Salve a tutti,
sono dipendente in cassa integrazione di un'azienda e ho p. iva per altri piccoli lavori indipendenti da tale azienda. Mi è stato chiesto dal titolare di fare un APE per una sua abitazione che lui ovviamente non può firmare. La questione è che, poichè sono in cassa integrazione per lui, non posso certo fargli una fattura (per giunta sono con il regime dei minini 2012). Vi chiedo se sia possibile firmare senza fatturare, anche se penso sia una cosa assurda, o potete suggerirmi come non perdere il lavoro, seppure piccolo, con un'altra soluzione.
Grazie a tutti
archin : [post n° 354827]
Fattura o non fattura?
Tra l'altro se hai un contratto di dipendenza, seppur in cassa integrazione non puoi firmare la certificazione perché è, secondo la legge, sempre conflitto di interessi, i proprietario non può certificare la propria abitazione tanto meno un dipendente del titolare regolarmente assunto.
E' confiltto di interesse anche solo per essere dipendente? Che cosa cambia se il committente mi paga come dipendente o come libero professionista? in entrambi i casi si fanno gli interessi del cliente, che in questo caso è il datore di lavoro.
Dove posso trovare, a livello normativo, i legami che generano conflitto di interesse?
grazie per la risposta
Dove posso trovare, a livello normativo, i legami che generano conflitto di interesse?
grazie per la risposta
Secondo me è conflitto d'interesse se agisci come dipendente perché cmq come tale fai i vantaggi del tuo titolare (il proprietario).
Il riferimento normativo, comunque, per quanto riguarda la legge nazionale è il D. Lgs 115/2008 sostituito dal DPR 75/2013 in cui si dice che il certificatore per edifici esistenti non deve avere alcun legame ne diretto ne indiretto con i produttori dei materiali e dei componenti e dei componenti in esso incorporati nonché rispetto ai vantaggi che ne possono derivare al richiedente, che in ogni caso non deve essere né coniuge ne parente sino al 4° grado.
Se invece l'immobile è in regione Lombardia la normativa è ancora più restrittiva (DGR 22/12/20018 n° VIII/8745 art. 16) dove si dice esplicitamente che il certificatore non deve essere coinvolto personalmente (proprietario) o cmq in qualità di dipendente, socio o collaboratore di una azienda terza coinvolta nelle attività di [...]
Infine non ti ho risposto per la fattura che deve essere cmq fatta in quanto la certificazione energetica (per lo meno in Lombardia, nelle altre regioni non so quanto costi e come vada fatto il pagamento) deve essere registrata al catasto energetico con una spesa di 10 euro di diritti di segreteria che vanno pagati dal portafoglio del soggetto certificatore ma in nome del cliente, quindi in qualche modo devi pur farteli rimborsare e soprattutto mettendo la firma sulla certificazione, hai, scusa il gioco di parole, certificato che hai fatto un lavoro che deve essere retribuito, se per caso dovessi subire un controllo fiscale, quella firma deve avere una corrispondenza in denaro, quindi con una fattura, se no per loro hai lavorato in nero e quindi sei un evasore, con tutte le conseguenze poi del caso.
Il riferimento normativo, comunque, per quanto riguarda la legge nazionale è il D. Lgs 115/2008 sostituito dal DPR 75/2013 in cui si dice che il certificatore per edifici esistenti non deve avere alcun legame ne diretto ne indiretto con i produttori dei materiali e dei componenti e dei componenti in esso incorporati nonché rispetto ai vantaggi che ne possono derivare al richiedente, che in ogni caso non deve essere né coniuge ne parente sino al 4° grado.
Se invece l'immobile è in regione Lombardia la normativa è ancora più restrittiva (DGR 22/12/20018 n° VIII/8745 art. 16) dove si dice esplicitamente che il certificatore non deve essere coinvolto personalmente (proprietario) o cmq in qualità di dipendente, socio o collaboratore di una azienda terza coinvolta nelle attività di [...]
Infine non ti ho risposto per la fattura che deve essere cmq fatta in quanto la certificazione energetica (per lo meno in Lombardia, nelle altre regioni non so quanto costi e come vada fatto il pagamento) deve essere registrata al catasto energetico con una spesa di 10 euro di diritti di segreteria che vanno pagati dal portafoglio del soggetto certificatore ma in nome del cliente, quindi in qualche modo devi pur farteli rimborsare e soprattutto mettendo la firma sulla certificazione, hai, scusa il gioco di parole, certificato che hai fatto un lavoro che deve essere retribuito, se per caso dovessi subire un controllo fiscale, quella firma deve avere una corrispondenza in denaro, quindi con una fattura, se no per loro hai lavorato in nero e quindi sei un evasore, con tutte le conseguenze poi del caso.