LINO : [post n° 45829]
Istituti di cura
Salve c'è qualcuno tra voi che può citare degli esempi significativi di manicomi ( esclusi istituti di pena ) in Italia ed EUROPA? Grazie attendo con fiducia.
era un manicomio famoso quello di Mombello, nord milano, vicino a Lainate.
non so cosa ci sia dentro adesso ma indaga.
ciao
non so cosa ci sia dentro adesso ma indaga.
ciao
Grazie ma il sanatorio di A.Alto è un esempio dove vi si può ritrovare una ricerca sui sistemi di ventilazione ed esposizione alle mutazioni atmosferiche... cerco esempi di questo tipo dove c'è rispondenza ai canoni architettonici ciao
...dovresti chiarire quale è il tuo scopo, perché hai bisogno di esempi. Il fatto che chiedi solo di esmpi fa pensare che tu già sappia tutti i requisiti da rispettare nella progettazione di un edificio di questo tipo - se così non fosse forse è da lì che dovresti partire. E dando un'occhiata su internet ho notato che di letteratura a riguardo ce ne è molta. Poi io cercherei di sfruttare al massimo google, magari facendo delle ricerche in inglese - potresti cercare: mental hospital, mental healh building, design, architecture, example...ho trovato un paio di post in un forum straniero che facevano la tua stessa richiesta. Ciao!
sinteticamente non mi occupo di progettare manicomi in quanto la legge italiana purtroppo ne vieta la costruzione comunque prendo in considerazione le tue preziose indicazioni ciao
per niente d'accordo con la tua affermazione: "la legge italiana PURTROPPO ne vieta la costruzione".
Se vuoi esprimerti nella progettazione ci sono tantissime altre tipologie di edifici. Dei manicomi, luoghi di reclusione sociale, credo si possa farne decisamente a meno.
E' il mio personalissimo parere ovviamente,
saluti
Ste
Se vuoi esprimerti nella progettazione ci sono tantissime altre tipologie di edifici. Dei manicomi, luoghi di reclusione sociale, credo si possa farne decisamente a meno.
E' il mio personalissimo parere ovviamente,
saluti
Ste
La chiusura dei manicomi avrebbe dovuto segnare un'occasione irripetibile non solo sul piano dell'architettura istituzionale ma anche come rottura dei modelli assistenziali che per tanti anni hanno alimentato tale istituzione finalizzata alla cura della follia riconosciuta come malattia; nella pratica DEISTITUZIONALIZZANDO per il superamento dell'OSPEDALE PSICHIATRICO abbiamo imparato a ripercorrere a ritroso la ragnatela dei pregiudizi in cui era imbrigliata la personalità dell'internato e non attribuire quindi i suoi atti alla malattia mentale; prendersi cura, quindi, di una persona sofferente così come si presenta nel loro essere al mondo. La fine del manicomio PURTROPPO per QUALCUNO ha voluto significare, e significa ancora oggi" LA NEGAZIONE "della malattia
Quando ho letto il tuo primo messaggio mi sono venuti in mente i contenuti di un esame di Architettura sociale (docente Stevan) che sostenni molti anni fa al Politecnico di Milano; mi è tornato alla mente il panopticon che sicuramente ben conosci.
"Durante l'Illuminismo, alle radici della modernità, Jeremy Bentham in alcune sue lettere, scritte dalla Russia ad un amico, incarnò in un progetto architettonico preciso la teorizzazione pittorica rinascimentale. Lo chiamò il pan-opticon, un edificio che prevede al proprio interno, nel suo centro, una torre di osservazione. Il funzionario, il guardiano che la occupa, può , tramite un ingegnoso gioco di luce e controluce, controllare lo spazio circolare circostante senza essere visto da coloro che vivono nei diversi livelli di celle. Egli è l'Uno che tutti osserva. L'applicazione evidente del progetto era rivolta alla costruzione di prigioni, ospedali e manicomi. Bentham non era pienamente consapevole della portata della sua invenzione. In quel momento pensava di migliorare, con un'organizzazione razionale dello spazio, le condizioni di vita di quell'umanità abbruttita che esisteva in luoghi di reclusione sub-umani." (tratto da: www.undicom.it/network/in-consapevolezza/repository/articles/socmass…)
Spesso sono stati considerati pazzi soggetti che non rientravano negli schemi sociali del loro tempo (omosessuali, transessuali ecc. la casistica è ampia) ed i manicomi si sono rivelati luoghi per "sorvegliare e punire" se vogliamo citare Foucault , più che occasioni per aiutare le persone sofferenti.
Dici bene quando rilevi che "la fine del manicomio... per qualcuno significa la negazione della malattia", questo sì "purtroppo" è il risultato negativo dell'applicazione della Legge Basaglia, ma occorre rilevare anche i molti aspetti positivi.
