Buongiorno a tutti,
qualcuno di voi ha rinunciato alla libera professione per lavorare come dipendente in una grossa azienda, esempio una s.p.a.? Se si come vi siete trovati riguardo qualità di vita orari e stipendio? Grazie!!
Lou : [post n° 459839]
Esperienza in grossa azienda
Si include anche il caso Estero di passare da uno studio ad un'azienda, ma senza aver mai fatto libera professione?
Ricevuto.
Ho rinunciato in partenza alla libera professione perché, nonostante mi trovi in un Paese dove non esistono geometri, e gli Architetti Iunior sono lo standard di mercato (solo una frazione prosegue con la Magistrale o col Master di 1° livello, solitamente dopo una decade di esperienza lavorativa), vi è comunque abbastanza concorrenza sleale: persone senza tesserino professionale (il tesserino dell'Ordine è a parte ed opzionale, mentre il tesserino professionale è obbligatorio e col solo requisito di laurea abilitante) che si offrono a buon prezzo e poi fanno firmare ad un collega prestanome, colleghi che usano software pirata (e quindi possono offrire tariffe basse), professionisti che incassano a nero (a livello statistico 2020, il 48% della forza lavoro nazionale era a nero).
D'altro canto, esiste ed è normata quella che chiameremmo Falsa Partita IVA: detta "Onorari Assimilati a Salari", implica che il professionista sottostarà a condizioni lavorative da Dipendente, ma il Datore starà effettuando ritenute da Partita IVA (puro IRPEF, e nessuna ritenuta per Pensione, Malattia, TFR, ecc.) per versarle al Fisco al posto del professionista.
Sicché, dopo un anno e mezzo in uno studio in cui mi pagavano 400€ mensili a nero ("appena iscrivo l'azienda ad Immigrazione, ti passo a Dipendente in regola, ok?" cit. più volte) in una megalopoli dove una camera in affitto può costare tra i 250€ e 400€, e vedendo che la maggior parte delle proposte di collaborazione a Partita IVA da Disegnatore/Progettista Neolaureato/Caddista viaggiavano sui 400-600€ "software e pc propri, disponibilità di auto propria, flessibilità oraria", ho capito che almeno per ora la vita da Autonomo non faceva per me. La pandemia ha fatto il resto: ho perso questo primo lavoro, ho cercato durante sei mesi, mi sono trasferito in una cittadina di un milione di abitanti dove sono passato ad un call-center Inglese-Spagnolo in cui guadagnavo 250€/mese in regola - sia contrattualmente che per Immigrazione - a 25h settimanali e con solo due condizioni (Licenza di Terza Media ed Inglese Avanzato).
E finalmente, dopo tre mesi di call-center e consegna cv a ditte e studi, sono entrato in un'azienda di 300 dipendenti: core business di capannoni industriali ed uffici annessi, più una sempre maggiore partecipazione in progetti residenziali e commerciali. L'assunzione è in regola (sia contrattualmente che per Immigrazione), si lavora 44 ore settimanali lun-sab con previsione di eliminare 3 sabati al mese sia in ufficio che in cantiere (in un Paese dove il massimo di legge è 48 ore, 56 con gli straordinari, fa impressione che prevedano adottare uno schema mensile di 40+40+40+44 ore), tutto è a carico del Datore (pc, software, DPI, cancelleria, ecc), pagano puntualmente ogni 15 giorni. Esistono gli straordinari non pagati, ma perlomeno sono sporadici ed accompagnati da un "Chiedo scusa ma ne ho bisogno" o un "A Pasqua riposati due giorni in più", o anche "questa settimana esci alle 15:00, ché quella passata hai lavorato troppo"; lo smart working fisso è andato scemando da 6 giorni in Allerta Rossa all'attuale 1 giorno in Semaforo Verde, ma rimane a disposizione quello ad orario flessibile per quando se ne ha bisogno. Non prevedono giorni di ferie extra rispetto ai minimi di legge (pagati il 125% dello stipendio base, son 6 giorni il primo anno, 16 il decimo, e 24 al trentesimo anno di lavoro continuo con lo stesso datore: cambiato datore, si riparte da 6), ma se qualcuno vuole allungare le sue vacanze, può farlo con un permesso pagato al 100%, 50% o 0%, percentuale variabile secondo la terna "durata del permesso+anzianità di servizio+KPI ottenuti nell'ultimo anno ". Il carico di lavoro e cronogramma di progetto son gestiti via Teamwork, e si adotta l'ISO 9001 per l'organizzazione aziendale; sono previste 60 ore annuali minime di formazione continua, ed in alcune aree si arriva a 80, in entrambi i casi facenti parte dell'orario di lavoro normale e pertanto computate ai fini di stipendio.
