Sorge in una zona periferica della città di Barcellona, tra numerosi grattacieli, la Torre 5 degli architetti Roldán + Berengué destinata a residenze a basso costo. Nonostante i suoi 15 piani intende conquistare una scala più vicina alla dimensione umana e cittadina, un principio che, unito alla sensibile scelta di materiali e all'accurata progettazione di uno spazio di transizione tra luogo pubblico e privato, fa della torre un'architettura ben lontana dal semplice contenitore di alloggi sociali.
© Roldán + Berengué
Torre 5 è frutto di un concorso lanciato nel 2005 dalla Incasól, un ente pubblico catalano operativo nello sviluppo della politica del suolo e dell'abitazione. Tra grattacieli a varia destinazione, la nuova costruzione doveva ospitare alloggi sociali in uno degli ultimi spazi liberi rimasti nella sequenza di piazze che si susseguono lungo la direttrice della Gran Vía de les Corts Catalanes: una grande strada a scorrimento veloce che da Barcellona corre in direzione Llobregat.
© Roldán + Berengué
Il luogo è Plaza Europa, parte del master plan firmato Viaplana & Piñón, una nuova zona centrale tra Hospitalet de Llobregat e Barcellona dove sorgono torri che concentrano funzioni residenziali, uffici, spazi pubblici e privati.
Nel rispetto dell'edilizia consolidata della vicina Hospitalet de Llobregat, la nuova architettura viene concepita in modo da avvicinarsi ad una dimensione apparentemente più "umana", nonostante i suoi 15 piani. Per questo viene messo in atto un espediente che si basa sull'idea di concepire la torre immaginando, già in fase progettuale, di osservarla attraverso inquadrature cinematografiche sempre più ravvicinate.
© Roldán + Berengué
Da lontano l'edificio può essere assimilato ad una costruzione di 5 piani. Ogni 3 livelli la facciata con le sue aperture viene trattata come se fosse un unico interpiano, in questo modo, chi la percepisce da lunga distanza ha l'impressione di avere davanti un'architettura di altezza più modesta.
La vista ravvicinata si concentra sul dettaglio delle finestre, che raggruppando le aperture di 3 piani consecutivi hanno altezza di 10 metri e si differenziano per profondità, che varia da 0,50 a 1,2 metri. Questa composizione enfatizza la concezione delle finestre e dei relativi affacci come tribune inverse, che danno verso l'esterno dell'edifico. Inoltre, ad annullare il senso di vertigine che delle aperture così conformate potrebbero dare, viene sempre introdotto un elemento intermedio: un architrave, un montante o un balcone a seconda della tipologia di bucatura.
© Roldán + Berengué
La scelta degli elementi per l'assemblaggio delle facciate nasce da uno studio comparativo di più soluzioni costruttive, in cui i progettisti hanno preso in considerazione più componenti, in particolare: l'origine naturale dei materiali e la possibilità di riciclo alla loro dismissione. La selezione ha portato all'impiego di una facciata ventilata con pannelli HPL con due diverse gradazioni di grigio e di pannelli laminati in fogli di soli 8mm di spessore agganciati a strutture nascoste in alluminio riciclato. Le cornici nere sono anch'esse di alluminio, con peso molto ridotto ed ottima resistenza rispetto a materiali con caratteristiche simili.
Riassumendo, ogni materiale usato è riciclabile, quelli in facciata lo sono per una percentuale compresa tra il 65 e il 100%.
In pianta spazi connettivi comuni e i collegamenti verticali dividono l'edificio in due torri, ciascuna delle quali ospita due appartamenti estremi di 69mq e uno centrale di 56mq. Per un totale di 75 unità abitative.
© Roldán + Berengué
Al piano terra una strada a forma di T costituisce l'accesso, si tratta di uno spazio dal volume generoso ma al contempo moderato nella scelta di materiali e nelle proporzioni. Sicuramente inusuale per dimensioni e concezione, in una architettura che è pur sempre destinata ad ospitare alloggi sociali.
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