Buonasera,
Facendo riferimento a questo post, al quale il sistema non mi fa più aggiungere commenti/risposte
[post n° 442493]
mi trovo esattamente nella medesima situazione, da committente purtroppo, con l'impresa che sta seguendo l'iter di asseverazione che dapprima non si era accorta di questo intoppo e ora, dopo avermi già fatto versare diversi quattrini tra sanzioni sanatorie, propri corrispettivi e incarichi vari e soprattutto dopo che sono stato io a fare presente il probabile problema, mi sta invitando a fare "carte false" per mandare comunque avanti le pratica di superbonus sostenendo che si tratti di un problema minore...
Sapete per caso se, in seguito agli adeguamenti che ci sono stati con gli ultimi decreti di luglio 2021 le cose in questo senso sono cambiate?
Se qualche professionista volesse farsi avanti per seguire la mia pratica posso fornire un contatto per ricevere consulenza.
Grazie e buon lavoro.
Edo
Edoardo : [post n° 455623]
Cantina ad uso taverna problema riscaldamento
Il post citato (al quale avevo già risposto) è sicuramente superato dal "recente" decreto Semplificazioni bis (Legge 108/2021) che ha spianato la strada alla possibilità di intervenire con il Superbonus anche in presenza di difformità urbanistiche.
Detto questo omettere o falsificare la situazione non depone a vantaggio nemmeno di quest'ultima condizione "liberalizzata" di accesso, poichè invece l'infedele rappresentazione costituisce proprio uno dei motivi di revoca: va dà sé che la stessa determina una implicita autodenuncia ma senza che possa essere richiesto indietro l'agevolazione.
In sintesi l'esistenza del riscaldamento nel locale che ne dovrebbe essere sprovvisto, non è motivo ostativo al superbonus, ma determinerebbe una esposizione al regime di controllo/sanzionatorio da parte degli enti comunali.
La soluzione più semplice e cautelativa sarebbe in ogni caso ristabilire lo stato legittimo.
Purtroppo da quel che scrive, l'incarico è già stato assunto e sia per motivi deontologici che logistici è improbabile che troverà qualcuno disposto a subentrare a lavori "fatti".
Detto questo omettere o falsificare la situazione non depone a vantaggio nemmeno di quest'ultima condizione "liberalizzata" di accesso, poichè invece l'infedele rappresentazione costituisce proprio uno dei motivi di revoca: va dà sé che la stessa determina una implicita autodenuncia ma senza che possa essere richiesto indietro l'agevolazione.
In sintesi l'esistenza del riscaldamento nel locale che ne dovrebbe essere sprovvisto, non è motivo ostativo al superbonus, ma determinerebbe una esposizione al regime di controllo/sanzionatorio da parte degli enti comunali.
La soluzione più semplice e cautelativa sarebbe in ogni caso ristabilire lo stato legittimo.
Purtroppo da quel che scrive, l'incarico è già stato assunto e sia per motivi deontologici che logistici è improbabile che troverà qualcuno disposto a subentrare a lavori "fatti".
Buongiorno archspf
Grazie per la cortese risposta. Quello che non mi è chiaro al momento è se nelle domanda di sanatoria che ci stanno facendo presentare (e della quale ahimè ci hanno anche già fatto corrispondere al comune gli importi delle sanzioni) è necessario specificare che i caloriferi non sono presenti (e da qui il motivo per cui ci stanno chiedendo di toglierli per la durata dell'iter dei lavori) o se quella parte non ha a che vedere con la domanda di sanatoria in sé, bensì poi con le carte da presentare per istanziare la pratica di superbonus stessa.
Capisco che vi sia un codice deontologico tra professionisti ma sto comunque valutando di rivolgermi altrove anche per via del fatto che, stanti così le cose, non ho più molta fiducia nell'impresa a cui avevo a suo tempo conferito l'incarico. Consideri che sono in ballo dalla scorsa estate e ad oggi ancora non so che ne sarà della pratica, dopo aver già speso molto denaro.
Grazie per l'attenzione e buon lavoro.
Edo
Grazie per la cortese risposta. Quello che non mi è chiaro al momento è se nelle domanda di sanatoria che ci stanno facendo presentare (e della quale ahimè ci hanno anche già fatto corrispondere al comune gli importi delle sanzioni) è necessario specificare che i caloriferi non sono presenti (e da qui il motivo per cui ci stanno chiedendo di toglierli per la durata dell'iter dei lavori) o se quella parte non ha a che vedere con la domanda di sanatoria in sé, bensì poi con le carte da presentare per istanziare la pratica di superbonus stessa.
Capisco che vi sia un codice deontologico tra professionisti ma sto comunque valutando di rivolgermi altrove anche per via del fatto che, stanti così le cose, non ho più molta fiducia nell'impresa a cui avevo a suo tempo conferito l'incarico. Consideri che sono in ballo dalla scorsa estate e ad oggi ancora non so che ne sarà della pratica, dopo aver già speso molto denaro.
Grazie per l'attenzione e buon lavoro.
Edo
Beh no, in questo senso la sanatoria senza caloriferi (in quanto si presume non possono essere messi nemmeno in sanatoria) corrisponde a dichiarare il falso. In ogni caso è una questione che dovrebbe (e sottolineo il condizionale) riguardare la sanatoria e non il superbonus. Tuttavia se poi lei decide di rimettere i radiatori l'agenzia ha in questo caso tutto il diritto di contestarle l'intervento entro 8 anni successivi alla realizzazione.
