Buonasera,
Siamo un gruppo di sei amici (dai 26 ai 30 anni) e vorremmo aprire uno studio di architettura.
La situazione attuale è la seguente, un architetto abilitato, quattro laureati ma ancora privi di abilitazione, uno studente.
Abbiamo iniziato ad informarci un po' su internet ma la situazione è piuttosto confusa, e vorremmo avere dei consigli su come muoverci e magari su come sfruttare eventuali agevolazioni date dall'età e quant'altro.
Non sappiamo se è meglio costituire uno studio associato, o uno studio privato, o magari qualche altra forma di cui non siamo a conoscenza, se è meglio aprire una partita iva singola o una per ognuno.
Se qualcuno ci potesse dare qualche consiglio per capire comee muoverci ve ne saremmo grati.
Grazie mille.
edo3 : [post n° 346113]
Aprire studio...ma di che tipo?
A quanto ne so attualmente non ci sono agevolazioni per giovani imprenditori, perlomeno non nel Lazio. Tuttavia credo che proprio nel Lazio stia uscendo un bando regionale proprio per le attività creative tra cui anche l'architettura.
Per me aprire uno studio oggi è rischioso a meno che non ci si differenzia dal resto offrendo uno o più servizi / prodotti che gli altri non offrono e di possibilità in questo senso ce ne sono un po.
In bocca al lupo.
Per me aprire uno studio oggi è rischioso a meno che non ci si differenzia dal resto offrendo uno o più servizi / prodotti che gli altri non offrono e di possibilità in questo senso ce ne sono un po.
In bocca al lupo.
Ragazzi, l'entusiasmo e la voglia di fare sono tutte cose lodevoli e vi auguro di non perderle mai, però dovete scusarmi ma mi sembra che stiate mettendo un attimo il carro davanti ai buoi. Le cose fondamentali per lavorare sono almeno due: avere i clienti e avere le capacità operative, ovvero l'esperienza. Se siete già ferrati nella professione e avete la fila di clienti fuori dalla porta, vi chiedo scusa e mi complimento con voi! Ma se così non fosse, forse dovreste pensare per prima cosa a fare un po' di gavetta. Nessuno vi vieta di aprire ognuno la propria partita iva e poi cercare comunque del lavoro da svolgere in collaborazione. Tenete conto che i costi materiali per aprire uno studio sono importanti, a meno che qualcuno di voi non abbia uno spazio a sua disposizione gratis con computer, telefoni, ADSL, plotter, stampanti ecc; o a meno che non abbiate il babbo architetto.
quoto biba parola per parola
in particolare perché la gente pensa che sia una cavolata aprire uno studio "tanto tu la partita iva già ce l'hai, e che ci vuole?"
beh, ci vuole prima di tutto l'esperienza, acquisibile se fai un po' di gavetta in uno studio e poi due cose che sono sempre più difficili: i clienti (che pagano, non dimentichiamoci questo dettaglio) e un minimo di capitale per i costi materiali: affitto, computer, licenze (possibilmente), plotter, una stampante, internet, telefono, strumentazione varia, etc.
ops, magari anche il babbo architetto, eh sì quello ci vuole..
in particolare perché la gente pensa che sia una cavolata aprire uno studio "tanto tu la partita iva già ce l'hai, e che ci vuole?"
beh, ci vuole prima di tutto l'esperienza, acquisibile se fai un po' di gavetta in uno studio e poi due cose che sono sempre più difficili: i clienti (che pagano, non dimentichiamoci questo dettaglio) e un minimo di capitale per i costi materiali: affitto, computer, licenze (possibilmente), plotter, una stampante, internet, telefono, strumentazione varia, etc.
ops, magari anche il babbo architetto, eh sì quello ci vuole..
Mi permetto di dissentire un po con i colleghi riguardo l'esperienza.
Ovviamente non intendo dire che l'esperienza in questo settore non serve (anzi, è praticamente tutto) ma oggi è sempre più difficile fare esperienza a condizioni dignitose e umane.
Certo è che oggi per fare esperienza davvero ti dovresti mettere l'anima in pace e accettare di stare un paio di anni GRATIS in uno studio a fare il facchino. Aimè, non tutti se lo possono permettere.
