Quattro concorsi vinti in un anno: bilancio positivo per il 2020 (non ancora concluso) per Colombo/Molteni Larchs architettura che si è appena aggiudicato un'altra competizione. Lo studio di Cantù (Como), con Alessandro Gaffuri giovane professionista, conquista il primo posto al concorso di progettazione per la riqualificazione del centro storico di Vervio, piccolo paesino - di poco più di 200 anime - dell'Alta Valtellina (a pochi chilometri da Tirano).
L'atelier fondato da Emanuele Colombo e Paolo Molteni solo qualche mese fa aveva conquistato il primo posto per la riqualificazione della piazza principale di Coredo (Tn), preceduto da un'altra doppietta, messa a segno con i progetti per la piazza del municipio a Valdobbiadene (Tv) e per la rinascita del rifugio Guido Corsi sullo Jof Fuart (con Baserga e Mozzetti).
A giudicare i progetti per il centro storico di Vervio è stata una giuria qualificata, presieduta dall'architetto e urbanista (co-fondatrice nel 1990 dello studio con Bernardo Secchi, scomparso nel 2014) Paola Viganò che, tra l'altro, ha vinto numerosi concorsi internazionali di progettazione, in ultimo quello per la riqualificazione del waterfront di Lecco, conclusosi lo scorso 28 settembre.
La «spina dorsale» del progetto è un nuovo asse di connessione tra la chiesa parrocchiale, di Sant'Ilario, e il vicino edificio polifunzionale il cui impatto con il contesto - come richiesto dal bando - deve essere mitigato.
Spazi pubblici dilatati in un sistema di terrazzamenti
«Il progetto definisce una nuova misura del nucleo storico di Vervio, a partire dalla dilatazione dello spazio dalla vocazione civica e pedonale recentemente rinnovato. La chiesa di Sant'Ilario diventa cerniera di un sistema continuo di ambiti pubblici», spiegano i progettisti. «L'orografia, le presenze architettoniche, paesaggistiche e funzionali, i segni della storia - continuano -, trovano nel progetto una sintesi spaziale unitaria e continua, densa di possibilità relazionali».
Il progetto suggerisce la creazione di un sistema multilivello di spazi pubblici che si concretizza in una struttura terrazzata il cui perno è definito, da un lato, dalla piazza della chiesa e, dall'altro, dall'edificio polifunzionale. Lo spazio pubblico viene così riordinato e dilatato in un riequilibrio di funzioni che prevede anche la riconnessione tra i paesaggi. Strategica per l'ottenimento di questi obiettivi è la scelta di collocare il campo da calcetto in erba sintetica (richiesto dal bando) sulla copertura attualmente incompleta dell'edificio polifunzionale.
«Il progetto di paesaggio - aggiungono gli architetti - trova in una nuova fontana l'elemento di cerniera fra le nuove giaciture e le quote altimetriche rinnovate (e ritrovate), dando continuità ai diversi ambiti funzionali. Il nuovo asse civico urbano, innestato in un sistema ambientale continuo che dalla montagna arriva alle sponde dell'Adda, diventa il cuore di un centro storico rinnovato, riscoperto, amplificato».
L'integrazione e la mitigazione ambientale del nuovo edificio polifunzionale e del parcheggio pubblico in copertura si basano sul riequilibrio dei volumi e dei fronti. «Elementi aggiunti ma integrati, rifunzionalizzazione degli ambiti, eliminazione del superfluo e implementazione delle connessioni verticali completano l'edificio esistente senza operazioni di maquillage», «i fronti dell'edificio vengono addomesticati, ritrovano misura perdendo la sensazione del "fuori scala"», concludono i progettisti.
di Mariagrazia Barletta
pubblicato il: