggiroma
sulla questione copertura hai ragione ad andarci cauto, però rimango dubbioso per almeno un paio di ragioni.
Le singole unità immobiliari delle villette a schiera, in realtà, hanno in comunione la parete che le separa, ma, di fatto, ciò non costituisce un limite ad usufruire del superbonus poichè si interviene sulle singole unità e quindi, a differenza del condominio, non si trattano parti comuni.
Per analogia, in caso di bifamiliare con sottotetto di proprietà esclusiva dell'unità sottostante, ci ritroveremmo con una schiera "verticale" anzichè orizzontale, con il solaio interpiano a fare le veci della parete in comune menzionata sopra.
Ovviamente l'unità al piano terra andrebbe trattata come singola e si potrà intervenire sulle pareti e/o sul solaio contro terra. L'unità al piano primo, anch'essa da trattarsi come singola, potrà godere di intervento di isolamento sulle pareti e sull'ultimo solaio o sulla copertura, qualora il sottotetto fosse riscaldato (non necessariamente abitabile).
Tutta questa serie di esempi, per asserire che, forse, ci stiamo limitando troppo suggestionati da interpretazioni che, in realtà, lasciano più margine di manovra del percepito. Dopotutto chi o cosa stabilisce inequivocabilmente, urbanisticamente, catastalmente, legalmente la proprietà della copertura? In certi casi l'atto notarile, in mancanza di chiarimenti, il codice civile, ma l'Ade, su certe questioni tecniche, si esprime e può fornire limitazioni? Oppure può limitarsi alla propria chiave di lettura senza che sia ostativa dell'intervento?
Accetto smentite (ed insulti di ogni ordine e grado). Sto ragionando con voi a voce alta.
sulla questione copertura hai ragione ad andarci cauto, però rimango dubbioso per almeno un paio di ragioni.
Le singole unità immobiliari delle villette a schiera, in realtà, hanno in comunione la parete che le separa, ma, di fatto, ciò non costituisce un limite ad usufruire del superbonus poichè si interviene sulle singole unità e quindi, a differenza del condominio, non si trattano parti comuni.
Per analogia, in caso di bifamiliare con sottotetto di proprietà esclusiva dell'unità sottostante, ci ritroveremmo con una schiera "verticale" anzichè orizzontale, con il solaio interpiano a fare le veci della parete in comune menzionata sopra.
Ovviamente l'unità al piano terra andrebbe trattata come singola e si potrà intervenire sulle pareti e/o sul solaio contro terra. L'unità al piano primo, anch'essa da trattarsi come singola, potrà godere di intervento di isolamento sulle pareti e sull'ultimo solaio o sulla copertura, qualora il sottotetto fosse riscaldato (non necessariamente abitabile).
Tutta questa serie di esempi, per asserire che, forse, ci stiamo limitando troppo suggestionati da interpretazioni che, in realtà, lasciano più margine di manovra del percepito. Dopotutto chi o cosa stabilisce inequivocabilmente, urbanisticamente, catastalmente, legalmente la proprietà della copertura? In certi casi l'atto notarile, in mancanza di chiarimenti, il codice civile, ma l'Ade, su certe questioni tecniche, si esprime e può fornire limitazioni? Oppure può limitarsi alla propria chiave di lettura senza che sia ostativa dell'intervento?
Accetto smentite (ed insulti di ogni ordine e grado). Sto ragionando con voi a voce alta.
Significa che come lavoro trainante può bastare coibentare il 25 % della superfice opaca consideriamo in questo caso una parete ed il tettoo.
A parte il senso di coibentare il 25% di un fabbricato.... ma lei pensa che questo le garantirà il salto di due classi di efficienza?
Coibentare una parete e il tetto, é come uscire sulla neve mutande e col cappello.. per caritá, meglio che nudi.. ma... rimani sempre al freddo. O le cose si fanno bene, spendendo quello che é necessario, e recuperando quello che la legge permette, o non si fa niente. E non dico per farmi gli affari suio, che a casa sua fa quello che vuole, ma per anni di esperienza, che raramente i lavori fatti cosî danno i risultati sperati.
Condivido pienamente l'ultimo pensiero di @desnip e @d.n.a.: sto sentendo troppo spesso dire che l'intervento si fà "a tutti i costi" - perdonerete il gioco di parole anche se calzante - a costo zero. Questo presuppone, in determinati casi, solo una cosa: lavoro parziale! Che per quel che mi riguarda non ha alcun senso né pratico né logico.
Io faccio spesso un esempio simile anche se meno efficace, parlando di "cappotto": provate ad di andare in giro con un braccio scoperto di inverno, e poi mi dite com'è.
Io faccio spesso un esempio simile anche se meno efficace, parlando di "cappotto": provate ad di andare in giro con un braccio scoperto di inverno, e poi mi dite com'è.