Gli architetti Andrea Dalmasso e Juliana Macarena Gonzalez Ricaurte si aggiudicano il primo posto ex-aequo al concorso Hortocontest, lanciato da Lanificio Factory per la progettazione di un orto metropolitano sulla terrazza della sua sede di Via di Pietralata 159 A a Roma. La terrazza è dunque quella del Lanificio 159, cittadella dell'arte e dell'architettura, situata nel complesso post industriale del Lanificio Luciani, una ex fabbrica di lana immersa nella riserva naturale dell'Aniene.
Il concept nasce dall'idea di osservare la natura con un duplice obiettivo: trarne insegnamenti e contemplarne i mutamenti stagionali, godendo della sua bellezza. Dalla scansione dei ritmi della natura si comprende infatti come poter gestire un orto e dalla trasformazione del verde, ad opera dei cicli stagionali, si può osservare come muta lo spazio al cambiare dei colori.
La terrazza viene così concepita come un "orto in cornice" e la duplice valenza dell'osservare si sdoppia in due diversi modi di vivere l'orto. L'orto occupa infatti solo una parte della terrazza e il suo spazio è delimitato da un muro verde che lo divide dalla restante copertura; si può essere dunque dentro e fuori dall'orto. Dall'interno lo si vive coltivandolo, dall'esterno lo si osserva attraverso delle cornici praticate nel divisorio verde. Si crea così una vera e propria galleria d'arte, dove le opere esposte diventano i colori dell'orto che cambiano a seconda della stagione.
I muri verdi sono composti da telai metallici e cavetti in acciaio che permettono la rapida crescita di piante rampicanti mimetizzando il progetto con il contesto circostante. All'interno dell'orto pallet e cassoni in legno sono impilati raggiungendo diverse altezze, in questo modo oltre a riproporre i terrazzamenti tipici delle zone collinari, vengono create superfici adatte ad usi differenziati a seconda della quota raggiunta. Su di esse si può sostare, sedersi e coltivare.
Al centro dell'area di intervento è posizionato un padiglione, una struttura ecologica e dinamica, interamente costruita in legno. Tre facce sono rivestite completamente in pallet mentre dieci moduli rivestiti in policarbonato, sono posizionati sui due lati che si aprono completamente all'orto. Come porte scorrevoli possono impacchettarsi al lato della struttura e aprire o chiudere completamente il padiglione. Una struttura flessibile, che può cambiare a seconda delle diverse esigenze dell'orto e dei suoi eventi.
L'intervento prevede la suddivisione dello spazio in 3 settori, tesa ad organizzare la rotazione dei coltivi; si prevede infatti di variare la coltivazione delle specie per cicli produttivi. Dietro il padiglione trova invece posto il settore delle erbe aromatiche, caratterizzate da bassi consumi di sostanze nutritive e quindi ripiantabili nella stessa zona. I vasi si immaginano diversificati a seconda del settore a cui appartengono con dei semplici numeri applicati tramite stencil; lo scopo è evitare di confondere il settore e quindi rovinare il processo di rotazione.
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