La scuola del futuro aprirà al territorio e sarà fatta di luoghi polifunzionali e di arredi flessibili. L'aula smaterializzerà i suoi confini per ampliarsi verso gli spazi connettivi. Sarà formata da pareti trasparenti, per condividere le attività che si svolgono al suo interno. Si adatterà al lavoro di gruppo ma non sarà il principale spazio per la didattica: in micro-ambienti, tutti di pari dignità, si svolgeranno le attività più diversificate, anche solo deputate al relax, allo studio individuale o alle grandi riunioni.
Sono alcuni dei principi dettagliati dal MIUR nelle linee guida per la progettazione di edifici scolastici emanate dopo il parere della Conferenza Unificata. I principi accolgono le rinnovate metodologie didattiche e l'inevitabile "ingresso a scuola" delle nuove tecnologie digitali. I principi non sono del tutto estranei alle scuole italiane di nuova progettazione: ne sono un esempio, solo per citarne alcuni, la Scuola Primaria a Cenate Sotto, progettata da Tomas Ghisellini o l'esito del concorso internazionale per l'ampliamento a scuola comunale d'infanzia e primaria all'interno del Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia.
Le linee guida lasciano comunque libertà al progettista. Nessuna prescrizione particolare è contenuta nel documento: non si stabiliscono superfici minime da destinare a ciascun alunno, come nell'impostazione del Decreto ministeriale del 1975, né valori di illuminamento da rispettare. L'approccio è invece di tipo prestazionale: sono definiti criteri di carattere generale diversamente declinabili dai progettisti.
L'aula deve saper evolvere
L'aula resta uno spazio prevalentemente pensato per le lezioni frontali, ma è anche un ambiente che sa evolvere a seconda delle necessità. Gli spazi per il lavoro di gruppo devono favorire un clima positivo, adattarsi alle varie esigenze, con arredi flessibili capaci di generare configurazioni diverse. Pareti scorrevoli favoriscono il coinvolgimento di più classi alla medesima attività e possono "aprire" l'aula verso spazi comuni.
Una scuola meno "anemica" e attenta al benessere psico-fisico
L'immagine che si prospetta nel documento è quella di una scuola moderna attenta al benessere fisico e psichico dei suoi alunni. Nella scuola del futuro devono essere progettati spazi individuali, adatti alle esigenze del singolo, separati dalle aule, dove studiare, leggere e organizzare le proprie attività, utilizzando strumenti tecnologici e connettendosi alla rete. A questi si affiancano spazi per l'apprendimento informale ed il relax, dotati di pouf, sedute confortevoli o tappeti dove distaccarsi dalle attività scolastiche per interagire in maniera informale con altre persone.
La scuola deve perdere il suo carattere di monotonia e valutare i materiali anche in base alla loro qualità estetica. Per i bambini più piccoli l'ambiente deve essere variegato e sensorialmente interessante, colorato e luminoso, per stimolarli nella loro crescita.
La scuola si apre al territorio
La scuola, inoltre apre al territorio ed alla comunità locale, come un centro civico in grado, con le sue funzioni ed attrezzature, di valorizzare le istanze sociali, formative e culturali. L'auditorium, le sale musica, da prevedere nei complessi di maggiori dimensioni, ma anche le cucine e le mense - come atelier sul cibo - possono diventare punti di aggregazione sociale. Filtro tra l'interno della scuola e il territorio, è lo spazio esterno - con spazi protetti seppure all'aperto, con portici, giardini d'inverno, gazebo - altrettanto curato come l'interno.
di Mariagrazia Barletta architetto
Per approfondire:
MIUR, Scuola, varate in Conferenza Unificata le nuove linee guida per l'edilizia scolastica
Norme tecniche-quadro, contenenti gli indici minimi e massimi di funzionalità urbanistica, edilizia, anche con riferimento alle tecnologie in materia di efficienza e risparmio energetico e produzione da fonti energetiche rinnovabili, e didattica indispensabili a garantire indirizzi progettuali di riferimento adeguati e omogenei sul territorio nazionale
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