Buongiorno a tutti, sono un architetto e mi trovo a scrivere poichè volevo aggiungere altri pareri alla vicenda che mi è capitata personalmente.
Un breve riassunto del contesto.
Nel marzo 2022 un cliente mi richiede la progettazione di un ambiente uso ufficio, nella parcella era prevista la progettazione e la direzione artistica poichè per la parte burocratica aveva un geometra che lo stava seguendo.
Partiamo dal presupposto che ho accettato l'incarico semplicemente perchè questa persona era un conoscente di cui potersi fidare.
Progetto cambiato più volte arriviamo ad una soluzione approvata, parte il cantiere siamo nell'ottobre del 2022. A causa della scelta del geometra e a causa della scelta dell'impresa edile (impresa formata da una persona sola, vi lascio immaginare in termini di sicurezza del cantiere ma andiamo oltre), il cantiere si protrae per inefficienza della DL, del Committente che più volte fa da spola tra me è il geometra scrivendomi che vorrebbe sollevarlo dall'incarico, poi voleva sollevare dall'incarico "l'impresa edile", insomma un fritto misto di cantiere ed arriviamo a Marzo 2024.
Dopo due anni di cantiere e visite di cantiere e cambiamenti di umore e idee, giungo a dire che se dovevo continuare con l'incarico dovevamo rivedere la mia parcella poichè non rientravo più nelle spese. Ebbene, ricalcolo la parcella ma lo faccio conteggiando i mesi poichè ripeto veniva richiesta la mia presenza in maniera settimanale e non avevo una parcella da DL. Il committente, vista la parcella mi dice che non solo devo rinunciare all'incarico ma non mi paga neanche l'ultima parte della parcella firmata e pattuita da contratto. Non stiamo parlando di grandi somme, pur rivolgendomi ad un avvocato mi è stato suggerito di sollevarmi dall'incarico richiedendo la somma che mi spettava da contratto, questo ad aprile 2024 con un email e facendo riferimento al Codice Deontologico del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. che regola l’attività professionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, Art.24 punto 4 cito testualmente:” Il Professionista è tenuto a comunicare al Committente per iscritto, ogni variazione del compenso dovuta a cause impreviste ed imprevedibili tali da modificare le originarie pattuizioni dell’incarico". A questo non ho avuto mai risposta. Il mio avvocato mi ha chiesto se ne valesse la pena intentare un'azione legale per quella somma che mi spettava. Ho risposto di no, non ne valeva la pena perché il rispetto per il lavoro svolto per due anni tra progetto e cantiere non aveva quel prezzo, valeva molto di più.
arcke : [post n° 488440]