Sono stato un anno nell'area di Progettazione, mentre ora bazzico nell'area Ricerca e Sviluppo BIM; ammetto che nella prima, la vita lavorativa diviene monotona: si sta bene, si arriva in ufficio con voglia di fare e si torna a casa soddisfatti, però il Modellatore BIM modella e niente di più; il Leader di Gruppo passa giornate su Teamwork aggiornando il cronogramma ed organizzando il progetto esecutivo dell'ennesimo capannone (poche scelte estetiche, molte di preventivo); il Coordinatore BIM vive di Clash Detective e gestione template, ma non ha ingerenza sui criteri progettuali. Sicché, se a lungo termine ci si vuol tuffare nella Libera Professione, bisogna stare attendi a cambiare ruolo almeno due-tre volte durante i successivi 5-10 anni, per prepararsi a dover - nuovamente - saper di tutto un po',
Infine, per quanto riguarda lo stipendio, è nota dolente ma non troppo: come Modellatore BIM senza esperienza e con solo il certificato di un software, son partito con 700€/mese; qui in Ricerca e Sviluppo BIM son salito a 800€, il cui Coordinatore non prende più di 1200€. Ovvero: si parte bene (ricordare i 400€ a nero da Disegnatore sopracitati...), ma non si arriva chissà dove; almeno però si riesce a vivere decentemente fin da subito, visto che ad Aguascalientes si affittano case (con giardino e posto auto) a 500€ mensili, o appartamenti condivisi da 90€ per stanza. Se si vuol di più, ci sono due opzioni: o si torna nelle megalopoli dopo aver accumulato esperienza (a Monterrey si trovano annunci da Coordinatore BIM a 2300€ mensili come Dipendente, ma un appartamento in affitto può costarne 1000-1200€), oppure si torna alla Libera Professione, ma con profili elevati (ci sono Consulenti BIM che si fan pagare 12000€ per tre mesi di consulenza...)
Riassumendo: sono davvero soddisfatto di lavorare alle Dipendenze, ma mi rendo conto che dovrò approfittare il più possibile di questa posizione privilegiata, per poter rimettermi in gioco come Libero Professionista entro i prossimi 10 anni. O saltare direttamente alla posizione di Investitore in qualche altra attività, e mantenendo al contempo il ruolo di Dipendente.
Ho rinunciato in partenza alla libera professione perché, nonostante mi trovi in un Paese dove non esistono geometri, e gli Architetti Iunior sono lo standard di mercato (solo una frazione prosegue con la Magistrale o col Master di 1° livello, solitamente dopo una decade di esperienza lavorativa), vi è comunque abbastanza concorrenza sleale: persone senza tesserino professionale (il tesserino dell'Ordine è a parte ed opzionale, mentre il tesserino professionale è obbligatorio e col solo requisito di laurea abilitante) che si offrono a buon prezzo e poi fanno firmare ad un collega prestanome, colleghi che usano software pirata (e quindi possono offrire tariffe basse), professionisti che incassano a nero (a livello statistico 2020, il 48% della forza lavoro nazionale era a nero).
D'altro canto, esiste ed è normata quella che chiameremmo Falsa Partita IVA: detta "Onorari Assimilati a Salari", implica che il professionista sottostarà a condizioni lavorative da Dipendente, ma il Datore starà effettuando ritenute da Partita IVA (puro IRPEF, e nessuna ritenuta per Pensione, Malattia, TFR, ecc.) per versarle al Fisco al posto del professionista.
Sicché, dopo un anno e mezzo in uno studio in cui mi pagavano 400€ mensili a nero ("appena iscrivo l'azienda ad Immigrazione, ti passo a Dipendente in regola, ok?" cit. più volte) in una megalopoli dove una camera in affitto può costare tra i 250€ e 400€, e vedendo che la maggior parte delle proposte di collaborazione a Partita IVA da Disegnatore/Progettista Neolaureato/Caddista viaggiavano sui 400-600€ "software e pc propri, disponibilità di auto propria, flessibilità oraria", ho capito che almeno per ora la vita da Autonomo non faceva per me. La pandemia ha fatto il resto: ho perso questo primo lavoro, ho cercato durante sei mesi, mi sono trasferito in una cittadina di un milione di abitanti dove sono passato ad un call-center Inglese-Spagnolo in cui guadagnavo 250€/mese in regola - sia contrattualmente che per Immigrazione - a 25h settimanali e con solo due condizioni (Licenza di Terza Media ed Inglese Avanzato).
