Equo compenso: l'ok al Ddl per gli avvocati potrebbe spianare la strada alle altre professioni

Con l'approvazione del disegno di legge sull'equo compenso degli avvocati, licenziato ieri in CdM, ha qualche speranza in più il provvedimento (in esame al Senato) che estende in ambito privato l'applicazione dei parametri minimi di riferimento per architetti e ingegneri.

Il Consiglio dei ministri del 7 agosto ha licenziato un disegno di legge che detta nuove disposizioni in materia di equo compenso e clausole vessatorie nel settore delle prestazioni legali. «È una proposta che parla ai giovani e alle professioni». Così il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha commentato l'emanazione del provvedimento, mostrando un'apertura verso le altre professioni che chiedono da tempo l'introduzione dell'equo compenso, dopo l'abolizione delle tariffe prima con la legge Bersani e poi con i provvedimenti del Governo Monti.  «Con questa iniziativa vogliamo mettere in campo una prima risposta, che mi auguro possa avere un consenso largo in Parlamento e un binario rapido per essere approvata», ha continuato. 

Il disegno di legge appena licenziato potrebbe dunque aprire un varco per le altre professioni ordinistiche, che di sicuro - dati il precedente, concretizzatosi con il nuovo Ddl per gli avvocati, e l'apertura dimostrata dal ministro Orlando - continueranno il loro pressing con maggiore convinzione per ottenere risultati entro la fine della legislatura. I professionisti, tra cui anche architetti e ingegneri, erano già scesi in piazza lo scorso maggio per chiedere una legge sull'equo compenso e l'introduzione dei minimi tariffari. Un'azione incoraggiata dalla sentenza della Corte di giustizia Ue dell'8 dicembre 2016, che sancisce la legittimità dei minimi tariffari inderogabili negli Stati dell'Unione. 

L'argomento è stato poi affrontato in un disegno di legge presentato da Maurizio Sacconi  in Senato. L'esame è iniziato lo scorso 5 luglio in Commissione Lavoro.

IL TESTO DEL DDL
Disposizioni in materia di equità del compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate

Cosa prevede il disegno di legge in esame al Senato

 Il disegno di legge ha l'obiettivo di tutelare l'equità del compenso dei professionisti iscritti ad un Ordine o Collegio professionale. In particolare, viene considerato non equo qualsiasi onorario inferiore ai minimi stabiliti dai parametri fissati per la liquidazione dei compensi dei professionisti. Si tratta dei parametri di riferimento per le liquidazioni giudiziali, emanati con decreto del Ministero della Giustizia nel 2012  e dei parametri stabiliti dal decreto ministeriale, voluto dal nuovo Codice degli appalti, per la determinazione dei corrispettivi da porre a base delle gare di appalto di servizi di architettura e ingegneria (Decreto del Ministero della Giustizia del 17 giugno 2016). Con il Correttivo al Codice degli appalti (DLgs 56 del 2017) l'utilizzo dei parametri è divento obbligatorio per le stazioni appaltanti, ma se il disegno di legge in esame a Palazzo Madama andasse in porto, per gli architetti e gli ingegneri i parametri sarebbero utilizzati anche nei rapporti con i privati.

«Si presume, fino a prova contraria - si legge nel testo del Ddl -  manifestamente sproporzionato all'opera professionale e non equo un compenso di ammontare inferiore ai minimi stabiliti dai parametri per la liquidazione dei compensi dei professionisti iscritti agli ordini o collegi». Inoltre il disegno di legge considera nulle tutte le clausole o patti che prevedono per il professionista un compenso non equo e dunque inferiore ai minimi.

Mariagrazia Barletta

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