Buongiorno, vorrei chiedere un consiglio a voi che lavorate nel variegato mondo dell'architettura. ci avviciniamo alla fine della settimana e i miei punti interrogativi diventano piu' pesanti nel week end.
battute a parte, ho 35 anni, sono laureato in architettura v.o. ho provato 2 volte senza sucesso l'esame di stato.
ho un lavoro da qualche anno come dipendente (no architettura)- la cosa non mi soddisfa ma non so se buttarmi nel lavoro di architetto - quale strada prendere e che passi fare. affacciandomi ai vari forum e ex colleghi universitari vedo che c'e' molta confusione e poi negli studi (spesso cialtroni) si imparano molte cose vagando fra pratiche e cantiere senza mai diventare veramente esperti in qualche cosa.
Consigliatemi qualche cosa. ve ne saro' grato.
Saluti buon lavoro.
Per iniziare prova per la 3 volta l'esame di stato, senza quello non puoi nemmeno partire. Se poi non vuoi più tentare la L.P. come arch. tuffati in altro settore senza però allontanarti dall'archtettura. Quale? Per esempio la modellazione 3d, il render, la simulazione fotografica. Se hai tempo per studiare e volontà di apprendere è un settore che è in forte sviluppo, anche perchè non c'è ancora grande concorrenza. Può essere una buona alternativa.
Era solo un consiglio, poi vedi tu.
Ciao
Era solo un consiglio, poi vedi tu.
Ciao
grazie per il parere, in realta' anche io pensavo al render etc. (magari facendo qualche corso per affinarmi)ma lo trovavo un po' declassante per laureato. anche se forse bisognerebbe provare a fare quello che piace e riesce di piu', inoltre come dici tu c'e' meno concorrenza per adesso.
saluti.
saluti.
cosa intendi per simulazione fotografica? il montaggio di edifici renderizzati su ambienti fotografati?
Si intndo quello per simulazione. Non credo che quel tipo di lavoro sia declassante. Poi non è detto che non puoi fare anche la L.P.
Ciao
Ciao
Dio che bel problema.
Se ho ben capito hai un accettabile lavoro dipendente e il sabato ti metti lì a pensare se, in onore alla tua laurea in architettura, non sarebbe bello buttarti nella mischia. Secondo me sei pazzo ma andiamo con ordine.
Per poterti dare la mia misera opinione avrei bisogno di farti qualche domanda:
1 - sei sposato, hai figli e se sì avete un doppio stipendio?
2 - vivi in una grande città o in una città di provincia? Sei meridionale?
3 - hai parenti, affini, amici o anche conoscenti che si occupano di politica (sai com’è si spera sempre in qualche lavoretto pubblico) o meglio hai qualcuno che svolge la libera professione che ti può aiutare ad entrare nel mondo del lavoro professionale?
5 - hai la propensione a correre dalla mattina alla sera senza orario, senza sapere la mattina se vale la pena (economicamente) uscire di casa?
6 – sei capace di accettare compromessi, di non odiare eventuali clienti o, ancora peggio, colleghi che chiedono la metà di quello che chiedi tu che, a volte, è già la metà di una normale parcella professionale?
7 – hai voglia di avere a che fare con commercialisti ed IVA, IRPEF, contributi previdenziali, contributi integrativi, contributi maternità, studi di settore etc. etc?
E, soprattutto, conosci architetti che sono soddisfatti di quello che fanno e che, soprattutto, economicamente riescono a mantenere la propria famiglia? Bene se hai risposto in modo positivo ad almeno metà delle domande provaci.
Scusa se mi sono permesso di scherzare, ma in realtà tu chiedi una cosa a cui è forse impossibile rispondere, o meglio puoi farlo solo tu.
Oggi il lavoro professionale, dagli architetti agli avvocati ai commercialisti, vive una cresi tremenda, soprattutto nel sud (per questo ti chiedevo di dove sei). E se posso permettermi, iniziare l’attività a 35 anni mi sembra un bell’azzardo. Il problema non è l’esame di stato, quello prima o poi lo passi. Il problema è avere la capacità di procurarsi lavoro, perché di architetti ce ne sono a migliaia. Moltissimi sono ignoranti, alcuni sono bravi, pochi sono dei geni, ma le offerte di lavoro sono sempre quelle. Il problema non è solo essere bravi ma procurarsi lavori, ed allora se non hai la possibilità di entrare in qualche “giro” pensaci bene. Oggi tu il sabato puoi permetterti di fermarti e pensare a cosa fare della tua vita; se sei un professionista, non hai una serenità economica ed il lunedì non sai cosa poterti inventare, il sabato pensi solo a come non spararti.
