Nuovo disegno, nuova identità per Piazza Martiri d'Ungheria, oggetto del concorso di progettazione indetto lo scorso luglio dal Comune di Vibo Valentia, per rigenerare e valorizzare uno spazio fondamentale per la vita cittadina, da sempre luogo di incontro e di scambio intergenerazionale.
La proposta di Raffaele Sarubbo, Sara Maduro e Luca Covello - vincitori del concorso - ricorda il passato, riflette sul presente e si proietta nel futuro, rispondendo - come richiesto dal bando - alla volontà dell'amministrazione di ridare a questo grande spazio pubblico urbano il ruolo di centralità.
Sono le geometrie razionaliste dei prospetti del municipio e dell'istituto comprensivo "Garibaldi - Buccarelli" a dettare la regola del modulo, in un disegno semplice ed elementare, fatto di forme pure, che contribuisce a definire lo spazio e le gerarchie di utilizzo, rispettando il suo carattere di nodo cruciale tra l'asse storico strutturato e il suo prolungamento di recente formazione.
"La matrice" - spiegano i progettisti - "diventa base e regola del disegno dello spazio, definendo allo stesso tempo le aperture e le relazioni visuali, garantendo la continuità spaziale dell'intervento e diversificando gli spazi senza compromettere l'unitarietà globale".
L'acqua, poi, diviene elemento simbolico, rievocazione della storica relazione di Vibo Valentia con il Mediterraneo e, a tutti gli effetti, elemento costruttivo e costituivo del paesaggio nel contesto urbano, esplicitato nel disegno delle pendenti e del sistema di drenaggio che caratterizza e tesse le relazioni tra le parti.
Attraverso leggeri abbassamenti di quota, il progetto definisce uno spazio centrale, punto focale della vivibilità della piazza, attorno a cui si sviluppano le altre fasce. La coerenza stilistica è affidata all'omogeneità dei materiali utilizzati, e all'inserimento di elementi caratterizzanti che connotano la piazza senza trascurare i principi di sostenibilità, economia delle risorse e facilità di manutenzione.
Il risultato è un nuovo ecosistema urbano, un brano di città che disegna, a partire da Piazza Martiri d'Ungheria, un eco-corridoio in continuità con corso Vittorio Emanuele III, mettendo a sistema gli elementi del territorio: vegetazione, acqua, zone d'ombra e flussi di persone.
Dalla matrice ai micro-paesaggi interni
Partendo proprio dalla matrice generatrice, il disegno di progetto definisce - con pochi segni - gli ambiti spaziali in dialogo con gli edifici e gli altri spazi urbani esistenti.
Lo spazio centrale, di forma rettangolare, rappresenterà il fulcro della vita sociale della piazza, distinguendo con chiarezza la zona di circolazione viaria da quella ad uso esclusivamente pedonale.
Attorno a quest'area baricentrica sono tracciati altri micro-paesaggi, differenti l'uno dall'altro per carattere ed utilizzo, capaci di sfruttare le reciproche delimitazioni come occasione progettuale per immaginare nuovi utilizzi, avvenimenti e relazioni.
Così, ad ovest, la pineta del contiguo liceo artistico si caratterizza per la presenza dell'acqua; ad est, nel parcheggio dell'I.C. "Garibaldi - Buccarelli" è pensata una lunga seduta che, accompagnando il nuovo viale, disegna una nuova connessione urbana tra via Santa Maria dell'Imperio, Corso Vittorio Emanuele III e Piazza Martiri d'Ungheria.
L'inserimento di sedute e di filari di alberi per la continuità visiva e geometrica con la parte centrale della piazza caratterizzeranno, invece, i due giardini sul lato nord della scuola, mentre l'ingresso all'istituto tecnico e la zona corrispondente all'imbocco di Corso Vittorio Emanuele III giocherà con il cambio di pavimentazione e con l'inserimento di due elementi di drenaggio centrale.
Uniformità dei materiali, mobilità e sostenibilità
La scelta dei materiali ricade sulla pietra lavica, che conferisce uniformità allo spazio rendendolo principalmente pedonale, cromaticamente coerente con l'immagine della città.
Le variazioni sono lasciate alla stereotomia della pietra: l'area centrale è pavimentata con cubetti di basalto e definisce la zona di soggiorno principale della piazza, mentre le zone pedonali e di circolazione carrabile secondarie (strade a velocità moderata) sono pavimentate con lastre in pietra di dimensione variabile; le due piccole piazze che segnano l'ingresso all'Istituto Tecnico e l'imbocco al corso Vittorio Emanuele III, cambiano invece geometria, creando un'efficace cucitura nella zona di limite con le aree attualmente pavimentate.
Infine, l'attenzione alla sostenibilità, si manifesta a partire dalla piantumazione degli alberi, di specie autoctone, di alto fusto a crescita rapida e con bassa necessità di manutenzione (come il frassino e il tiglio) così da mantenere una relazione visuale con il limite costruito della piazza, senza interferire con la lettura globale dello spazio urbano.
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