SABINA CHIARA STERI | Madrid
E' cominciato, la scorsa settimana, il conto alla rovescia per
l'ampliamento del Museo di Arte Contemporanea Reina Sofia di Madrid,
quando l'architetto francese Jean Nouvel ha consegnato il suo progetto
definitivo al patronato del museo. Al termine dei lavori - previsto
per la fine del 2003 - l'attuale pinacoteca, inaugurata nel 1992,
potrà contare in 26.892 metri quadrati in più rispetto
agli attuali 49.167 e in un 50 per cento in più di superficie
destinata all'esposizione, per un costo di 12.500 milioni di pesetas.
Jean Nouvel propone un intervento "soave e naturale" nel
rispetto e "all'ombra" dell'attuale sede del museo, l'antico
ospedale "San Carlos" di Madrid, progettato nel Settecento
dall'architetto italiano Francesco Sabatini.
I protagonisti del progetto sono la luce, il vetro, lo zinco e
l'acciaio, quattro elementi che combinati insieme caratterizzeranno
i tre nuovi edifici collegati tra loro da una singolare soluzione
architettonica per la quale risulta riduttivo utilizzare la parola
tetto e che, secondo l'autore, sarà un elemento molto importante
per la poetica dell'edificio.
I tre edifici - che daranno vita a un "piccolo quartiere"
- ospiteranno le nuove sale per le esposizioni temporanee, dove
la luce filtrerà attraverso vetrate di sette metri di altezza
dotate di persiane di alluminio molto sofisticate, un auditorio
con una capacità di 450 persone, sale destinate a corsi di
formazione e una grande biblioteca di arte a vari livelli con il
soffitto di vetro e pannelli modulari - una "biblioteca di
luce, pensata e progettata per il lettore", spiega Jean Nouvel
- dove potranno essere conservati 250 mila volumi. La collezione
permanente verrà ospitata al terzo piano dell'edificio Sabatini.
Una nuova entrata di 12 metri per 18 di acciaio inossidabile accoglierà
il visitatore. All'interno una piazza coperta con la caffetteria
e il ristorante che Nouvel vuole trasformare in uno spazio pubblico
e protetto dai rumori del traffico della città, uno spazio
ospitale e sereno - dove forse potrà essere ubicata anche
una fonte e opere d'arte - un luogo, insomma, in grado di trasmettere
architettonicamente il piacere di potersi fermare.
Tutto il contrario di ciò che rappresenta la piazza attraverso
la quale oggi si accede al museo, fredda, impersonale, in sostanza
priva - secondo Nouvel - di una nozione di urbanismo e perciò
destinata anch'essa nelle intenzioni dell'architetto a una ristrutturazione
in armonia con quella della pinacoteca.
Al termine dei lavori secondo Nouvel avrà origine il dialogo
basato sul contrasto tra due opere architettoniche: l'austero, enorme
e opaco edificio del Settecento e l'altro più vivo, liviano
e moderno "Tali differenze creeranno tensioni. Da ciò
nasce il piacere di andare o restare da qualche parte. Alla fine
dei conti questa è l'architettura".
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