Nota bene io non sto parlando di architettura sto parlando di lavoro. L’architettura non c’entra niente con questo discorso. Perché tu non hai detto: ho una grande passione, voglio fare solo quello, ditemi come iniziare. Hai detto forse vorrei provare.
Bene, allora mi potresti chiedere perché tu lo fai (chiaramente non lo sai ma io svolgo con alti e bassi l’attività da circa 14 anni, ho iniziato a 30).
Io corro dalla mattina alla sera (sabati compresi) perché per me l’architettura è, dopo la mia famiglia, tutto. È il mio lavoro, il mio hobby, la mia passione. Ed in nome di questo accetto di fare sacrifici e sbattermi come un dannato quando c’è un calo di lavoro, e metto in conto che in quei momenti occorre, anche in famiglia, fare un po’ di sacrifici.
Ma per me ne vale la pena e mia moglie mi appoggia. Secondo me è questo che ti devi chiedere.
Dopo, se ci provi realmente e se sei un bravo progettista capisci che questo è il lavoro più bello del mondo.
Scusa se mi sono dilungato.
Se ho ben capito hai un accettabile lavoro dipendente e il sabato ti metti lì a pensare se, in onore alla tua laurea in architettura, non sarebbe bello buttarti nella mischia. Secondo me sei pazzo ma andiamo con ordine.
Per poterti dare la mia misera opinione avrei bisogno di farti qualche domanda:
1 - sei sposato, hai figli e se sì avete un doppio stipendio?
2 - vivi in una grande città o in una città di provincia? Sei meridionale?
3 - hai parenti, affini, amici o anche conoscenti che si occupano di politica (sai com’è si spera sempre in qualche lavoretto pubblico) o meglio hai qualcuno che svolge la libera professione che ti può aiutare ad entrare nel mondo del lavoro professionale?
5 - hai la propensione a correre dalla mattina alla sera senza orario, senza sapere la mattina se vale la pena (economicamente) uscire di casa?
6 – sei capace di accettare compromessi, di non odiare eventuali clienti o, ancora peggio, colleghi che chiedono la metà di quello che chiedi tu che, a volte, è già la metà di una normale parcella professionale?
7 – hai voglia di avere a che fare con commercialisti ed IVA, IRPEF, contributi previdenziali, contributi integrativi, contributi maternità, studi di settore etc. etc?
E, soprattutto, conosci architetti che sono soddisfatti di quello che fanno e che, soprattutto, economicamente riescono a mantenere la propria famiglia? Bene se hai risposto in modo positivo ad almeno metà delle domande provaci.
Scusa se mi sono permesso di scherzare, ma in realtà tu chiedi una cosa a cui è forse impossibile rispondere, o meglio puoi farlo solo tu.
Oggi il lavoro professionale, dagli architetti agli avvocati ai commercialisti, vive una cresi tremenda, soprattutto nel sud (per questo ti chiedevo di dove sei). E se posso permettermi, iniziare l’attività a 35 anni mi sembra un bell’azzardo. Il problema non è l’esame di stato, quello prima o poi lo passi. Il problema è avere la capacità di procurarsi lavoro, perché di architetti ce ne sono a migliaia. Moltissimi sono ignoranti, alcuni sono bravi, pochi sono dei geni, ma le offerte di lavoro sono sempre quelle. Il problema non è solo essere bravi ma procurarsi lavori, ed allora se non hai la possibilità di entrare in qualche “giro” pensaci bene. Oggi tu il sabato puoi permetterti di fermarti e pensare a cosa fare della tua vita; se sei un professionista, non hai una serenità economica ed il lunedì non sai cosa poterti inventare, il sabato pensi solo a come non spararti.
Nota bene io non sto parlando di architettura sto parlando di lavoro. L’architettura non c’entra niente con questo discorso. Perché tu non hai detto: ho una grande passione, voglio fare solo quello, ditemi come iniziare. Hai detto forse vorrei provare.
Bene, allora mi potresti chiedere perché tu lo fai (chiaramente non lo sai ma io svolgo con alti e bassi l’attività da circa 14 anni, ho iniziato a 30).
Io corro dalla mattina alla sera (sabati compresi) perché per me l’architettura è, dopo la mia famiglia, tutto. È il mio lavoro, il mio hobby, la mia passione. Ed in nome di questo accetto di fare sacrifici e sbattermi come un dannato quando c’è un calo di lavoro, e metto in conto che in quei momenti occorre, anche in famiglia, fare un po’ di sacrifici.
Ma per me ne vale la pena e mia moglie mi appoggia. Secondo me è questo che ti devi chiedere.
Dopo, se ci provi realmente e se sei un bravo progettista capisci che questo è il lavoro più bello del mondo.
Scusa se mi sono dilungato.