I parametri per la determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara negli appalti di servizi per architetti e ingegneri, elaborati dai ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture, sono largamente disattesi. Solo il 20% dei bandi li applica correttamente. Il dato proviene da un'indagine condotta dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri sui bandi pubblicati a febbraio.
Anche se la stessa indagine registra un miglioramento nell'applicazione del decreto 143/2013, a gennaio infatti solo il 10% delle gare faceva ricorso in maniera corretta ai parametri ministeriali, il CNI resta in allerta. «Il CNI - afferma il presidente degli ingegneri, Armando Zambrano - continua ad inviare ogni settimana decine di segnalazioni alle stazioni appaltanti che non rispettano legge. Ci auguriamo di essere presto affiancati in questa azione di sensibilizzazione dalle autorità preposte al controllo sull'attività delle stazioni appaltanti. In particolare ci auguriamo che l'Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici voglia esprimere una sua posizione netta nella determinazione che presto sostituirà la n. 5 del 2010 e che attualmente è in fase di predisposizione».
Gli ingegneri difendono il rispetto dei parametri: «Il DM n.143, entrato in vigore lo scorso 21 dicembre, fissa parametri ben precisi ai quali è obbligatorio fare riferimento» si legge in un comunicato diffuso sul sito del Centro studi del CNI. Il quale fa anche notare come, in caso di mancato intervento, sia molto alto il rischio di contenzioso.
L'AVCP ha avviato un tavolo tecnico con le professioni interessate per revisionare la determinazione 5/2010 contenente le Linee guida per l'affidamento dei servizi attinenti all'architettura e all'ingegneria, ormai superata a causa della novità legislative che si sono succedute dopo la sua pubblicazione. La richiesta degli ingegneri è che nella determinazione venga ribadito l'obbligo, negli appalti di servizio per architetti ed ingegneri, di far ricorso ai parametri del Dm 143/2013.
Che l'utilizzo dei parametri sia obbligatorio viene desunto dal decreto "Cresci Italia" (decreto 83/2012). Eliminate le vecchie tariffe, il provvedimento prevedeva l'emanazione del Regolamento che provvedesse a fissare i parametri per le gare di progettazione. Regolamento sfociato nel DM 143/2013. E, all'articolo 5, il "Cresci Italia" prevedeva: «Ai fini della determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara nelle procedure di affidamento di contratti pubblici dei servizi relativi all'architettura e all'ingegneria di cui alla parte II, titolo I, capo IV del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, si applicano i parametri individuati con il decreto di cui al primo periodo, da emanarsi, per gli aspetti relativi alle disposizioni di cui al presente periodo, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti».
Il decreto, in definitiva, non sembra aprire a misure alternative per la determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara. E su questo che le professioni interessate, gli ingegneri in prima linea, si battono.
di Mariagrazia Barletta
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