Riduzione progressiva degli incentivi per la produzione di energia elettrica dal fotovoltaico, gradualità del decalage a protezione degli investimenti già in corso, valorizzazione degli interventi che conseguono una buona integrazione architettonica e nuovi impulsi per favorire l'introduzione di nuove tecnologie, freno agli investimenti speculativi e maggiori incentivi per i piccoli impianti rispetto a quelli di maggiore taglia. Queste le maggiori novità introdotte dal IV Conto Energia (Decreto 5 maggio 2011), pubblicato in GU e in vigore dal 13 maggio.
Un iter poco lineare per un risultato che intende restituire certezze al settore. Tante, infatti le vicende che ne hanno contrastato il regolare percorso: prima le grandi proteste delle aziende interessate, seguite dal no unanime della Conferenza Stato - Regioni, che richiedeva maggiori certezze per gli investimenti in corso. Ed ancora il difficile accordo tra i ministri Prestigiacomo e Romani sui tempi di partenza degli incentivi (al completamento dell'impianto o alla sua messa in esercizio) che ha fatto slittare l'approvazione del decreto, prevista per fine aprile.
Quanto al campo di applicazione: il Decreto riguarda gli impianti fotovoltaici - destinati alla produzione di energia elettrica - che entrano in esercizio dopo il 31 maggio 2011 e fino al 31 dicembre 2016, per un obiettivo indicativo di potenza installata a livello nazionale di circa 23 mila MW (ben lontano dal tetto di 8 mila MW proposto nella bozza del Decreto Rinnovabili) e corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo di circa 6 - 7 miliardi di euro.
Il regime degli incentivi
Il decremento delle tariffe incentivanti, rispetto a quelle fino ad ora applicate, tiene conto della significativa evoluzione tecnologica che ha investito il settore e di conseguenza della riduzione dei costi di componenti e sistemi. La diminuzione degli incentivi è progressiva e più limitata fino a tutto il 2012, ovvero fino alla fine del periodo di transizione, studiato per dare "stabilità e certezza al mercato", poi le riduzioni si fanno più consistenti.
L'obiettivo è sostenere il settore con incentivi pubblici decrescenti fino al raggiungimento della competitività tecnologica - la cosiddetta grid parity - previsto già nel 2017.
Il regime di sostegno è organizzato in obiettivi periodici espressi in potenza installata e in costo indicativo cumulato annuo degli incentivi, riferito agli impianti che entrano in esercizio nel periodo di osservazione. Tali obiettivi vanno a costituire i limiti di incentivazione dell'energia elettrica prodotta dal fotovoltaico. Il loro superamento, però, non nega l'accesso alle tariffe incentivanti: ma ha come effetto un'ulteriore ed aggiuntiva riduzione delle stesse rispetto a quanto già stabilito nel Decreto.
Costituiscono eccezione i piccoli impianti e impianti integrati e a concentrazione, che, nel periodo di transizione (dal 1 giugno a 2011 a tutto il 2012) sono ammessi agli incentivi senza limitazione di costo annuo, fatte salve le riduzioni tariffarie programmate e stabilite nel Decreto.
Per gli impianti di grandi dimensioni (superiori a 1 MW su tetto e 200 kW a terra) sono stabiliti incentivi ridotti e un più complesso accesso alle tariffe: un iter rinnovato che comprende l'iscrizione di questi impianti in un registro informatico apposito, tenuto dal GSE. Si tratta di un insieme di misure volte a limitare le speculazioni.
Il freno per i grandi impianti deve prevedere, naturalmente, modalità volte ad evitarne il frazionamento in altri di ridotta potenza. Per questo il Decreto rimanda a provvedimenti che dovranno essere definiti dallo stesso GSE.
Quanto all'accesso alla tariffa incentivante - spiegano dal Ministero - questo avviene «dal momento dell'entrata in esercizio dell'impianto, con la garanzia del rispetto dell'iter di connessione da parte del gestore di rete, in conformità con i tempi e le relativi sanzioni previste dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas».
I premi
Previsti premi per impianti in sostituzione di coperture in eternit o comunque contenenti amianto; per la realizzazione di impianti in aree da bonificare o soggette a recupero ambientale, nonché per i moduli costituenti elementi costruttivi di barriere fonoassorbenti, serre, pergole, tettoie e pensiline.
Maggiori incentivi anche per piccoli impianti realizzati da comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti, e per quelli installati su edifici se abbinati ad un uso efficiente dell'energia, comprovata tramite attestato di certificazione energetica relativo all'edificio o all'unità immobiliare. In questo caso, è condizione imprescindibile per l'accesso al premio: una riduzione del fabbisogno di energia, realizzata tramite interventi sull'involucro edilizio, dai quali consegua un decremento di almeno il 10% dell'indice di prestazione energetica, invernale ed estivo.
di Mariagrazia Barletta architetto
Approfondimenti
- Ministero dello Sviluppo Economico, Decreto 5 maggio 2011, incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici.(GU n. 109 del 12-5-2011).
- Ministero dello Sviluppo Economico, Fotovoltaico, al via nuovo regime di incentivi, comunicato stampa del 5 maggio 2011.
- GSE, guida per l'iscrizione al registro dei grandi impianti
- Decreto Rinnovabili: D.Lgs.3 marzo 2011, n. 28. Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE. (GU n. 71 del 28-3-2011 - Suppl. Ordinario n.81).
- Decreto Rinnovabili. Obblighi di integrazione e semplificazione delle autorizzazioni.
Pubblicato in Gazzetta il Decreto che blocca investimenti e finanziamenti nel settore. Oltre a modificare il sistema di incentivi, rimandando all'emanazione di un nuovo Conto Energia per il fotovoltaico, introduce nuovi obblighi di integrazione e semplificazioni delle procedure. - Il nuovo Decreto sulle Energie Rinnovabili riorganizza il sistema degli incentivi.
Firmato dal Capo dello Stato il Decreto Rinnovabili che riordina il sistema di incentivi sulla produzione di energie alternative, anche se ne rimanda l'attuazione a successivi provvedimenti. Non si attenuano tensioni e scontento.
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