cicciroma : [post n° 303231]
apertura Partita iva?
Ciao, sono un'architetto abilitata, ma non ancora iscritta all'albo. Svolgo l'attività di tecnico per un'impresa edile che però non implica alcuna firma. Il mio datore di lavoro, dopo il periodo di prova, mi ha chiesto se io fossi in possesso di partita iva, in quanto lui preferirebbe così, piuttosto che assumermi. Il mio dubbio è ora se aprire la partita iva come architetto, affrontando tutte le spese per l'iscrizione all'albo (senza però firmare alcun progetto) o se aprirla come disegnatore. Sapreste delucidarmi in merito?grazie a tutti
ti conviene aprirla da architetto. Qui sul forum è pieno di gente abilitata che non firma in possesso di p.iva da architetto. Risulta più conveniente rispetto a quella da disegnatore perchè i contributi da versare a inps gestione separata risultano più gravosi mentre con inarcassa ci posso essere delle agevolazioni se hai meno di 35 anni. Inoltre se sei un architetto abilitato, avendo una p.iva da architetto se ti capita un lavoro da firmare puoi farlo tranquillamente mentre con p.iva da disegnatore non lo potresti fare.
Certo è che se il titolare dell'impresa ti vuole 10 ore al giorno disponibile e ti vincola come orari, dovrebbe assumerti inserendoti nell'organico dell'impresa. Ma questa è tutta teoria....
Certo è che se il titolare dell'impresa ti vuole 10 ore al giorno disponibile e ti vincola come orari, dovrebbe assumerti inserendoti nell'organico dell'impresa. Ma questa è tutta teoria....
Mi permetto di aggiungere all'ottimo post di Kia questo:
"dovrebbe assumerti inserendoti nell'organico dell'impresa"
Il dovrebbe è a mio avviso poco indicato, lascia intendere che c'è una norma che regola un determinato comportamento, alla fine non è così, perché i regolamenti contro le finte p. iva (se a quello ti riferisci) non si applicano ai professionisti intellettuali.
Comunque non posso che quotare per intero tutto il tuo discorso.
"dovrebbe assumerti inserendoti nell'organico dell'impresa"
Il dovrebbe è a mio avviso poco indicato, lascia intendere che c'è una norma che regola un determinato comportamento, alla fine non è così, perché i regolamenti contro le finte p. iva (se a quello ti riferisci) non si applicano ai professionisti intellettuali.
Comunque non posso che quotare per intero tutto il tuo discorso.
si ,infatti ho usato il condizionale, perchè come dice dotting con l'ultima riforma della fornero hanno cancellato solo su carta le finte partite iva iscritte agli ordini.
I ricongiungimenti dei contributi sono molto onerosi, forse bisognerebbe valutare anche in base all'attività che si pensa di svolgere in futuro (se si è in grado di maturare una pensione).
In ogni caso come dice kia, la possibilità di svolgere incarichi propri in qualunque momento è importante.
In ogni caso come dice kia, la possibilità di svolgere incarichi propri in qualunque momento è importante.
si, ha pienamente ragione arch.Ir e cioè che bisognerebbe fare una valutazione complessiva sull'attività che uno pensa di svolgere in futuro....però c'è da dire che una valutazione di questo tipo forse la potevano fare i nostri genitori che avevano il posto fisso mentre noi direi proprio di no. Quindi è difficile fare previsioni in tal senso. Quindi, nella scelta, mi baserei sul fatto di poter prendere incarichi propri come architetto. Se ti apri la p.iva come disegnatore riduci il campo delle possibilità al mero disegno mentre con quella da architetto puoi fare sia l'uno che l'altro...e sinceramente se ti capita un accatastamento sono 500/700 euro che ti porti a casa.