Superbonus, ecco cosa prevede il Dl "Salva spese"

Il testo del decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale

Niente revoca del beneficio e recupero delle relative somme da parte dell'Agenzia delle Entrate per i lavori del superbonus realizzati ma non ultimati al 31 dicembre 2023, per i quali si è optato per lo sconto in fattura o per la cessione del credito. Niente recupero anche se non si riesce a conseguire il "salto" di due classi energetiche richiesto dalle regole della maxi-detrazione.

È questa la misura inserita nel Dl cosiddetto "Salva spese" (Dl 2012 del 2023), concepita dall'Esecutivo per evitare contenziosi relativamente ai cantieri del superbonus in corso. Da più fronti erano state richieste soluzioni al governo affinché si arginasse il rischio di restituzione del credito, che si prospetta molto concreto, nei cantieri non ultimati entro il 2023 per i quali da quest'anno si applica il decremento dello sconto.

Il testo del Dl 212 del 2023

Riguardo ai contenuti del Dl "salva spese" si veda anche:
• Bonus 75% barriere architettoniche, come cambia con il 2024 dopo le modifiche del "salva spese"

Il testo del decreto, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e in vigore dal 30 dicembre, contiene, inoltre, una misura volta a tutelare i cittadini con i redditi più bassi e consentire la conclusione dei cantieri del superbonus che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60% al 31 dicembre 2023. Più nel dettaglio, è previsto uno specifico contributo, riservato ai percettori di redditi inferiori a 15mila euro, in relazione alle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024.

Il contributo sarà erogato, nei limiti delle risorse disponibili pari a 16 milioni e 441mila euro, dall'Agenzia delle Entrate, secondo criteri e modalità determinati con decreto del ministro dell'Economia, da adottarsi entro il 28 febbraio 2024 (60 giorni dall'entrata in vigore del Dl).

Il limite di 15mila euro si calcola secondo il meccanismo già previsto dal Fondo indigenti, ossia va calcolato in base al cosiddetto «quoziente familiare», che tiene conto dei redditi complessivi e del numero di componenti del nucleo familiare.

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