E finalmente, dopo tre mesi di call-center e consegna cv a ditte e studi, sono entrato in un'azienda di 300 dipendenti: core business di capannoni industriali ed uffici annessi, più una sempre maggiore partecipazione in progetti residenziali e commerciali. L'assunzione è in regola (sia contrattualmente che per Immigrazione), si lavora 44 ore settimanali lun-sab con previsione di eliminare 3 sabati al mese sia in ufficio che in cantiere (in un Paese dove il massimo di legge è 48 ore, 56 con gli straordinari, fa impressione che prevedano adottare uno schema mensile di 40+40+40+44 ore), tutto è a carico del Datore (pc, software, DPI, cancelleria, ecc), pagano puntualmente ogni 15 giorni. Esistono gli straordinari non pagati, ma perlomeno sono sporadici ed accompagnati da un "Chiedo scusa ma ne ho bisogno" o un "A Pasqua riposati due giorni in più", o anche "questa settimana esci alle 15:00, ché quella passata hai lavorato troppo"; lo smart working fisso è andato scemando da 6 giorni in Allerta Rossa all'attuale 1 giorno in Semaforo Verde, ma rimane a disposizione quello ad orario flessibile per quando se ne ha bisogno. Non prevedono giorni di ferie extra rispetto ai minimi di legge (pagati il 125% dello stipendio base, son 6 giorni il primo anno, 16 il decimo, e 24 al trentesimo anno di lavoro continuo con lo stesso datore: cambiato datore, si riparte da 6), ma se qualcuno vuole allungare le sue vacanze, può farlo con un permesso pagato al 100%, 50% o 0%, percentuale variabile secondo la terna "durata del permesso+anzianità di servizio+KPI ottenuti nell'ultimo anno ". Il carico di lavoro e cronogramma di progetto son gestiti via Teamwork, e si adotta l'ISO 9001 per l'organizzazione aziendale; sono previste 60 ore annuali minime di formazione continua, ed in alcune aree si arriva a 80, in entrambi i casi facenti parte dell'orario di lavoro normale e pertanto computate ai fini di stipendio.
Sono stato un anno nell'area di Progettazione, mentre ora bazzico nell'area Ricerca e Sviluppo BIM; ammetto che nella prima, la vita lavorativa diviene monotona: si sta bene, si arriva in ufficio con voglia di fare e si torna a casa soddisfatti, però il Modellatore BIM modella e niente di più; il Leader di Gruppo passa giornate su Teamwork aggiornando il cronogramma ed organizzando il progetto esecutivo dell'ennesimo capannone (poche scelte estetiche, molte di preventivo); il Coordinatore BIM vive di Clash Detective e gestione template, ma non ha ingerenza sui criteri progettuali. Sicché, se a lungo termine ci si vuol tuffare nella Libera Professione, bisogna stare attendi a cambiare ruolo almeno due-tre volte durante i successivi 5-10 anni, per prepararsi a dover - nuovamente - saper di tutto un po',
Infine, per quanto riguarda lo stipendio, è nota dolente ma non troppo: come Modellatore BIM senza esperienza e con solo il certificato di un software, son partito con 700€/mese; qui in Ricerca e Sviluppo BIM son salito a 800€, il cui Coordinatore non prende più di 1200€. Ovvero: si parte bene (ricordare i 400€ a nero da Disegnatore sopracitati...), ma non si arriva chissà dove; almeno però si riesce a vivere decentemente fin da subito, visto che ad Aguascalientes si affittano case (con giardino e posto auto) a 500€ mensili, o appartamenti condivisi da 90€ per stanza. Se si vuol di più, ci sono due opzioni: o si torna nelle megalopoli dopo aver accumulato esperienza (a Monterrey si trovano annunci da Coordinatore BIM a 2300€ mensili come Dipendente, ma un appartamento in affitto può costarne 1000-1200€), oppure si torna alla Libera Professione, ma con profili elevati (ci sono Consulenti BIM che si fan pagare 12000€ per tre mesi di consulenza...)
Riassumendo: sono davvero soddisfatto di lavorare alle Dipendenze, ma mi rendo conto che dovrò approfittare il più possibile di questa posizione privilegiata, per poter rimettermi in gioco come Libero Professionista entro i prossimi 10 anni. O saltare direttamente alla posizione di Investitore in qualche altra attività, e mantenendo al contempo il ruolo di Dipendente.