Michael : [post n° 461114]

Ho bisogno di capire come fare per cominciare davvero a lavorare

Salve
Scrivo qui perchè sono alla ricerca, forse un po' disperata, di qualcuno che mi spieghi chiaramente come funziona il mondo del "lavoro" (se così si può definire) per uno laureato da poco in architettura. Adesso io ammetto di sentirmi davvero ignorante, ma pur informandomi per conto mio non sono riuscito a capire alcune cose; quanto si da tutto sempre per scontato è difficile capire, almeno per me.
Vorrei sapere come mai gli studi di architettura non assumono? con contratto normale intendo... Sono apparentemente pieni di lavoro, dunque tante entrate da tanti clienti ma non hanno comunque i soldi per pagare, magari anche poco, un nuovo lavoratore? O perchè non pagano le tasse al lavoratore e dunque risparmiano? però dovranno pur fare in modo che il nuovo collaboratore abbia di che vivere pur pagandosi le tasse da solo no?
Poi se sono proprio costretto ad aprire la partita iva se no non lavoro, lo posso fare se non ho dato ancora l'esame di stato oppure no? lo posso fare ma solo prima di raggiungere i 5000€? Ok e dopo? Oppure posso applicare il regime forfettario? Insomma esiste un modo per poter lavorare senza avere ancora l'esame in tasca? temo di non riuscirlo a fare a breve dunque vorrei capire se vale la pena scervellarsi oppure se andare a lavorare in campagna nel frattempo (guadagnando sicuramente di più)
Se considero l'opzione di andare all'estero qualcosa cambia? è diversa/migliore la situazione in altri paesi? Non so a me sembra, anche alla luce di esperienze di tirocinio/lavoro in nero che ho già fatto, che la laurea in architettura davvero non valga niente e che questo sia davvero un lavoro inutile/poco importante nel mercato generale almenochè non sei un professionista di alto livello... Mi scuso per il piccolo sfogo ma se c'è qualche buona anima che può spiegarmi come stanno le cose e come poter sfruttare in qualche modo una laurea in architettura e al voglia di lavorare/impegnarsi ne sarei davvero grato.
ArchiFra :
senza abilitazione puoi aprire partita iva come disegnatore.
la ritenuta d'acconto è vietata per tutti gli iscritti a un albo professionale, e non c'entra nulla il limite dei 5.000 euro.
in italia la situazione fa schifo, gli studi non assumono con contratto per risparmiare: vuoi mettere la comodità di un collaboratore a finta partita iva, a cui non paghi ferie, malattia, contributi, assicurazione, lo spremi fino all'osso e lo sfrutti come uno schiavo grazie alla legge fornero? poi quelli che dicono che il sistema è così perchè la gente lo accetta hanno ragione fino a un certo punto: se su 50.000 in 2.000 stanno saldi sui principi e gli altri 48.000 ingoiano pur di fare esperienza/portarsi a casa due spicci che non permettono di vivere da soli e farsi una famiglia, non ci si può fare nulla perchè la normativa e il sitema lo legittimano.
all'estero sembra sia meglio, io ho abbandonato la libera professione e le collaborazioni e sono entrata nel pubblico.
Albo :
Benvenuto nella realtà. Purtroppo le varie facoltà si riempiono la bocca di dati occupazionali non andando a guardare la qualità e la durata.
Sul perché non assumono è semplice non devono pagarti ferie, malattie, buste paga non è raro trovare studi da 10 persone dove il solo assunto è l'amministrativo.
Se non hai l'esame puoi lavorare fino a 5k ma con una serie di paletti ben precisi (no monocommittenza, deve essere saltuario ecc) altrimenti potresti aprire p.iva come disegnatore ma senti prima un commercialista perché in alcuni casi ti giochi poi la possibilità di ricorrere ad agevolazioni fiscali quando ti iscrivi come architetto
Se puoi vai all'estero evita i paesi mediterranei e punta su paesi Scandinavi
Semola82 :
Ciao!
l'avvio della nostra professione non è semplice, i clienti si affidano sempre ai "tecnici storici di zona" mi sono trovato anch'io nella tua stessa situazione, non vedevo un futuro ed ero sul punto di mollare tutto per cercare una fonte di reddito, ho insistito e per fortuna è andata bene, il consiglio che posso darti, se vuoi intraprendere veramente la libera professione, è quello di essere pedulante, inizialmente cerca di trovare qualcuno con cui collaborare e...non deve essere per forza uno studio tecnico...io mi sono buttato sulle agenzie immobiliari, assillale, tartassale, devi essere presente sul territorio, loro hanno bisogno del nostro lavoro.
Cerca di essere presente su internet, facebook, instagram, google e youtube, aggiorna costantemente questi canali, ti daranno visibilità e di conseguenza...lavoro!
Se hai modo apri un piccolo studio, se hai paura di un affitto coinvolgi un tuo collega alle prime armi così dividi la spesa; non aver timore delle prime pratiche, il nostro è un mondo di squali, nessuno ti insegna la libera professione, qualsiasi studio tecnico ti piazza davanti autocad e sei il loro disegnatore, per imparare davvero il mestiere devi sbatterci la faccia, se hai dubbi sulle pratiche prendi tempo con il cliente e, prima di inziare qualcosa parla con i tecnici comunali.
Non accantonare nulla della nostra professione, devi essere preparato su più fronti, studia come fare le successioni, gli accatastamenti, l'APE, perizie ecc... (ad esempio cerca su google "visurnet" o su youtube "studio tecnico guidonia" e "abc catastale")
Cosa importante...non sminuire ciò che fai, non regalare il tuo operato, non pensare che dimezzando la parcella otterrai più lavoro, sei un professionista e come tale devi essere pagato.
desnip :
@Michael: se vuoi andare lontano comincia a non scrivere più "almenochè"

