Iniziano a comporsi le tessere intorno al débat public dopo la pubblicazione, in Gazzetta ufficiale, del Dpcm che ha introdotto nell'ordinamento italiano il particolare e utile strumento, pensato per coinvolgere le comunità nelle scelte che riguardano la realizzazione di opere infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale, aventi un certo impatto sull'ambiente, sulle città e sull'assetto del territorio. Il dibattito pubblico, se tutto sarà pronto, diventerà operativo dal 24 agosto (data in cui il Dpcm andrà in vigore).
Tra i tasselli mancanti, il decreto delle Infrastrutture sui livelli di progettazione, che servirà anche a definire il progetto di fattibilità in due fasi. Un passaggio molto utile, che potrebbe migliorare le procedure dei concorsi di idee e di progettazione, andando ad alleggerire il carico di lavoro a cui solitamente sono sottoposti i concorrenti durante la fase di gara.
Arrivano le prime nomine della Commissione nazionale per il dibattito pubblico
Manca all'appello il decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) che serve per istituire la Commissione nazionale per il dibattito pubblico (deve essere emanato entro l'8 settembre), nel frattempo arrivano le prime nomine. La Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome ha designato i primi membri (i nomi dei rappresentanti delle Regioni nell'atto di nomina), lo stesso ha fatto l'Upi (Unione delle Provincie d'Italia) e nella prossima seduta della Conferenza unificata del 26 luglio sarà fatto anche il nome del rappresentante dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani).
Alla Commissione nazionale sono affidati compiti rilevanti nell'ambito del dibattito pubblico, tra questi il monitoraggio del corretto svolgimento della procedura, del rispetto della partecipazione del pubblico, nonché della necessaria informazione durante lo svolgimento del dibattito. Essa sarà composta da due rappresentanti (di cui uno con funzione di presidente) nominati dal Mit, da tre membri designati dal presidente del Consiglio dei Ministri, da cinque rappresentanti dei ministeri dell'Ambiente, dello Sviluppo economico, dei Beni culturali e della Salute. Infine da cinque rappresentanti scelti dalla Conferenza unificata, due nominati dalle Regioni, uno dall'Upi e un altro dall'Anci. Come stabilito dal Dpcm ai componenti della Commissione, che restano in carica cinque anni, non sono dovuti compensi, gettoni, emolumenti, indennità o rimborsi.
Per le modalità, la procedura e le opere soggette al dibattito pubblico si rimanda all'articolo: Il Débat public finalmente introdotto anche in Italia: il decreto è in Gazzetta ufficiale
Serve definire il progetto di fattibilità in due fasi
Dunque, il progetto "Débat public" va avanti, ma c'è anche un altro tassello mancante: bisogna definire i contenuti del progetto di fattibilità in due fasi. Il dibattito pubblico si svolgerà, infatti, nelle fasi iniziali della progettazione in riferimento al progetto di fattibilità tecnica ed economica o al documento di fattibilità delle alternative progettuali.
Per le opere soggette al dibattito pubblico, dunque, il progetto di fattibilità può essere articolato in due fasi successive di elaborazione. In particolare, nella prima fase il progettista individua ed analizza le possibili soluzioni progettuali alternative, ove esistenti, e redige il documento di fattibilità delle alternative progettuali. Nella seconda fase si arriva alla definizione del progetto di fattibilità tecnica ed economica (tale livello di definizione progettuale - va ricordato - è stato istituito dal nuovo Codice degli appalti in sostituzione del progetto preliminare).
Ciò che manca ancora è il decreto del Ministero delle Infrastrutture, emanato su proposta del Consiglio superiore dei lavori pubblici, di concerto con i ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali, che deve definire i contenuti dei tre livelli di progettazione. Un decreto atteso da tempo, attuativo del Codice dei contratti pubblici. Decreto di cui si sono perse le tracce, le ultime risalgono allo scorso marzo, quando la tabella pubblicata dal Mit, per fare il punto sui decreti attuativi del Codice emanati e da emanare, indicava che «in data 20 marzo 18 il nuovo testo, che ha recepito le disposizioni del Correttivo al Codice dei contratti pubblici, è stato sottoposto nuovamente al concerto del Mattm e Mibact».
Il progetto di fattibilità in due fasi importante tassello anche per i concorsi di progettazione
Definire i contenuti del documento di fattibilità delle alternative progettuali potrà servire (se gli enti banditori ne comprenderanno l'utilità) ad alleggerire il lavoro dei partecipanti ai concorsi di progettazione e di idee. Il Correttivo al Codice ha infatti stabilito che per i concorsi di progettazione e di idee, la definizione del progetto di fattibilità tecnica ed economica può avvenire in due fasi. La prima - che impegna tutti i concorrenti - riguarda l'analisi e l'individuazione delle possibili alternative progettuali; la seconda - riservata al solo vincitore - prevede l'elaborazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica vero e proprio, da consegnare entro sessanta giorni dalla data di approvazione della graduatoria.
Il progetto di fattibilità tecnica ed economica viene suddiviso in due successive fasi di elaborazione, ed è solo il vincitore ad arrivare a definire il progetto di fattibilità vero e proprio. Durante il concorso, i concorrenti si fermano ad un livello di definizione inferiore, ossia al documento di fattibilità delle alternative progettuali.
Per approfondimenti si rimanda all'articolo: Concorsi di progettazione e di idee: con il Correttivo al Codice degli appalti arriva il progetto di fattibilità in due fasi
di Mariagrazia Barletta
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