Un "manifesto anticondono" promosso
da urbanisti, architetti e intellettuali mi vedrebbe come prima
firmataria. Una proposta di Gae Aulenti.
Legalizzare "mattone selvaggio" permetterà
allo Stato di incassare tra i 2 e i 3 miliardi di euro. Sanzione
prevista 100 euro al metro quadrato. La "sanatoria" potrebbe
interessare oltre 360 mila famiglie che hanno ampliato o costruito
fino a 250 metri quadrati. E' la terza in 18 anni.
Che cosa significa "condono edilizio"? Per capirlo, occorrerebbe
subito, adesso, una grande fotografia dell'Italia scattata dal satellite,
così vedremmo quanti piccoli e grandi cantieri si sono aperti
dal giorno in cui è stato annunciato il condono. Sono, credo,
centinaia di migliaia: si è aperto in Italia un grandioso
laboratorio di "formazione civile" perché alla
quantità di frodi edilizie, già evidenti, viene dato
oggi il potere di appestare ed esprimersi completamente.
La pratica del condono - abitudine tutta italiana, che all'estero
si stenta a comprendere - è doppiamente da condannare: primo,
perché incoraggia comportamenti illeciti; secondo, perché
penalizza i comportamenti corretti, offendendo i cittadini che rispettano
le regole. Il condono perdona ai furbi e dà uno schiaffo
agli onesti. Inoltre, ferisce profondamente coloro che da anni -
magari in solitudine, nel silenzio - si battono e consumano energie
per difendere le nostre coste, l'aria, il paesaggio.
Quanto all'ambiente intorno a noi, sarà un altro colpo durissimo.
Lungo le coste italiane tutti abbiamo visto case di un piano con
pilastri sul tetto, con i tondini di ferro che escono di un metro
già pronti ad accogliere i pilastri per il piano superiore.
Quindi, case più alte (ma anche più lunghe, perché
accostare una stanza a un'altra è facilissimo). Gli ecomostri
stanno lì ad aspettare sereni: anche per loro, chissà,
alla fine ci sarà qualche bugia o salterà fuori un
sotterfugio legale.
Lo scempio, lungo le nostre coste, è cosa fatta. Nelle città,
i tetti dei palazzi mostrano già una quantità rilevante
di abbaini: quest'attività continuerà, con una crescita
degli abitanti che renderà ancora più caotico e ingestibile
il tessuto cittadino, aumenterà i volumi di traffico e i
veleni nell'aria. Le periferie sornione, anche loro fremono di innumerevoli
attività edilizie che confermeranno ancora di più
il loro disastro originale. Mentre si cerca di sgombrare le falde
del Vesuvio per creare vie di fuga in caso di eruzione si fa un
bel condono, lasciando quasi tutti fatalisticamente tranquilli.
E le zone archeologiche accerchiate da veri paesi abusivi assenti
di opere di urbanizzazione? E i parchi nazionali, vere zone di equilibrio
ambientale, penetrati da costruzioni improvvise e patologiche?
Pagherà la collettività. Gli esperti hanno già
fatto i calcoli economici di quanto perderanno i cittadini - attraverso
le tasse comunali - per le demolizioni; ma poi si sa che la parola
demolizione non è così consueta in Italia né
l'abbattimento del costruito è un'esperienza così
diffusa. I Comuni dovranno pensare a portare fogne, strade, servizi
nei quartieri sorti senza regole e oggi avviati a beneficiare di
questo magnanimo perdono. Ancora una volta, le spese per demolizioni
e urbanizzazione saranno equamente ripartite: gli onesti pagheranno
tante tasse quante ne pagheranno - a meno di evasione fiscale -
coloro che hanno compiuto gli illeciti.
C'è un'altra questione da affrontare. Quali saranno i criteri
di questa ennesima sanatoria: quali e quante case, cioè,
saranno legalizzate? Bisognerà capire quale sarà la
superficie massima "illegale" che potrà essere
sanata: cento metri quadrati? Duecentocinquanta? Dicono, per giustificarsi,
che sarà un condono "leggero". Allora, con leggerezza,
si perdoneranno con il timbro dello Stato mille piccole mostruosità,
balconi e gazebo spuntati dal nulla, sopraelevazioni e cantine adattate
a "taverne"; ma è il momento di domandarsi se,
invece, non assisteremo a un autentico scempio ambientale, magari
grazie alle tante aree provvidenzialmente rese libere dal fuoco
in estate.
Io penso a Barcellona, al modo in cui l'amministrazione
di questa città, negli ultimi anni, si è condotta:
perseguendo un obiettivo di bellezza, dove bellezza significa anche
rigore, funzionalità, efficienza.
Per l'Italia, solo un sogno. Ma per impedire che anche questa sanatoria
abbia corso bisogna intervenire.
Gae Aulenti
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