darchp : [post n° 478900]

Ridistribuziobe degli spazi

Salve, sono un architetto non iscritto all'albo (anche se ho passato l'esame di abilitazione) e di conseguenza non possessore di partita Iva e Inarcassa. Scrivo per ricevere qualche informazione in quanto mi è stato richiesto, tramite un amico, di fare un rilievo di un appartamento e la ridistribuzione degli spazi interni. La ragione per il quale non posseggo i requisiti per la libera professione è che sono dipendente di un'azienda e di certo non mi arrivano richieste di lavoro quotidiane, dunque ho preferito non iscrivermi. Come posso fare per restare nell'ambito della legalità fiscale?
Albo :
Senza p.iva e iscrizione a inarcassa ed assicurazione professionale, non puoi presentare nulla, non ci sono molte scappatoie.
ArchiFra :
Non puoi fare proprio nulla.
Per esercitare devi per forza essere iscritto all'albo, avere partita Iva e assicurazione obbligatoria.
La prestazione occasionale é vietata per la nostra professione
Darchp :
Certo che in questo paese ti invogliano proprio a non rispettare le regole. La questione è semplice, quello dell’interior designer non è quello che amo fare. Però se per una commessa che ricevo una tantum, soprattutto se non avrò ruolo di asseveratore ne tantomeno di D.L. ma semplicemente di disegnatore, devo pagare migliaia di euro tra iscrizione, p.iva, inarcassa e assicurazione allora sono invogliato a non essere in regola. Non è per mancanza di rispetto verso chi lo fa, ma è oggettivamente esagerato per chi come me non lo pratica quotidianamente. Una cosa tipo prestazione occasionale ovviamente con un certo limite per chi come me, come già detto, lo fa una tantum.
Albo :
Hai parlato di ridistribuzione degli spazi interni che per come lo intesa io è una ridistribuzione planimetrica. Se non tocchi pareri, ma fai solo interior, cosa per la quale non serve nessuna abilitazione.
Non devi presentare nessuna pratica quindi tutto il discorso decade, in quel caso puoi farlo con prestazione occasionale
lorenzo_px :
@Albo diciamo che anche sulla carta l'interior designer/home stager/decoratore d'interni non potrebbe fare un progetto di redistribuzione degli spazi, al massimo scegliere arredo e colori delle pareti ma per il resto gli oneri di riprogettare uno spazio restano e devono restare a tecnici abilitati, iscritti ad un albo e con p.iva.
ArchiFra :
Ridistribuzione spazi interni significa toccare le tramezze, non decidere di invertire il salotto con una camera
archspf :
"Certo che in questo paese ti invogliano proprio a non rispettare le regole." Rimango basito ogni volta che leggo una frase del genere.
"è oggettivamente esagerato per chi come me non lo pratica quotidianamente"
Esagerato è voler praticare una attività senza avere l'abilitazione: quanto domandi di poter fare presuppone una competenza comprovata che fino a prova contraria spetta alle professioni tecniche.
desnip :
Caro Darchp siamo sempre alle solite: quando un non abilitato/iscritto o pensionato vuole fare un lavoro di questo tipo una tantum effettua una concorrenza sleale perchè, non dovendo pagare tasse e contributi, e non dovendo fatturare, può praticare prezzi più bassi.
Accontentavi per piacere del vostro stipendio fisso o pensione, con ferie, malattie e tutto il resto e lasciate a noi la professione.
darchp :
Caro collega, a parte il fatto che sono abilitato, ma la competenza non la fa un’iscrizione ad un albo. Posso essere d’accordo su una questione etica, ma se parliamo di competenze, per il lavoro che svolgo, potrei esserlo molto più di te che sei titolare di una p.iva. Voglio concludere dicendo che il quesito posto era proprio per “lavorare” senza andare nel culo al prossimo per questioni “etiche”, perché di quello si tratta.
darchp :
Per la parte iniziale sono d’accordo. Eticamente, messa in questo modo, è scorretto. La seconda parte che scrivi però è carica quasi di disprezzo. A tutti piacerebbe la libera professione, penso sia il desiderio di tutti gli studenti quando iniziano la facoltà di architettura, ma non puoi mai sapere cosa c’è dietro la scelta di avere uno stipendio fisso. In questa community leggo sempre più giudizi e dita puntate che consigli e scambi di idee.
Archifish :
Al di là di giudizi personali e di questioni etico/filosofiche, fermo restando che nn mi è chiaro cosa si intenda, nel caso di specie, per "ridistribuzione degli spazi interni", credo che il tutto graviti attorno all'effettiva possibilità di operare legalmente ed in maniera fiscalmente regolare.
Ad oggi, la sola possibilità prevista per il doppio lavoro (dipendente + libera professione), passa attraverso l'apertura di partita IVA, con conseguenti oneri ed onori e l'adesione alla gestione separata (correggetemi se sbaglio il trattamento previdenziale). La prestazione occasionale non è nemmeno da prendere in considerazione, essendo non consentita.
Passando dalla teoria alla pratica, quindi, non resta che valutare la convenienza o meno del regolarizzare/adeguare la propria posizione alla potenziale commessa. Si tratti di solo RLV e/o di proposta progettuale che preveda interventi edilizi, c'è da domandarsi se il gioco valga la candela (ne dubito) o se sia molto più saggio rinunciare all'incarico.
Kia :
Ossignur, non si sta discutendo sulle capacità tecniche e non è nemmeno questione "etica"!!!!è una questione prettamente fiscale. C'è un modo lecito/limpido per essere pagati per queste prestazioni? Si o no? È questa la sola questione. Poi ogni volta si innescano discussioni con chi con contratto da dipendente vorrebbe fare anche altro sconfinando nella libera professione ...ma senza gli oneri che la stessa comporta. Vi aprite una p. Iva se il vostro contratto da dipendente ve lo consente, versate il 4% a inarcassa da non iscritti, vi pagate la GS e la assicurazione, ecc. ecc. Se ritenete che non ne valga la pena allora rispondete che fiscalmente non potete accettare incarichi perché siete lavoratori dipendenti e non c'è sistema di essere pagati.
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