alessandra : [post n° 341012]

clausola di esclusiva

Buongiorno,
mi servirebbe un parere legale che riguarda la nostra professione. Premetto che sono LIBERA PROFESSIONISTA con P IVA. Mi chiedono di firmare un contratto di lavoro con contenente una clausola di esclusività ( non posso lavorare per dei clienti dello studio per i 2 anni successivi alla chiusura dei lavori). Possono fare una cosa del genere? mi sembra che un conto sia la deontologia professionale, un altro sia un tentativo di limitare la mia libera professione in un regime di libera concorrenza..
desnip :
Sono proprio disperati...
Ily :
Hanno tutti paura che questi collaboratori sottopagati (che spesso in studio vengono appositamente redarguiti e sminuiti in modo che non acquistino troppa fiducia nei loro mezzi, e che comunque non vengono mai fatti parlare con i clienti dello studio) possano rubare i clienti ai titolaroni!!!
Ily :
Se assumessero da contratto collettivo nazionale, con tutti i diritti del caso e stipendio adeguato, avrebbero tutte le ragioni per chiedere la clausola di esclusiva (in un rapporto di dipendenza è normale, credo). Ma in libera professione, tolta la ovvia deontologia (non fare lavori per clienti dello studio mentre si collabora per lo stesso) ognuno può avere tutti i lavori che vuole.
E' che questi vogliono dipendenti, esperti, autonomi, sfruttandoli come bestie (il carico di lavoro assurdo secondo me nasce anche dalla precisa strategia di non lasciare tempo al collaboratore per ogni altra minima cosa), spesso facendo mobbing, pagandoli meno di una colf e avendo pure pretese. Se lo stipendio (anche a partita Iva) fosse equo, nessuno si sognerebbe di cercarsi lavori aggiuntivi.
kia :
Ma se proprio volessimo fare i pignoli.......il codice deontologico non dice mica che io libera professionista devo rifiutare un eventuale incarico da parte di un cliente di studio. Lo studio fa una lettera di incarico col cliente per, mettiamo caso la straordinaria manutenzione di un negozio. Se poi il cliente chiede a ME e non allo studio di fargli le pratiche mettiamo caso per le insegne.....io faccio la lettera di incarico tra ME e il cliente e lo studio non può dire proprio un bel nulla perché lo studio la sua prestazione l'ha svolta, finita ed è stato pagato. La mia è un'altra prestazione tra professionista e un privato e non tra un "dipendente dello studio" e un privato. Quindi sotto profilo deontologico non si farebbe nulla di illecito.
kia :
@Alessandra.
Senti cosa ti dice l'ordine. Vai là con la proposta di contratto messa nero su bianco e chiedi se non è in violazione del codice e della libera concorrenza. Così li sputtani anche, che se lo meritano.
kia :
x Ily
sono stata ad un seminario del mio ordine su argomento deontologia.....E' stato letto e commentato il codice nuovo articolo per articolo. Sull'articolo che riguarda il rapporto con i collaboratori, come immaginavo hanno glissato (perché hanno tutti la coda di paglia) ma comunque il codice distingue solo "dipendenti" e "collaboratori con p.iva" ......che sono semplicemente altri colleghi a cui si affidano delle prestazioni. C'è scritto che devono avere autonomia e libertà nello svolgimento delle stesse. Non c'è scritto nulla sul fatto che se uno che è stato cliente di studio si rivolge a noi, dobbiamo rifiutare l'incarico.
L'unica cosa che va rispettata secondo me può essere un vincolo di riservatezza rispetto allo studio con cui si collabora.
Ally :
Una mia collega aveva un contratto da collaboratore a p.iva in uno studio con la clausola di esclusività (non poteva svolgere altri lavori al di fuori dello studio) però - a quanto afferma - lo studio pagava bene questa clausola. Lei diceva che l'esclusività va pagata tipo costo extra ma personalmente non saprei verificare questa affermazione.
Chiedi all'ordine, come ti hanno già consigliato, poi valuta tu il da farsi.
Se lo proponessero a me, certamente mi darebbe fastidio ma non è un'aspetto sul quale "punterei i piedi", valuterei altri aspetti come stipendio, mansioni da svolgere, elasticità di orari, insomma valuterei nell'insieme.
In bocca al lupo!
alessandra :
Grazie a tutti per i preziosi consigli...mi sto informando e la clausola di esclusività ( benchè nasca per lavoratori dipendenti) a volte viene applicata anche ai liberi professionisti (il precedente non rende questo utilizzo meno scorretto) come dice ally ci deve però essere una compensazione monetaria perchè di fatto potrebbero precluderti dei lavori e quindi dei guadagni.
quello di cui mi rendo conto è che la nostra professione venga considerata "libera" solo quando ed in misura in cui fa comodo agli altri, per il resto veniamo accomunati ai dipendenti senza però averne i benefici. Io non voglio essere dipendente, sono consapevole dei pro e dei contro della mia libera professione, però vorrei che questa venisse rispettata.
Ily :
Kia, secondo nel caso del cliente dello studio dove lavori che chiedesse a te la pratica delle insegne, io distinguerei:
cliente che chiede a te, e tu gli fai il tuo prezzo: (a mio parere, sia chiaro) nessuna violazione deontologica.
cliente che vorrebbe lo studio, ma poi si rivolge a te perché tu, conoscendo le tariffe dello studio, dici che gli pratichi un certo ribasso: scorretto dal punto di vista deontologico.
kia :
ily, alla fin fine se il cliente me lo chiede (un preventivo) ho diritto di farlo tanto quanto lo studio. C'è obbligo di preventivo scritto e il cliente può chiederne uno a me e uno al mio capo. Dopo ognuno decide per sé se è il caso di contrariare il capo.......ma dato che al capo fa comodo avermi a p.iva e non assunta con regolare contratto (quindi nn avrei p.iva e nn potrei proprio lavorare per conto mio), che cavolo vuole? che pretese può avere?
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