Yara : [post n° 448594]
taverna/cantina con caminetto
Devo regolarizzare una taverna con caminetto che, agli atti, è una cantina. Il locale è al piano terra ma dubito ci sia il vuoto sanitario, è possibile regolarizzarla in qualche maniera? Per "qualche maniera" intendo senza fare il vuoto sanitario... immagino già le risposte negative ma chiedo comunque, magari c'è uno stratagemma che non conosco.
appurato che per se per vuoto sanitario intendi il vespaio aerato, e se intendi che la taverna con caminetto sia un vano utile residenziale in luogo del vano accessorio, la risposta è probabilmente no, ma la risposta giusta la trovi nel regolamento edilizio comunale.
Solitamente un locale che nasce cantina difficilmente diventa vano utile.
se per taverna con caminetto intendi avere un vano che usi per farci le cene con gli amici, e passare qualche ora la sera, in luogo del tuo soggiorno, perchè ci hai montato il videoproiettore, e ti piace starci dentro, non c'è alcuna modifica da fare.
Solitamente un locale che nasce cantina difficilmente diventa vano utile.
se per taverna con caminetto intendi avere un vano che usi per farci le cene con gli amici, e passare qualche ora la sera, in luogo del tuo soggiorno, perchè ci hai montato il videoproiettore, e ti piace starci dentro, non c'è alcuna modifica da fare.
Annoso problema.
In genere tali locali non hanno i requisiti necessari per essere annoverati tra gli spazi accessori (studio, sala lettura, tavernetta, …) e presentano difformità tali da non essere riconducibili a meri spazi di servizio (cantina, magazzino, archivio, …).
In particolare si pensi ad un piano interrato che nasce, nel titolo abilitativo originario, come cantina e che nel corso degli anni sia stato sottoposto a diversi rimaneggiamenti illegittimi tra cui l’installazione di un impianto di climatizzazione e/o di un caminetto per la creazione di uno spazio conviviale.
Il tecnico chiamato a sbrogliare la matassa si troverà quindi di fronte ad un locale con le caratteristiche tecnologiche di uno spazio accessorio (talvolta abitativo) privo dei requisiti igienici ovvero ad uno spazio di servizio (per i requisiti igienici) con dotazione tecnologica e d’uso non compatibile (si pensi in particolare alle regioni che hanno legiferato in materia ponendo il divieto di climatizzazione di cantine, sottotetti, ripostigli, …).
Poiché il perseguimento dei requisiti igienici compatibili con uno spazio accessorio è spesso molto oneroso, talvolta tecnicamente impossibile, appare naturale chiedere la rimozione degli impianti tecnologici non compatibili per finalizzare la regolarizzazione a favore di un locale di servizio (tipicamente cantina). Nonostante dal punto di vista tecnico quest’ultima soluzione appaia solida e fondata deve scontrarsi con le volontà del committente che spesso (molto spesso) non vuole saperne di rinunciare all’adorata taverna. Praticamente il preludio di una battaglia epica il cui esito non è per nulla scontato.
Come affrontate questa tipologia di problemi?
La presenza degli impianti di climatizzazione è stata una discriminante nell’attribuzione della destinazione d’uso (quali le cantine)?
In genere tali locali non hanno i requisiti necessari per essere annoverati tra gli spazi accessori (studio, sala lettura, tavernetta, …) e presentano difformità tali da non essere riconducibili a meri spazi di servizio (cantina, magazzino, archivio, …).
In particolare si pensi ad un piano interrato che nasce, nel titolo abilitativo originario, come cantina e che nel corso degli anni sia stato sottoposto a diversi rimaneggiamenti illegittimi tra cui l’installazione di un impianto di climatizzazione e/o di un caminetto per la creazione di uno spazio conviviale.
Il tecnico chiamato a sbrogliare la matassa si troverà quindi di fronte ad un locale con le caratteristiche tecnologiche di uno spazio accessorio (talvolta abitativo) privo dei requisiti igienici ovvero ad uno spazio di servizio (per i requisiti igienici) con dotazione tecnologica e d’uso non compatibile (si pensi in particolare alle regioni che hanno legiferato in materia ponendo il divieto di climatizzazione di cantine, sottotetti, ripostigli, …).
Poiché il perseguimento dei requisiti igienici compatibili con uno spazio accessorio è spesso molto oneroso, talvolta tecnicamente impossibile, appare naturale chiedere la rimozione degli impianti tecnologici non compatibili per finalizzare la regolarizzazione a favore di un locale di servizio (tipicamente cantina). Nonostante dal punto di vista tecnico quest’ultima soluzione appaia solida e fondata deve scontrarsi con le volontà del committente che spesso (molto spesso) non vuole saperne di rinunciare all’adorata taverna. Praticamente il preludio di una battaglia epica il cui esito non è per nulla scontato.
Come affrontate questa tipologia di problemi?
La presenza degli impianti di climatizzazione è stata una discriminante nell’attribuzione della destinazione d’uso (quali le cantine)?