Non è decisamente una idea brillante quella di aprire uno studio di architettura da neolaureati e senza clienti (su questo sono perfettamente d'accordo con voi). Tuttavia i ragazzi potrebbero fare esperienza strada facendo, sbagliando e rimettendoci soldi se serve.
Se capita in studio un committente che chiede di fare un accatastamento e i ragazzi non sanno neanche cosa sia (cosa molto probabile vista la nostra formazione universitaria moderna) ci si può sempre prendere 5/7 giorni per andare in catasto, informarsi, studiare, sentire colleghi, confrontarsi e dare una risposta al committente coscienti del fatto che uno sbaglio, talvolta, può costare anche caro (ma fa parte del gioco e del rischio imprenditoriale).
Quindi: si, fare esperienza Ok...ma se questo significa andare 2 anni a farsi sfruttare negli studi di mezza italia a fare il facchino allora forse a volte è meglio assumersi qualche rischio e procedere da soli. Se uno si è laureato qualche capacità in tal senso ce l'ha.
Ovviamente non intendo dire che l'esperienza in questo settore non serve (anzi, è praticamente tutto) ma oggi è sempre più difficile fare esperienza a condizioni dignitose e umane.
Certo è che oggi per fare esperienza davvero ti dovresti mettere l'anima in pace e accettare di stare un paio di anni GRATIS in uno studio a fare il facchino. Aimè, non tutti se lo possono permettere.
Non è decisamente una idea brillante quella di aprire uno studio di architettura da neolaureati e senza clienti (su questo sono perfettamente d'accordo con voi). Tuttavia i ragazzi potrebbero fare esperienza strada facendo, sbagliando e rimettendoci soldi se serve.
Se capita in studio un committente che chiede di fare un accatastamento e i ragazzi non sanno neanche cosa sia (cosa molto probabile vista la nostra formazione universitaria moderna) ci si può sempre prendere 5/7 giorni per andare in catasto, informarsi, studiare, sentire colleghi, confrontarsi e dare una risposta al committente coscienti del fatto che uno sbaglio, talvolta, può costare anche caro (ma fa parte del gioco e del rischio imprenditoriale).
Quindi: si, fare esperienza Ok...ma se questo significa andare 2 anni a farsi sfruttare negli studi di mezza italia a fare il facchino allora forse a volte è meglio assumersi qualche rischio e procedere da soli. Se uno si è laureato qualche capacità in tal senso ce l'ha.
concordo con luca... a condizione che si abbiano i clienti, o un'idea abbastanza certa su come trovarli, altrimenti lasciate perdere...
Su alcune cose Luca hai ragione, ma penso che fare esperienza professionale da zero, da soli, mentre contemporaneamente si cerca di capire cosa sia una partita iva, sia decisamente traumatico e poco utile.
Secondo me, in generale (non nel caso di chi ha aperto il topic, che non conosco), non ne vale la pena; poi un conto è tirar su due spicci in attesa di superare l'esame di stato, occupando la cantina del nonno per svolgere incarichi di grafica, tutt'altra cosa è voler avviarsi alla professione a 360° spacciandosi per tecnici professionisti, per tentar di tirar su 6 stipendi al netto delle spese.
Se chiedono un accatastamento ad un neolaureato che non sa da dove iniziare, questo non avrà la più pallida idea non solo di quale strumentazione utilizzare, ma nemmeno della cifra da chiedere, per il semplice fatto che non saprà se dovrà impiegare un mese o un'ora per soddisfare le richiesta del committente, e non saprà se per questo accatastamento dovrà usare un righello per compilare un docfa o una stazione totale per compilare un pregeo; mi chiedo quindi, perchè esporsi subito così, gettandosi in mutande sul campo di battaglia, armati solo di buoni propositi?
Ripeto, parlo in generale, per quanto riguarda invece chi ha aperto il topic, dovrete decidere voi se rimanere professionisti separati, con 6 partite iva, o gestire il tutto come una società con unica partita iva, spartendovi gli eventuali utili, e le spese ogni tot giorni/mesi.
Questo dipende anche dal tipo di servizi che offrite, dato che da quello che ho capito solo uno di voi ha la firma, e può depositare pratiche in comune e in catasto, oltre che svolgere incarichi di direzione lavori etc...