"Durante l'Illuminismo, alle radici della modernità, Jeremy Bentham in alcune sue lettere, scritte dalla Russia ad un amico, incarnò in un progetto architettonico preciso la teorizzazione pittorica rinascimentale. Lo chiamò il pan-opticon, un edificio che prevede al proprio interno, nel suo centro, una torre di osservazione. Il funzionario, il guardiano che la occupa, può , tramite un ingegnoso gioco di luce e controluce, controllare lo spazio circolare circostante senza essere visto da coloro che vivono nei diversi livelli di celle. Egli è l'Uno che tutti osserva. L'applicazione evidente del progetto era rivolta alla costruzione di prigioni, ospedali e manicomi. Bentham non era pienamente consapevole della portata della sua invenzione. In quel momento pensava di migliorare, con un'organizzazione razionale dello spazio, le condizioni di vita di quell'umanità abbruttita che esisteva in luoghi di reclusione sub-umani." (tratto da: www.undicom.it/network/in-consapevolezza/repository/articles/socmass…)
Spesso sono stati considerati pazzi soggetti che non rientravano negli schemi sociali del loro tempo (omosessuali, transessuali ecc. la casistica è ampia) ed i manicomi si sono rivelati luoghi per "sorvegliare e punire" se vogliamo citare Foucault , più che occasioni per aiutare le persone sofferenti.
Dici bene quando rilevi che "la fine del manicomio... per qualcuno significa la negazione della malattia", questo sì "purtroppo" è il risultato negativo dell'applicazione della Legge Basaglia, ma occorre rilevare anche i molti aspetti positivi.
Ciao,
sto facendo una tesi sul tema del "carcere" in regime di semilibertà..in realtà si tratta di un tema più vicino alle "Residenze vigilate"....ti scrivo perchè capisco la tua situazione...penso sia difficile reperire materiale a riguardo, tanto + se pensi di alimentare un progetto arch.ico attraverso lo studio di tipologie.
La de-istituzionalizzazione dell'Istituto di cura è sintomatica dell'esigenza di un nuovo modello di struttura per aiutare queste persone.
Il manicomio è un'emblematico caso di eterotopia (Foucault), pertanto è una rappresentazione reale della società contemporanea che è la causa di disagi psihici in molti casi.
Io sto leggendo Bauman, sociologo polacco, che ti illumina sulla crisi del sistema panopticom...è indispensabile mediare le funzioni di questa struttura (cura, controllo) con un grado di libertà per i pazienti, garantendo i contatti con l'esterno, per favorire il reiserimento degli stessi nella famiglia-società.
Un manicomio a Verona fu progettato anche da Carlo Scarpa, nn ricordo il nome, è stato realizzato ccon parecchie modifiche dopo la morte dell'arch.veneziano.
In bocca al lupo.
Matteo
sto facendo una tesi sul tema del "carcere" in regime di semilibertà..in realtà si tratta di un tema più vicino alle "Residenze vigilate"....ti scrivo perchè capisco la tua situazione...penso sia difficile reperire materiale a riguardo, tanto + se pensi di alimentare un progetto arch.ico attraverso lo studio di tipologie.
La de-istituzionalizzazione dell'Istituto di cura è sintomatica dell'esigenza di un nuovo modello di struttura per aiutare queste persone.
Il manicomio è un'emblematico caso di eterotopia (Foucault), pertanto è una rappresentazione reale della società contemporanea che è la causa di disagi psihici in molti casi.
Io sto leggendo Bauman, sociologo polacco, che ti illumina sulla crisi del sistema panopticom...è indispensabile mediare le funzioni di questa struttura (cura, controllo) con un grado di libertà per i pazienti, garantendo i contatti con l'esterno, per favorire il reiserimento degli stessi nella famiglia-società.
Un manicomio a Verona fu progettato anche da Carlo Scarpa, nn ricordo il nome, è stato realizzato ccon parecchie modifiche dopo la morte dell'arch.veneziano.
In bocca al lupo.
Matteo
Ho trovato molto interessanti le vostre osservazioni vi rispondo sinteticamente : trovo lo studio dell'architettura sociale uno studio abberrante in seguito alla mia esperienza in quanto partecipai ad alcune lezioni e conferenze di tal corso: fu dichirato in seguito alla proiezione di diapositive sulle opere di LE CORBUSIER il totale fallimento dell'architettura razionale: me ne scappai letteralmente, davanti a quegli applausi provai la voglia di vomitare; la sociologia può aiutare a capire le esigenze dei più deboli, vedi studi sulle barriere architettoniche e sullo sviluppo delle comunità; il modello panopticom utilissimo è stato applicato per i manicomi a Genova; con le mie ricerche sono 1901e di conseguenza non ho ancora studiato i manicomi più recenti: contentissimo se esiste un manicomio di Carlo Scarpa ( ho studiato molte opere di Scarpa ma non ho mai trovato un manicomio) nella sua regione ci sono esempi interessanti.Saluti e grazie per l'interessamento