In apertura il centro culturale Marconi a Pero, render courtesy © Dap Studio

Le biblioteche come luogo di creazione di contenuti, come centro di gravitazione culturale e di incontro intergenerazionale. Sempre più spesso inglobano un mix di funzioni pensato per rafforzare i servizi offerti. Concepite come ambienti informali e accoglienti, non solo si ritagliano un ruolo ad hoc, necessario con l'avvento del digitale e dell'era dell'informazione "open source", ma diventano luoghi di condivisione e di promozione della cultura. E, se una buona gestione si unisce alla qualità degli spazi pubblici, allora le biblioteche, intese come centri culturali o come "piazze del sapere" per dirla con Antonella Agnoli, nota consulente bibliotecaria, diventano un luogo di richiamo del pubblico, riuscendo ad avere un effetto benefico nelle strategie di rigenerazione urbana.

A spiegarlo è Elena Sacco titolare con Paolo Danelli di Dap Studio, autore di celebri esempi di biblioteche tra cui la prima a Castellanza (Varese), e quelle di Lonate Ceppino (Varese), Ranica (Bergamo) e la più recente ricavata in un edificio del centro storico a Mezzolombardo (Trento). Un ragionamento che non esula le biblioteche scolastiche, come spiega Daniele Rangone cofondatore con Elena Rionda dello studio Settanta7, autore di numerose scuole, tra cui - solo per citare alcune tra le più recenti - quelle a San Martino di Lupari (Pd), Brugnera (Pn)Porto Potenza Picena (Mc).

I due studi si sono passati il testimone in un progetto specifico, ora in fase di cantiere, concepito da Dap studio e poi sviluppato nell'esecutivo da Settanta7, si tratta del nuovo centro culturale a piazza Marconi a Pero (Mi).

Progetto del centro culturale Marconi, render courtesy © Dap Studio

«Il nuovo polo culturale di Pero è parte di un progetto più ampio svolto per il Comune che ci ha incaricati di elaborare un progetto strategico per la riqualificazione della città pubblica, finalizzato alla redazione della variante del Pgt. Abbiamo realizzato un'analisi del territorio, individuando criticità e punti di forza e ipotizzando degli scenari di evoluzione con riferimento alla città pubblica», racconta Elena Sacco. Il risultato è una visione sulla città futura che esprime vocazioni, potenzialità e racconta come la città potrebbe diventare.

«Il lavoro ha poi previsto - prosegue l'architetto - dei focus su delle specifiche aree, tra cui quello più rilevante è il polo culturale di piazza Marconi». Grazie al progetto strategico, il Comune ha potuto accedere ai fondi del Pnrr per iniziare a realizzare alcuni degli scenari immaginati. E, il polo culturale è il primo tassello a prendere forma. Si tratta di una grande piazza coperta multifunzionale, uno spazio per la comunità dotato di biblioteca, spazi espositivi, servizi e spazi per i cittadini. L'idea è stata quella di «creare un edificio-piazza che satura quasi del tutto l'area a disposizione con il suo sedime, molto trasparente, per cui è come se portasse dentro gli spazi esterni», sottolinea Elena Sacco.

Un progetto strategico perché ambisce a funzionare da polo di attrazione anche per la vicina area di Cascina Merlata di Milano. E anche la concezione architettonica dell'edificio, permeabile e pensato come una piazza coperta, insieme al mix funzionale e alla presenza di spazi adatti a diverse tipologie di utente e a persone di ogni età, si presta a caricare il polo di un'ambizione attrattiva.

Ma, se i dati (fonte Istat, 2022) ci dicono che solo il 10,2% della popolazione di 3 anni e più si è recata almeno una volta in biblioteca nel corso del 2022 (dato in aumento rispetto al 7,4% del 2021, ma ancora distante dal 15,5% del 2019), come può una biblioteca attrarre persone ed assumere così un ruolo tanto strategico da aiutare la rivitalizzazione di un brano di città?

Le esperienze in Italia e all'estero suggeriscono che ciò è possibile e non ha dubbi - su questo - Elena Sacco: «La biblioteca nel senso classico del termine, ossia come luogo di sola consultazione, è vero, non è attrattiva, ma la biblioteca come un luogo che offre spazi e servizi anche altri rispetto a quelli canonici e che si configura come piazza, nel significato che a questo concetto dà Antonella Agnoli con cui spesso collaboriamo, può diventare uno spazio vitale nelle città, soprattutto nei centri di media dimensione dove ci sono poche alternative culturali. Noi abbiamo recentemente avuto dimostrazione di questo con la biblioteca a Mezzolombardo che, dopo il nostro intervento, ha incrementato in maniera incredibile i suoi utenti, anche giovani che la usano per consultare libri e soprattutto per studiare e incontrarsi. È ovvio che anche avere un buon servizio bibliotecario ha la sua importanza, specie nell'organizzazione di eventi e letture». «Se lo spazio della biblioteca è attrattivo, al di là della sua funzione tradizionale, può avere un suo ruolo nella rigenerazione urbana», sottolinea Sacco. 

«Anche a Parabiago abbiamo progettato un polo culturale, sarà all'interno di un edificio industriale dismesso e che ora è in fase di riqualificazione. Qui abbiamo la biblioteca con spazi per ragazzi utilizzabili per diverse attività e la casa di comunità dell'Agenzia di tutela della salute. L'idea, oggi sempre più diffusa, è che la biblioteca sia una funzione che si può mescolare con altre funzioni pubbliche», racconta ancora Sacco.

Dunque, il mix funzionale se ben concepito può avere successo. Nel caso di Pero, «oltre alla biblioteca, ci saranno una sala convegni, importante per la comunità, un bar, un family space, quindi uno spazio di condivisione per le famiglie, l'agorà coperta, un co-working. E poi ci sono parecchie decine di mq di spazi che possiamo definire indecisi, ibridi, nel senso che possono essere utilizzati in diverse modalità a seconda di quello che sarà l'utilizzo nei prossimi decenni di questa struttura», riferisce Daniele Rangone. E poi lo spazio battezzato "Punto Pero" che si propone come luogo d'accesso all'informazione e vetrina per tutti i servizi bibliotecari. Sarà inoltre un punto di accesso allo sportello telematico del Comune con postazioni configurate per ricevere assistenza tecnica per l'invio delle pratiche.

«Accompagnare lo spazio biblioteca a un mix di funzioni può realmente aiutare il nuovo centro a diventare un polo attrattore e ad avere un ruolo nella rigenerazione», non ha dubbi neanche Rangone. «Credo - aggiunge - che sia assolutamente necessario lavorare in questo modo. Se si vuole far intervenire la comunità in maniera decisa e rendere questi luoghi veramente vissuti a mio avviso è ineludibile operare in questo modo».

Tra l'altro questa idea dell'accostamento di più funzioni pubbliche riguarda -  fa notare Rangone - anche le scuole. «Tre tra le più importanti e prestigiose scuole che stiamo realizzando, a partire dall'ultimo bando del ministero della Cultura: quella a Castel Volturno, l'istituto di Feltre che stiamo realizzando per la provincia di Belluno e l'alberghiero di Lodi per la provincia, prevedono una biblioteca diffusa condivisa con la comunità». È il concetto della scuola come civic center: «anche grazie alla biblioteca, la scuola è sempre aperta e questo la rende viva», conclude l'architetto.

Le biblioteche firmate Dap Studio - photo gallery

Le biblioteche scolastiche firmate Settanta7 - photo gallery

 

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