Ferdinando : [post n° 450083]
Come semplice designer posso firmare un progetto?
Sto collaborando con un architetto con orientamento tecnico, molto esperto di calcoli e normative ma poco sensibile alla parte estetica. Sono stato ingaggiato per fornire supporto creativo in quanto la committente ha apprezzato la mia proposta relativa ad una riqualificazione industriale. Sono consapevole che non possedendo laurea in architettura non posso firmare formalmente il progetto ma vorrei sapere se in qualche modo posso siglare la paternità morale dell’opera. Ringrazio sin d’ora chiunque vorrà darmi qualche consiglio!
"siglare la paternità morale dell’opera"... a che scopo? preso atto che il progetto architettonico non puoi firmarlo, altro non c'è che un progetto di design, che puoi inserire nel curriculum, puoi farlo pubblicare a tuo nome su una rivista, ma in via ufficiale, non hai strumenti, che io sappia.
Personalmente mi allineo al pensiero di d.n.a.
Compreso il dubbio sullo scopo, perchè, ignoranza mia, mi appare oscuro. Dopotutto, chi si occupa abitualmente di "direzione artistica" o design (d'interni, ad esempio) non firma alcunché in ogni caso e la paternità dell'opera resta comunque morale (fatto salvo design soluzioni brevettate).
Compreso il dubbio sullo scopo, perchè, ignoranza mia, mi appare oscuro. Dopotutto, chi si occupa abitualmente di "direzione artistica" o design (d'interni, ad esempio) non firma alcunché in ogni caso e la paternità dell'opera resta comunque morale (fatto salvo design soluzioni brevettate).
Ferdinando, perdona la grettezza, ma l'unico scopo evidente nella nostra professione (e immagino anche la tua) è essere pagati, q.b. (quanto basta) per il lavoro svolto. Quindi, se quello è lo scopo, fai un contratto con il professionista, dove stabilisci il tuo compenso, o lo fai con la committente dove comunque stabilisci il tuo compenso. Il resto è aria fritta.
Caro Archifish, grazie per la tua risposta perché contiene molti spunti interessanti. Io provengo dall’ home design ed ho a che fare con le dinamiche che regolano il mondo dei brevetti funzionali e/o estetici/ornamentali. Normalmente il contratto siglato prevede che con il pagamento della mia parcella vengono ceduti tutti i diritti economici alla committente che comunque mi riconosce il diritto morale d’autore facendo comparire il mio nome presso l’ Euipo ( eccezione fatta per le opzioni di royalty nei migliori dei casi).
Lo scopo è molto semplice e del tutto velleitario e cioè poter dimostrare la paternità del mio modesto lavoro.
Essendo la prima volta che accedo al mondo dell’architettura mi ponevo questa domanda più per curiosità che per una effettiva necessità.
Sono consapevole che non sto realizzando nulla di stravolgente che necessiti di una effettiva tutela legale, il lavoro che sto svolgendo è il frutto di ispirazioni che provengono dai grandi maestri che lasciano effettivamente un segno e che nel tempo orientano il mercato e il gusto di tutti noi.
Tutto qui…
Lo scopo è molto semplice e del tutto velleitario e cioè poter dimostrare la paternità del mio modesto lavoro.
Essendo la prima volta che accedo al mondo dell’architettura mi ponevo questa domanda più per curiosità che per una effettiva necessità.
Sono consapevole che non sto realizzando nulla di stravolgente che necessiti di una effettiva tutela legale, il lavoro che sto svolgendo è il frutto di ispirazioni che provengono dai grandi maestri che lasciano effettivamente un segno e che nel tempo orientano il mercato e il gusto di tutti noi.
Tutto qui…
Ciao dna, nessuna grettezza da parte tua anzi apprezzo la franchezza, le bollette le dobbiamo pagare tutti in qualche modo… la mia era una semplice curiosità.
Ci tengo a precisare che in ogni caso cerco di fare al meglio il mio lavoro perché lo amo, nel caso specifico sono più interessato alla nuova esperienza che al profitto che sono certo arriverà se farò un lavoro redditizio per il gruppo in questione. I soldi sono necessari ma il mondo non è di chi lo compra ne di chi lo vende.
Ci tengo a precisare che in ogni caso cerco di fare al meglio il mio lavoro perché lo amo, nel caso specifico sono più interessato alla nuova esperienza che al profitto che sono certo arriverà se farò un lavoro redditizio per il gruppo in questione. I soldi sono necessari ma il mondo non è di chi lo compra ne di chi lo vende.