Ontario (Canada), nasce il Film Institute a servizio della creatività indigena firmato Stefano Pujatti (Elastico Farm)

Il progetto in esposizione (in anteprima) al Padiglione Italia della 17esima Biennale di Architettura

di Mariagrazia Barletta

Sull'isola Manitoulin sul Lago Huron, in Ontario (Canada), sta per prendere forma la nuova sede del Weengushk film institute (Wfi), un centro di formazione cinematografica e televisiva senza scopo di lucro che punta a valorizzare il potenziale creativo e i talenti dei giovani indigeni e delle minoranze a rischio.

Il progetto è di ELASTICOFarm, lo studio di architettura con sedi a Torino e a Toronto, guidato dall'architetto italiano Stefano Pujatti, colto sperimentatore di soluzioni materiche innovative e ad alto grado di espressività, ed è realizzato in collaborazione con Kfa Architects and Planners di Toronto. Con lo studio canadese, ELASTICOFarm (co-fondata con Alberto Del Maschio e Sara dal Gallo) aveva già progettato la «Maison Glacé», un esperimento teso a mettere l'architettura in relazione con l'ambiente, facendo i conti con il rigido clima invernale di Toronto, un concept innovativo che sfrutta le proprietà isolanti del ghiaccio.

Weengushk film institute, installazione al Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia, fotografia di Lisa Pujatti e Leonardo Dubois

 Elastico Farm, Weengushk Film Institute, fotomontaggio

Celebra la ricca cultura originaria del luogo, le sue tradizioni e i suoi miti, così come il magnifico contesto naturale, il progetto del Weengushk film institute, presentato in anteprima al Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia (22 maggio - 21 novembre 2021), curato da Alessandro Melis e dedicato alle comunità resilienti.

Il luogo: la più grande isola d'acqua dolce al mondo

Weengushk film institute, installazione al Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia, fotografia di Lisa Pujatti e Leonardo Dubois

Elastico Farm, Weengushk Film Institute, schizzo

L'acclamata regista, artista e attivista Shirley Cheechoo, nonché fondatrice (nel 2002) del Weengushk Film Institute, centro che si propone di raccogliere, preservare e rappresentare nuove voci dalle comunità emarginate, ha incontrato Stefano Pujatti, il consiglio di amministrazione del Wfi e lo studio locale KFA Architects and Planners per individuare le condizioni ambientali ideali per sostenere il programma di crescita dell'istituto a Manitoulin Island.

Il confronto è culminato nell'individuazione del luogo ideale per la costruzione, situato sulla costa occidentale dell'isola, in fondo a un sentiero che attraversa una fitta foresta. Tre i principi basilari scelti da Elastico Farm per dare forma e consistenza al progetto: limitare l'impatto della struttura sul paesaggio, valorizzare la vista sullo spettacolare contesto, infine, mantenere una certa distanza di sicurezza dalla linea di costa e dalla sua fauna.

Il mito della tartaruga come suggestione iniziale

Le storie orali dei nativi americani raccontano di una tartaruga che tiene il mondo sul dorso e Turtle Island è anche il nome usato da alcuni indigeni per indicare il Nord America. Ed è a questo mito che Shirley Cheechoo ha voluto far riferimento per la nuova architettura. Il progetto si impossessa della suggestione elevandola a simbolo di identità, cultura, autonomia e di un profondo rispetto per l'ambiente.

Weengushk film institute, installazione al Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia, fotografia di Lisa Pujatti e Leonardo Dubois

Elastico Farm, Weengushk Film Institute, schizzo

Riferendosi al carattere mobile della tartaruga, che innalza il carapace dal suolo per mezzo delle sue zampe, l'edificio si stacca da terra attraverso i pilastri, in modo da creare al di sotto di esso spazi esterni ombreggiati per gli incontri della comunità. Il nuovo Wfi è immerso nel bosco pur rimanendo facilmente accessibile dalla strada di accesso. Il suo cuore è occupato da una grande sala conferenze da 600 metri quadrati attorno alla quale ruotano: laboratori didattici, teatri, aree di produzione e post- produzione, archivi e uno spazio per il ristoro. 

L'installazione dalla forte impronta materica

Al Padiglione Italia il progetto è presentato attraverso un'installazione concepita da Elastico Farm in collaborazione con StudioErrante Architetture e Davide Tommaso Ferrando. Si tratta di un grande modello in rete metallica di 3,5 per 1,5 metri segnalato da una sorta di totem. L'imponente struttura metallica, una trave in acciaio profilato di recupero alla quale sono state parzialmente distaccate le ali e poi intagliata con la fiamma ossidrica, allude al futuro edificio del Weengushk film institute e ha una forte impronta materica che richiama la formazione di Stefano Pujatti al Southern California Institute of Architecture (SCI-Arc) nei primi anni '90, il suo interesse per il movimento italiano dell'Arte povera e le sue prime esperienze professionali con Coop Himmelb(l)au.

Weengushk film institute, installazione al Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia, fotografia di Lisa Pujatti e Leonardo Dubois

In alto, su questa struttura, è appeso un vestito rosso. Rappresenta il drammatico simbolo per le molte donne First Nation che vengono rapite ed uccise ogni anno in Nord America.

Crediti del progetto

Weengushk Film Institute
Luogo: Manitoulin Island sul Lago Huron, Ontario, Canada

Architetto: Elastico Farm (www.elasticofarm.com)
con KFA Architects and Planners (www.kfarchitecture.com)

Consulenza culturale: Dr. Shirley Cheechoo, Nano Debassige e Randy Trudeau
Business consultants: MNP LLP

Progetto dell'installazione alla Biennale di Architettura:
Elastico Farm con StudioErrante Architetture e Davide Tommaso Ferrando

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