Rispetto ai Giardini, più puntuali e distanti tra loro, l'Arsenale raccoglie da sempre - tra gli spazi delle Corderie e delle Artiglierie - il cuore della ricerca, quest'anno sotto il tema Il Laboratorio del Futuro.
Oltre al Padiglione Italia, nella parte finale del percorso, all'interno delle Corderie ci si perde tra un'infinità di progetti e modelli, che è quasi impossibile riuscire ad approfondirli tutti.
Quest'articolo vuole puntare i riflettori solo sui progetti italiani, che meritano senza dubbio maggiore attenzione, sia sotto l'aspetto della resa scenografica, che per gli interventi e le ricerche che racchiudono.
Sono tre progetti, tutti all'interno della sezione "Dangerous Liaisons", dove la curatrice Lesley Lokko ha scelto di radunare "professionisti che lavorano al margine produttivo tra l'architettura e la sua miriade di altri campi (paesaggio, ecologia, pianificazione, storia, patrimonio, intelligenza artificiale ecc..) attraverso metodologia, materiali o materia, tracciando nuovi territori di rilevanza e urgenza professionale e concettuale".
Lo studio AMAA mostra i lavori di recupero e riconversione di un'ex base NATO, realizzato interamente con materiali provenienti dalla struttura e da scarti di una nota azienda italiana; BDR Bureau, dopo la vittoria di un concorso internazionale, mostra il progetto in corso di realizzazione di una scuola per bambini fragili; orizzontale, invece, mette a sistema gli anni di ricerca nel campo dei progetti di spazio pubblico, declinando gli elementi in un nuovo ambiente per immaginare i possibili utilizzi.
Tre tematiche apparentemente diverse, che hanno però in comune diversi elementi: primo fra tutti il superamento di limiti, siano essi spaziali, fisici, mentali o comportamentali, a cui segue uno sguardo propositivo verso il futuro e, infine, l'interattività delle strutture in mostra, mosse dalla volontà di rendere il visitatore parte attiva dell'installazione.
EXTRA: da non perdere anche Emotional Heritage dello studio spagnolo Flores i Prats che mettono in mostra materiali di lavoro, disegni e modelli incompiuti, tra dubbi e riflessioni incentrati sulla memoria degli edifici, dagli usi alle persone che li hanno abitati.
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AMAA | It's Kind of a Circular Story
Il progetto di AMAA porta in scena il recupero architettonico e morfologico del complesso della ex base NATO di Monte Calvarina che domina le valli tra Vicenza e Verona, nel comune di Roncà. Si tratta di un virtuoso esempio di reinvenzione di una struttura militare ad alta emissione di carbonio, trasformata in nuovo centro per l'innovazione a emissioni zero. Attiva dal 1959 al 1995, come base per l'unità missilistica dell'Aeronautica Militare, dopo anni di abbandono la struttura rinasce lasciando spazio ad un hub di formazione e simulazione per la risposta alle emergenze e di sperimentazione di tecnologie innovative, con la gestione di gestita dalla Fondazione SAFE (Security of Freedom for Europe)
Guardando al passato e al futuro del Calvarina, il progetto di AMAA (in corso) si configura come un laboratorio aperto, dove convivono innovazione e conservazione della natura.
Negli spazi delle Corderie, all'Arsenale, l'installazione mostra un elemento in cemento armato, parte della struttura della base militare; così anche la scala, posizionata di fronte, suggerisce l'avvicinamento e l'interazione. Salendo i gradini è possibile scorgere dal foro un film che racconta il viaggio del frammento dalla base NATO fino a Venezia.
Il tavolo, progettato dallo studio e realizzato con pezzi di ottone, scarti del processo produttivo dell'azienda De Castelli, rappresenta invece il progetto complessivo di Monte Calvarina. E poi ancora l'oggetto tubolare in ottone che nasconde la lampada realizzata per la mostra dal designer Harry Thaler; il libro che raccoglie le riflessioni sul progetto e documenta le conversazioni che gli architetti; le fotografie di Ernesta Caviola e la scultura intitolata "capriccio from ruins (that time the hills dropped into the lagoon)", realizzata da Nero/Alessandro Neretti.
