Bonus ristrutturazioni: come cambia dopo il "Salva spese"

Le caratteristiche dell'agevolazione dal 2024 al 2028 tra novità e conferme

di Mariagrazia Barletta

Dal 2012 la sua aliquota era rimasta ferma al 50%, grazie al susseguirsi di proroghe che avevano puntualmente, ogni anno o ogni biennio, mantenuto in vita la deroga alla percentuale di detrazione ordinaria, che secondo la legge è del 36%. Una maggiorazione che andava di pari passo con l'incremento del tetto di spesa che per 12 anni è stato mantenuto fisso a 96mila euro, contro i 48mila  previsti dal provvedimento istitutivo del bonus. 

Parliamo del bonus per le ristrutturazioni edilizie che, per la prima volta, dal 2012 subisce un décalage che lo rende molto meno appetibile, considerando anche il colpo inferto al bonus mobili, suo alleato dal 2013.

Ad agire sul bonus per le ristrutturazioni edilizie è stato, da ultimo, il "salva spese". In fase di conversione un emendamento del governo ha portato la percentuale di detrazione al 30% dal 2028. Inoltre, l'ultima legge di Bilancio non ha - come di consueto - modificato il bonus né ha protratto nel tempo l'aliquota maggiorata. Per cui, la detrazione è al 50% per tutto il 2024 e poi è destinata a scendere al 36% dal 2025 e poi - salvo ulteriori modifiche e ripensamenti - calerà a picco attestandosi al 30% nel 2028.

Il limite massimo di spesa ammessa a beneficio passerà dagli attuali 96mila euro a 48mila euro dal 2025.

L'agevolazione pensata per stimolare il recupero del patrimonio edilizio sconterà anche il depotenziamento del bonus al 50% per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di cui si può godere in tandem con il bonus ristrutturazioni. 

Il bonus mobili è stato prorogato dalla legge di Bilancio 2022 per le spese sostenute negli anni 2022, 2023 e 2024 per acquistare mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori. Dunque, non si sa (ma lo si può facilmente immaginare) che destino avrà per il 2025. Al di là dei limiti temporali, c'è da considerare il limite di spesa tagliato dalla legge di Bilancio 2023 che lo ha portato da 8mila e 5mila euro

Altro elemento che rende meno appetibile rispetto al passato il bonus per le ristrutturazioni è la chiusura della possibilità di optare, invece della fruizione diretta della detrazione, per un contributo anticipato sotto forma di sconto in fattura o per la cessione del credito.

Gli ultimi provvedimenti hanno modificato la percentuale di detrazione e hanno agito sul tetto di spesa, ma le condizioni per beneficiare dell'agevolazione non cambiano. Dunque, la detrazione va sempre ripartita in 10 quote annuali di pari importo. Non cambiano nemmeno gli interventi agevolabili: la detrazione si può ottenere per ristrutturare le abitazioni e le parti comuni degli edifici residenziali.

Per le abitazioni il bonus spetta non soltanto ai proprietari ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese, tra cui i locatari. Nel caso delle abitazioni, gli interventi devono risultare "incasellati" nelle categorie: manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia

Per beneficiare dell'agevolazione nel caso di ristrutturazione delle parti comuni di edifici condominiali è ammesso detrarre anche le spese per lavori di manutenzione ordinaria.

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