a.o. : [post n° 298796]

partita iva finta: che contratto chiedere?

Ciao a tutti.
Immagino che alcuni di voi, in vista del nuovo anno, avranno, come me, l'esigenza di capire meglio cosa succederà in merito alla questione "partite iva finte".
attualmente lavoro (tutti i giorni, con tanto di scrivania), presso un'azienda srl di servizi energetici. Fino ad ora tutto è stato gestito con la mia partita iva personale, ed io fatturavo tutti i mesi il mio stipendio, ed io stessa provvedevo al pagamento delle mie rate inarcassa, come un normale libero professionista. Con la nuova legge, pare che non possa più lavorare presso la stessa azienda con la mia partita iva, ma che loro siano costretti a farmi un contratto. Ora, vorrei capire se la cosa peserà su di me come una spada di damocle, poichè, fino ad ora usufruisco del 5% con il regime agevolato; con un contratto dovrò passare alla gestione separata e, quindi, avrò più tasse da pagare? vorrei capire, in sostanza, che tipo di remunerazione richiedere in sede di discussione di contratto per fare in modo da avere uno stipendio netto in tasca decente, ed evitare che loro facciano i furbi a mie spese. qualcuno può aiutarmi, per favore??
Kia :
c'è da capire innanzi tutto, che tipo di contratto avrebbero intenzione di farti. Se non è un contratto a progetto ma un contratto nazionale non avrai la gestione separata ma Inps.
Ad ogni modo....la riforma del lavoro esclude gli iscritti agli ordini dalla presunzione di subordinazione. Praticamente hanno cancellato, ovviamente solo su carta, il problema delle finte partite ive ordinistiche.
a.o. :
quello che dici tu sul problema partite-iva ordini, vale per gli studi di progettazione, ma non per le società.
il mio problema, attualmente, è, quindi, capire come gestire questo tipo di situazione, ossia, con che contratto mi troverò a confrontarmi.
grazie cmq per la tua risposta.
sissi :
Il testo dice che sono esclusi coloro che sono iscritti ad un ordine, non distingue tra studi e società.
A parte ciò dovrebbe essere l'azienda a preoccuparsi di regolarizzare la posizione dei dipendenti, non tu, è l'azienda che prende le sanzioni se ha dei dipendenti non in regola.
a.o. :
ciao sissi. non ci sono dubbi su questo. mi serviva sapere come gestire la cosa, a cosa stare attenta, visto che fino ad ora credevo di dover stare a partita iva per tutta la vita.
GT :
Io, semplicemente, mi farei corrispondere lo stesso compenso netto di prima. Qualsiasi ricaduta sul tuo stipendio della loro tassazione non sarebbe corretta (e non avrebbe senso).
Kia :
Se ti fanno un contratto ci saranno trattenute irpef e i contributi. In busta paga (perchè avrai una busta paga) tutte queste voci sono esplicitate. E alla fine del conteggio sull'ultima riga c'è il netto, che è quello che interessa a te perchè è quello che ti porti a casa. Devi ragionare su quello.
Tutto il resto è a carico del datore di lavoro.
Secondo me, l'azienda se è seria, deve fare una simulazione di busta paga e proportela. Ossia deve andare dal suo consulente del lavoro e farsi fare questa simulazione da sottoporti. Tu devi proporre un netto, poi loro fanno la simulazione. Il consulente del lavoro ha un programmino per fare le buste paga e ci mette 2 secondi a farlo perchè ha già tutti i parametri impostati a seconda del contratto (contratto nazionale, contratto a progetto, apprendista, ecc.ecc.).
Kia :
Comunque è vero quello che dice Sissi La riforma non fa riferimento a studi piuttosto che a società ma solo al fatto di avere ordine o meno.
Ad ogni modo meglio se ti regolarizzano, meglio se con contratto nazionale così ti puoi permettere anche il lusso di farti una famiglia! (se sei donna soprattutto)
a.o. :
Grazie a tutti per le risposte.
Grazie mielle Kia, sei stata utilissima, farò esattamente come mi hai suggerito.
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