@ArchiFra: "lo spremi fino all'osso e lo sfrutti come uno schiavo grazie alla legge fornero". Lungi da me voler difendere la Fornero, ma io mi sono laureata mooolti anni prima che andasse in vigore ed era già così.
ArchiFra :
desnip, sì, è vero, è sempre stato così, ma la legge fornero ha legittimato ancora di più questa situazione togliendo la possibilità agli iscritti a un albo di vedersi riconosciuta la subordinazione anche in presenza di testimoni e situazioni esplicite e incompatibili quali ad esempio partita iva + badge, e segando le gambe a tutti gli abusati che a un certo punto facevano causa magari perchè subivano discriminazioni di genere
fulser :
vorrei chiedere a Michael:
- da dove deriva la convinzione che tanto lavoro significhi tante entrate?
- ma veramente in tanti anni di Università non hai mai avuto sentore di come è da decenni la realtà professionale?
kia :
Quoto Archifra sulla legge Fornero. Almeno prima c'era lo spauracchio della causa di lavoro mentre ora no. L'unica, secondo me, è iniziare a collaborare (pagati) e cercare di imparare il più possibile ma....sapere quando mollare se l'ambiente diventa "tossico". Nel senso che se ti fanno andare via di testa e sulla bilancia non c'è la controparte di esperienza e cose spendibili per il TUO lavoro, bisogna lasciare. Faccio l'augurio di trovare uno studio con titolari per bene che anche se con p.iva ti trattino con educazione, ti paghino, e ti lascino spazio.
Michael :
@ArchiFra Se mi si presentasse l'occasione, strizzerei sicuramente l'occhio a un'occupazione nel pubblico... Avresti qualche consiglio a riguardo? Bisogna partecipare ai concorsi?
Io finora non ho ancora avuto la sensazione di essere "spremuto", più che altro la sensazione di non servire per davvero, di avere delle mansioni inutili quello sì... Quasi come se si trattasse di un meccanismo per cui "meno lavora, meno è utile, meno può essere pagato" non saprei...
ArchiFra :
per lavorare nel pubblico si accede solo tramite concorso. raramente per colloquio ma solo per posizioni a tempo determinato ed è parecchio tempo che non vedo più bandi di questo tipo, almeno dalle mie parti. per posizioni da D spesso è richiesta anche l'abilitazione professionale.
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