Secondo me, in generale (non nel caso di chi ha aperto il topic, che non conosco), non ne vale la pena; poi un conto è tirar su due spicci in attesa di superare l'esame di stato, occupando la cantina del nonno per svolgere incarichi di grafica, tutt'altra cosa è voler avviarsi alla professione a 360° spacciandosi per tecnici professionisti, per tentar di tirar su 6 stipendi al netto delle spese.
Se chiedono un accatastamento ad un neolaureato che non sa da dove iniziare, questo non avrà la più pallida idea non solo di quale strumentazione utilizzare, ma nemmeno della cifra da chiedere, per il semplice fatto che non saprà se dovrà impiegare un mese o un'ora per soddisfare le richiesta del committente, e non saprà se per questo accatastamento dovrà usare un righello per compilare un docfa o una stazione totale per compilare un pregeo; mi chiedo quindi, perchè esporsi subito così, gettandosi in mutande sul campo di battaglia, armati solo di buoni propositi?
Ripeto, parlo in generale, per quanto riguarda invece chi ha aperto il topic, dovrete decidere voi se rimanere professionisti separati, con 6 partite iva, o gestire il tutto come una società con unica partita iva, spartendovi gli eventuali utili, e le spese ogni tot giorni/mesi.
Questo dipende anche dal tipo di servizi che offrite, dato che da quello che ho capito solo uno di voi ha la firma, e può depositare pratiche in comune e in catasto, oltre che svolgere incarichi di direzione lavori etc...
Mah, Luca, io rimango basita nell'apprendere che qualcuno è in grado di imparare a fare catasto in 5/7 giorni, a me ci è voluto diverso tempo, studio e il supporto di svariate anime pie su svariati forum. E comunque ritengo di essere molto ignorante tuttora. Inoltre mi domando come sia possibile crearsi una rete di colleghi più esperti con cui consultarsi se non si è mai lavorato prima. Inoltre (ancora) devo dire che io la responsabilità di quello che faccio e firmo la sento tutta e sinceramente non auguro a nessuno di sbagliare rimettendoci soldi propri, faccia e credibilità in un ambiente in cui il passa parola è tutto! Devo dire però che dove sto io non esiste lavorare gratis per due anni. In effetti, se dalle tue parti è così, capisco anche che si possa avere la tentazione di gettarsi "in mutande sul campo di battaglia".
biba dipende dal tipo di lavoro.
Ora se per fare un accatastamento dobbiamo studiarci su 1 mese e mezzo mi sembra veramente che siamo fuori strada. 7 giorni di studio, ricerche, coinvolgimento di amicizie e colleghi sono più che sufficienti per dare una risposta seria al committente. Ho detto "dare una risposta", non "terminare il lavoro".
Dalle mie parti purtroppo se non accetti di fare almeno un paio di mesi di prova gratis e poi lavorare a per 6/7/8 mesi a rimborso spese non lavori. Dalle altre parti non so...
Ora se per fare un accatastamento dobbiamo studiarci su 1 mese e mezzo mi sembra veramente che siamo fuori strada. 7 giorni di studio, ricerche, coinvolgimento di amicizie e colleghi sono più che sufficienti per dare una risposta seria al committente. Ho detto "dare una risposta", non "terminare il lavoro".
Dalle mie parti purtroppo se non accetti di fare almeno un paio di mesi di prova gratis e poi lavorare a per 6/7/8 mesi a rimborso spese non lavori. Dalle altre parti non so...
Quoto Biba sulla questione catasto. In una settimana al massimo impari che esiste il docfa....come compilarlo e risolvere i casi particolari che ti possono capitare richiede tempo, esperienza, aiuti da parte di colleghi più esperti (sempre che vogliano aiutarti....non è mica detto, anzi!).
biba ha sottolineato un punto molto importante: come si fa a contare su colleghi più esperti non avendo mai lavorato? Bisognerà pur conoscerli in qualche modo questi colleghi più esperti....
Effettivamente ha ragione.
Effettivamente ha ragione.
Mi piace perché le persone fanno queste domande qui e poi spariscono..... Non capisco mai se diamo risposte così poco interessanti o se le scoraggiamo al punto che si buttano dalla finestra :-)