Tutti questi elementi, messi in relazione da It's Kind of a Circular Story, racchiudono il concetto chiave del progetto: il riutilizzo di ciò che è già stato, così da "restituire la terra alla natura e ai cittadini, evitando lo spreco di terreni, edifici e memoria".
foto: © Mikael Olsson, courtesy of AMAA
BDR Bureau (con Carton123 architecten) | Broader Boundaries
Il progetto in mostra di BDR Bureau parte da un concorso internazionale di progettazione a Zwevegem, in Belgio, vinto nel 2021 insieme allo studio locale Carton123 architecten, ora in corso di realizzazione.
Si tratta di Kappaert, un campus scolastico che comprende una scuola per bambini con forme di autismo, spazi artistici e attività ricreative estive, appositamente studiati per far sentire protetti e a proprio agio i piccoli.
Ciò che viene portato in mostra è il risultato di un dialogo tra architetti, comunità scolastica e Research[x]Design, un gruppo di ricerca multidisciplinare della KU Leuven che studia il modo in cui gli spazi vengono vissuti da diverse prospettive, reso possibile anche grazie ai workshop in loco e ai dialoghi con i futuri utenti del campus.
L'installazione, basata sul concetto di "confini" a varie scale e punti di ancoraggio visivo, si compone di un sistema di stanze interconnesse che riproduce l'assetto del campus. In questo "paesaggio", l'architettura funge da scatola di riferimento nel percorso quotidiano dei bambini, mentre a una scala intermedia, i modelli presentati sul lungo tavolo, rappresentano i confini o le soglie che devono attraversare ogni giorno. Il progetto intende infatti mostrare come una semplice linea possa essere percepita come un confine insormontabile, necessitando quindi di una adeguata profondità per rendere la transizione meno dura.
Per questo motivo, alla staticità di rappresentazione dei frammenti, l'installazione sceglie l'interattività, coinvolgendo i visitatori a immaginare come gli spazi potranno essere fatti propri dai bambini, e come questi ultimi potranno sentirvisi a casa.
foto: © Stijn Bollaert
Modello di studio
orizzontale | Sexy Assemblage
Il progetto parte da alcune domande chiave: Come utilizzare lo spazio pubblico? E come coniugare competenze, persone, luoghi, materiali, storie e desideri così diversi e distanti?
La risposta è in Sexy Assemblage, un approccio eterogeneo alla progettazione di spazi pubblici, dove giocosità, azioni e comunità generano insieme il tempo e lo spazio per sperimentare nuove forme di aggregazione collettiva.
Mettendo in relazione alcuni dei progetti realizzati negli anni, l'installazione declina gli elementi di ciascuno riapplicandoli in contesti, scale e spazi diversi. Si tratta di strumenti formali e informali, che insieme contribuiscono alla creazione dell'assemblaggio, dando vita a sistemi aperti e a configurazione libera, modificabili nel tempo in base alle esigenze.
Lo spazio delle Corderie si trasforma, così, in una forma di aggregazione collettiva, costruendo fisicamente un luogo di incontro sia formale che informale costituito da frammenti: una gradonata, un muro dipinto e un campo da gioco, un Tavolo dei Tavoli, alcuni arredi.
L'invito al visitatore è quello di utilizzare gli arredi a proprio piacimento: "Superate le rappresentazioni e trovate il vostro modo per renderlo un posto migliore per tutti!" - scrivono i progettisti.
foto: © Andrea Avezzù
La mappa con tutte le installazioni
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BIENNALE ARCHITETTURA 2023
Il Laboratorio del Futuro
a cura di Lesley Lokko
Giardini / Arsenale / Forte Marghera
20 maggio > 26 novembre 2023
Chiuso il lunedì
Orari
20 maggio > 30 settembre: 11 - 19 (ultimo ingresso: 18.45)
Fino al 30 settembre, solo sede Arsenale:
venerdì e sabato apertura prolungata fino alle ore 20 (ultimo ingresso: 19.45)
1 ottobre > 26 novembre: 10 - 18 (ultimo ingresso: 17.45)
Aperture straordinarie
lunedì 22 maggio, 14 agosto, 4 settembre, 16 ottobre, 30 ottobre, 20 novembre 2023
Biglietti
labiennale.org
#focus.biennale.architettura.2023 - 18. Mostra Internazionale di Architettura . Biennale di Venezia
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