Le norme deontologiche sono obblighi e non opzioni: nessun tecnico sano di mente vorrebbe disattenderle. Per incaricare altri tecnici stante la pendenza di una "pratica" non è possibile in quanto l'incarico è esclusivo e non sovrapponibile: si deve attendere il decorso e solo poi valutare se sollevare formalmente dall'incarico (con tutte le penali del caso).
Le norme deontologiche sono obblighi e non opzioni: nessun tecnico sano di mente vorrebbe disattenderle. Per incaricare altri tecnici stante la pendenza di una "pratica" non è possibile in quanto l'incarico è esclusivo e non sovrapponibile: si deve attendere il decorso e solo poi valutare se sollevare formalmente dall'incarico (con tutte le penali del caso).
Buongiorno e grazie ancora per le delucidazioni.
Da quel che ho inteso, quindi, sono in un vicolo cieco: il professionista mi ha suggerito intanto di procedere con il pagamento delle sanzioni per la sanatoria in atto al fine di sistemare intanto delle difformità tra piantine comunali e stato dell'arte (a livello di tramezze rimosse e cose di questo genere) omettendo a suo tempo di informarmi del fatto che, per portare a compimento la domanda di sanatoria, avrebbe poi richiesto di rimuovere "temporaneamente" i radiatori.
Ora quindi ho una sanatoria in corso, già pagata per le sanzioni (e per la parte di competenza del professionista al fine dell'aggiornamento delle piantine) che però non può essere completata, senza dichiarare il falso o tutt'al più senza rimuovere in via definitiva i radiatori (cosa che ovviamente vorrei evitare). Non posso certo chiedere indietro al comune i soldi versati dichiarando che non voglio portare a termine la pratica per tenermi dei radiatori non ammessi!
Un bel pasticcio insomma! Mi chiedo comunque se questa legge del 2006 (sono in Lombardia) è retroattiva, dato che l'immobile è stato costruito in precedenza e immagino che vi siano molti altri nella mia situazione...
L'unica strada che mi rimane credo sia tentare almeno di recuperare le spese inutilmente avute con il professionista con cui ho malauguratamente avuto a che fare e rassegnarmi alla perdita dell'accesso al superbonus.
Grazie ancora per la preziosa consulenza. Edoardo
Da quel che ho inteso, quindi, sono in un vicolo cieco: il professionista mi ha suggerito intanto di procedere con il pagamento delle sanzioni per la sanatoria in atto al fine di sistemare intanto delle difformità tra piantine comunali e stato dell'arte (a livello di tramezze rimosse e cose di questo genere) omettendo a suo tempo di informarmi del fatto che, per portare a compimento la domanda di sanatoria, avrebbe poi richiesto di rimuovere "temporaneamente" i radiatori.
Ora quindi ho una sanatoria in corso, già pagata per le sanzioni (e per la parte di competenza del professionista al fine dell'aggiornamento delle piantine) che però non può essere completata, senza dichiarare il falso o tutt'al più senza rimuovere in via definitiva i radiatori (cosa che ovviamente vorrei evitare). Non posso certo chiedere indietro al comune i soldi versati dichiarando che non voglio portare a termine la pratica per tenermi dei radiatori non ammessi!
Un bel pasticcio insomma! Mi chiedo comunque se questa legge del 2006 (sono in Lombardia) è retroattiva, dato che l'immobile è stato costruito in precedenza e immagino che vi siano molti altri nella mia situazione...
L'unica strada che mi rimane credo sia tentare almeno di recuperare le spese inutilmente avute con il professionista con cui ho malauguratamente avuto a che fare e rassegnarmi alla perdita dell'accesso al superbonus.
Grazie ancora per la preziosa consulenza. Edoardo
Dal suo ultimo passaggio è ora più chiara la considerazione che si stia cercando una soluzione impossibile: i radiatori vanno rimossi e questo è un dato oggettivo. La sanatoria per le opere interne è giusto che venga portata a conclusione.
Il fatto che peraltro i radiatori erano presenti per quanto a sua possibile "insaputa" dell'illecito, ha ereditato comunque un intervento "abusivo" e di questo non può certo incolpare i tecnici sopravvenuti.
Tuttavia la via "temporanea" è contro la stessa logica del buon senso per le stesse motivazioni che avevo già indicato.
Le leggi non sono mai retroattive.
Il fatto che peraltro i radiatori erano presenti per quanto a sua possibile "insaputa" dell'illecito, ha ereditato comunque un intervento "abusivo" e di questo non può certo incolpare i tecnici sopravvenuti.
Tuttavia la via "temporanea" è contro la stessa logica del buon senso per le stesse motivazioni che avevo già indicato.
Le leggi non sono mai retroattive.
Buonasera,
La "colpa" dei tecnici a mio avviso sta nel fatto di non avermi avvertito anzitempo che ci starebbe stata la necessità di rimuovere in via definitiva i radiatori per avere accesso al superbonus e dal momento che l'incarico di sanatoria era conferito a tal fine ci vedo quantomeno dell'approsimazione nel modo in cui è stata gestita l'intera vicenda.
La sua ultima frase peraltro mi fa pensare che, dai momento che i radiatori erano presenti prima del 2006, il divieto regionale non si applichi, sbaglio?
Cordiali saluti.
La "colpa" dei tecnici a mio avviso sta nel fatto di non avermi avvertito anzitempo che ci starebbe stata la necessità di rimuovere in via definitiva i radiatori per avere accesso al superbonus e dal momento che l'incarico di sanatoria era conferito a tal fine ci vedo quantomeno dell'approsimazione nel modo in cui è stata gestita l'intera vicenda.
La sua ultima frase peraltro mi fa pensare che, dai momento che i radiatori erano presenti prima del 2006, il divieto regionale non si applichi, sbaglio?
Cordiali saluti.