Approvato dal Consiglio dei Ministri e firmato ieri dal Capo dello Stato il decreto sulle energie rinnovabili (D.Lgs 03.03.2011) di recepimento della direttiva UE 2009/28 sulla promozione dell'uso delle energie alternative. Siamo in attesa della pubblicazione in G.U.
Il provvedimento propone una riorganizzazione del sistema di incentivi riferiti a questo settore, definendo strumenti e meccanismi volti al raggiungimento degli obiettivi fissati al 2020, compreso il traguardo del 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili.
In particolare il testo propone un riordino dei vigenti sistemi di sostegno per gli impianti che entrano in esercizio dal 1° gennaio 2013, prevedendo per la produzione di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili, successivi decreti interministeriali che - nel rispetto delle condizioni stabilite dal testo - vadano a definire le modalità per l'attuazione delle misure di incentivazione.
I contenuti dello schema di decreto - così come diffuso prima della sua approvazione e dunque nella versione non ancora definitiva - hanno suscitato motivate ed accese reazioni contrarie da parte di aziende, di associazioni di settore ed ambientaliste (Assosolare, Aper, Anev, Legambiente, WWF, Greenpeace, Kyoto Club...) e anche del Consiglio Nazionale degli Architetti. La preoccupazione maggiore era legata alla decisione di sospendere gli incentivi per il fotovoltaico al raggiungimento del traguardo degli 8mila MW installati, con un conseguente freno allo sviluppo del comparto, che, inevitabilmente si sarebbe ripercosso anche sull'occupazione.
Pur non passando il tetto degli 8 mila MW, è evidente che l'intenzione del Governo è stata quella di razionalizzare gli incentivi per far fronte ad un costo eccessivo - non previsto - degli stessi. Lo scopo è anche quello di contrastare le speculazioni che negli ultimi tempi si sono riscontrate nel settore.
L'esigenza di dover far fronte a tali problematiche, sottolineata anche dalla Authority dell'energia, è da più parti condivisa ma molte critiche sono rivolte alle modalità scelte per fronteggiarle. Non piace, tra l'altro, il rimando ai citati decreti interministeriali che a partire da giugno andrebbero a ridefinire nuovi obiettivi e rinnovati parametri tariffari, andando a modificare l'attuale sistema di incentivi e creando numerose incertezze per chi deve investire. Inoltre le proteste giungono a definire il decreto incostituzionale.
Le proteste delle aziende
Rappresentativa è la lettera scritta da diverse associazioni di categoria impegnate nel settore del fotovoltaico: Aper, Assosolare, Asso Energie Future, Gifi ed indirizzata al Presidente Napolitano.
Secondo i firmatari il decreto ribattezzato "ammazza rinnovabili" è incostituzionale. Ecco i motivi:
«In primo luogo quello legato all'eccesso di delega. In sostanza, il Parlamento ha delegato il Governo a recepire la direttiva europea a favore delle rinnovabili, ma il Governo non ha in nessun modo recepito i pareri espressi dalle Commissioni Parlamentari, cioè dall'istituzione delegante».
Inoltre, secondo Pietro Pacchione, consigliere delegato Aper il provvedimento
«viola uno dei principi cardine del nostro ordinamento giuridico che è la certezza del diritto e la tutela dell'affidamento ed è in contrasto altresì con le norme internazionali della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Inoltre è un atto arbitrario del Governo senza l'intesa delle Regioni che si sono pronunciate su un testo sostanzialmente da quello approvato dal Consiglio dei Ministri».
Oltre all'incostituzionalità c'è la preoccupazione per le sorti lavorative di molte aziende:
Massimo Sapienza, Il presidente di Asso Energie Future in rappresentanza di 40 importanti aziende ha dichiarato:
«So che già molte migliaia di messaggi stanno arrivando al sito e ai fax del Quirinale per chiedere di fermare oggi il decreto, prima che centinaia di piccole imprese vadano a gambe all'aria: già numero istituti di credito hanno fatto sapere che in queste condizioni, i finanziamenti necessari alle aziende e alle famiglie per installare un pannello fotovoltaico sono stati bloccati. Non si può giocare con la vita 150.000 lavoratori».
Infine, Valerio Natalizia, presidente di Gifi:
«il decreto come approvato determina sin da subito effetti pesantemente negativi quali il ricorso immediato alla cassa integrazione straordinaria (stimabile in oltre 10.000 unità direttamente impegnate nel settore), il blocco degli investimenti per i prossimi mesi di oltre 40 MLD di euro, il blocco delle assunzioni e la perdita di qualificati posti di lavoro. Inoltre subiranno un blocco immediato gli ordinativi già in corso per un valore di circa 8 MLD di euro e i contratti già stipulati per circa 20 MLD di euro».
di Mariagrazia Barletta architetto
Aggiornamento del 20 aprile 2011
Approfondimenti:
- DECRETO LEGISLATIVO: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE.
- Comunicato stampa CNAPPC, 03 marzo 2011 - Rinnovabili: Architetti (Consiglio Nazionale) "bene ripensamento Governo su incentivi" " ora regole certe per sviluppo settore".
- Comunicato stampa CNAPPC, 01 marzo 2011 - Rinnovabili: Architetti (Consiglio Nazionale) "no a limitazione degli incentivi".
- Segnalazione dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas al Parlamento e al Governo in merito allo schema di decreto legislativo recante "Attuazione della Direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili".
- Comunicato Aper, Aper, Assosolare, Asso Energie Future, Gifi a Napolitano: Presidente non firmi, quel decreto è incostituzionale.
- Dossier, Energia, per le rinnovabili nuovo sistema di incentivi, fonte: Ministero Ambiente e Sviluppo economico.
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