Arch. GD : [post n° 488167]

Vorrei mettermi in propio...consigli

Buongiorno,
sono una giovane architetto che vorrebbe mettersi in proprio. Attualmente lavoro in uno studio, ma mi sento stretta e vorrei provare a fare qualcosa per conto mio. Già faccio qualche lavoretto sporadico ad amici e parenti, ma vorrei fare di più.
Qualcuno può darmi consigli su come farmi conoscere e ampliare la mia clientela?

Grazie
ponteggiroma :
approfondisci un settore specifico prima di tutto, fai tanta pratica su quello e poi pensa a metterti in proprio. L'architetto generico oramai non ha più senso, le pratiche edilizie le fanno meglio i geometri perché hanno avuto più tempo per fare esperienza
ivodivo :
Così come non ha più senso l'architetto generico, ancora di più secondo me, non ha più senso l'architetto da solo. La cucina della sciura Maria, l'appartamentino della zia da ristrutturare, tutto l'interior design in generale saranno ad appannaggio della AI (aimè): si carica qualche foto con una planimetria e il progettino è fatto. Tutto il resto è a cura di geometri (forse altrettanto digitali) o a qualche architetto disperato che presentano quattro scartoffie in Comune (pure lui digitale).

Consigli?....

1_cerca di portare avanti i tuoi "lavoretti" senza abbandonare uno studio professionale, si impara tanto e si ha una base economica che ti permette di sopravvivere. E' difficile, lo so, far convivere le due attività, io facevo full time in uno studio e i miei lavoretti andavo a vederli in pausa pranzo e ci lavoravo su nel weekend, meglio sarebbe un part time ma nel nostro lavoro è quasi impossibile trovare qualcuno che te lo proponga, ma ti assicuro che quello che ho imparato in quegli anni nello studio è stato un bagaglio di conoscenze e professionalità fondamentale

2_sfrutta questo periodo di transizione per fare conoscenze sia di potenziali committenti ma soprattutto di potenziali partner. L'architetto da solo, come anticipato, non ha più senso. Per piccoli lavoretti ci penserà AI, per cose più grandi da soli non si va da nessuna parte. Serve sempre l'ingegnere strutturista, l'impiantista, il geologo e mille altre figure professionali che lavorano in team. Essere in grado di far parte di una rete di tecnici che lavorano in sinergia è indispensabile ed è importante per avere nuove opportunità di lavoro: una volta sei tu che hai bisogno dello strutturista, un'altra sarà lui che ha bisogno di te.

3_la specializzazione è un'arma a doppio taglio. Se riesci davvero a trovare una nicchia in cui sei unico ed irripetibile e ti fai un nome magari riesci ad emergere, altrimenti si rischia di restringere troppo il proprio campo di azione. Oramai tutti sono in grado di fare tutto, la digitalizzazione e i software sono alla portata di tutti e con pochi rudimenti riesci a svolgere mansioni che prima erano solo per pochi (BIM, certificazioni energetiche, analisi del degrado nei restauri, rilievi digitali tridimensionali....)
Arch. GD :
grazie mille per i consigli.
ponteggiroma :
@ivodivo in merito al lavoro in team ti risponderei con "ni", mi spiego. Oggi come oggi la figura del progettista unico non ha ragione di esistere, infatti a partire dallo studio di fattibilità e finendo all'esecutivo e addirittura alla cantierizzazione intervengono decine se non centinaia di figure professionali, ognuna con la sua specializzazione. In merito al lavoro in team sono d'accordo anche se sempre più spesso mi ritrovo ad elaborare file e documenti realizzati da chissà chi e proveniente dalle zone più disparate del mondo e quindi non esiste più il contatto diretto con i colleghi in quanto "mediato" sempre più dalla tecnologia ed è proprio qui a mio avviso che interverrà l'intelligenza artificiale
Kia :
Intanto non chiamarli "lavoretti". Credimi, non è una questione puramente lessicale. Se dici "lavori" ti prendi anche tu più sul Aneddoto: restauro di appartamento con importo lavori sopra i 150mila euro....io lo chiamavo "lavoretto" ma poi mi sono detta che non lo era proprio e che era al livello di quello che passava in studio!!Io sono da qualche anno in una situazione del tipo 1. Ma cercavo di fare lavori miei anche stando tutto il giorno in studio, ovviamente c'era più sbattimento per via della parte cantiere ma con un po' di flessibilità (anche da parte dello studio) sono riuscita anche a combinare qualcosa di buono nel circuito amici e amici degli amici.
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