A fonte di un sinistro che ha visto un veicolo provocare danni strutturali ad un fabbricato, dopo aver provveduto all'evacuazione dell'immobile e la messa in sicurezza (rimozione delle macerie, puntellamento dei solai, recinzione dell'area), si rende necessario il ripristino dell'immobile.
Con buona probabilità (direi quasi certezza) si dovrà provvedere alla demolizione/ricostruzione di porzione del fabbricato, ergo murature portanti, solai interpiano e copertura (un quarto del volume totale dell'immobile, in sostanza).
Il dubbio che mi assilla scaturisce dalla mancanza della conformità urbanistica del fabbricato consegente a difformità interne, a modifiche ai prospetti, ad un bagno nel sottoscala "inautorizzabile" in qualsiasi epoca, ma soprattutto, ad un fabbricato accessorio (stesso mappale e stessi subalterni del corpo di fabbrica principale) di volume doppio rispetto al censito (attendo di trovarne traccia urbanistica).
Stanti gli abusi sopra esposti (o anche solo parte di essi), ritenete esista una soluzione per procedere alla presentazione del titolo edilizio derogando in qualche modo alla verifica della conformità?
Puntualizzo, che dopo attente ricerche, le uniche certezze normative in tal senso, riguardano la possibilità di messa in sicurezza senza titolo (ciò che è già stato fatto) e/o la possibilità di intervenire da subito in attesa di presentazione di regolare SCIA e deposito strutturale. Non essendo prevista la casistica sopra esposta nè l'eventualità di presentare un titolo in assenza di conformità (sia nelle norme che nella modulistica regionale), parrebbe, di fatto, che gli abusi tengano in scacco la possibilità di riportare alla condizione ante sinistro un fabbricato con evidenti lesioni (ovviamente senza velleità di modifiche).
Mi sono perso qualche norma o decreto in gradi di smentire la mia interpretazione della normale legislazione in materia di titoli edilizi?
Archifish : [post n° 464503]