Una scuola-prototipo, antisismica, in legno di abete, concepita come un civic center, in grado di rigenerare un pezzo di città. È la scuola di Sora che Renzo Piano e il G124, il gruppo di lavoro messo in piedi dall'architetto e senatore a vita per riqualificare le periferie, hanno progettato per la cittadina in provincia di Frosinone, insieme a Massimo Alvisi e Maurizio Milan che a loro volta hanno indirizzato il lavoro di due giovani progettisti, selezionati per il programma 2018 del G124: Maria Paola Persico e Roberto Fioretti. Per la scuola, va ricordato, è stata scelta un'area attualmente occupata da un mattatoio che dovrà essere demolito.
«Per realizzare questa scuola impiegheremo circa 5mila metri cubi di legno, abete, e pianteremo 5mila alberi, abbiamo bisogno più o meno di 20 ettari e li abbiamo, nel comune di Sora, sulle alture. Si tratta di 5mila alberi che in 25 anni ricreeranno il legno consumato», afferma Renzo Piano.
Renzo Piano, Massimo Alvisi, Maurizio Milan, il sindaco di Sora, Roberto De Donatis, il capodipartimento di "Casa Italia", Roberto Marino e i due giovani progettisti hanno fatto il punto sullo stato di avanzamento del progetto e sui prossimi passi da compiere in una riunione che si è tenuta lo scorso 5 marzo a Roma, a Palazzo Giustiniani. L'occasione per discutere del futuro della scuola-prototipo l'ha data l'azione del Tar Lazio che ha rigettato la richiesta, da parte del Consorzio per la gestione del mattatoio pubblico di Sora, di annullamento, previa sospensione dell'efficacia, dell'ordinanza con cui il Comune ordinava lo sgombero del mattatoio (il Tar Lazio - sezione distaccata di Latina ha respinto la domanda cautelare con ordinanza 59 del 21 febbraio 2019).
Eseguita l'ordinanza di sgombero del mattatoio
Lo scorso 7 marzo, inoltre, il Comune ha eseguito l'ordinanza di sgombero del mattatoio. «C'è stato un ulteriore ricorso presso il Consiglio di Stato e nel giro di 24 ore il Consiglio di Stato si è espresso rigettando ancora una volta la cautelare, la richiesta della sospensiva dell'efficacia della nostra ordinanza, e ha fissato la Camera di consiglio per il giorno 21 marzo», afferma De Donatis.
Un passaggio che non preoccupa il sindaco: «Non ci preoccupa - ha affermato a margine della riunione del 5 marzo a Roma - in quanto noi contiamo di riprendere il possesso dell'edificio prima perché il Consiglio di Stato non ha ritenuto di accettare la misura cautelare che era stata richiesta ancora una volta dal Consorzio, in più confidiamo che non venga riformata una sentenza del Tar che si è espresso in modo molto chiaro. Questo per quello che mi riguarda è il frutto del lavoro di un collegio difensivo di grande valore che abbiamo messo in campo, ricordo che il professor Police e l'avvocato Nicodemo ci hanno dato ampie garanzie che sono state poi suffragate dai fatti».
Il progetto per la scuola-prototipo giunto al definitivo
«Oggi abbiamo un progetto a norma, che ha tutti i requisiti di un progetto definitivo, ha un quadro economico che è stato concordato con l'amministrazione ed è pronto per andare in appalto per l'affidamento dell'esecutivo» ha affermato Massimo Alvisi. «Abbiamo approvato il progetto di demolizione del mattatoio e siamo pronti a attivare un mutuo per far fronte alla demolizione», ha sottolineato il sindaco di Sora. Un'operazione che dovrà anche confrontarsi con la presenza di amianto.
Il costo per la costruzione della scuola e della relativa piazza si aggira intorno ai 6 milioni di euro (1.450 euro al metro quadro è il costo parametrico per la realizzazione della sola scuola), a cui si è impegnato a far fronte il Miur. Le risorse sarebbero state assicurate dal ministero, ma mancherebbe ancora un atto definitivo per il trasferimento delle stesse. Intanto il progetto della scuola sarà presentato a Genova in occasione di Futura, un evento del Miur che si terrà dal 4 al 9 aprile, dedicato al piano nazionale per la scuola digitale. La presentazione della scuola di Sora in un evento nazionale del Miur lascerebbe ben sperare in riferimento all'effettivo trasferimento delle risorse necessarie per la realizzazione della scuola-prototipo.
Realizzazione che deve inoltre passare per le gare, prima per la redazione dell'esecutivo e poi per l'affidamento dei lavori. A dare la misura dei tempi del cantiere, al netto di eventuali ostacoli, è l'ingegnere Maurizio Milan. «La scuola di Sora - riferisce Milan -, superati i passi burocratici per l'affidamento dei lavori, che a volte sono un po' complessi, in poco più di un anno si completa, facendo i lavori con cura, con attenzione e cercando di realizzare il miglior prodotto possibile».
Maria Paola Persico e Roberto Fioretti che - come già precisato - hanno lavorato fattivamente al progetto definitivo della scuola, in tutte le sue componenti, tengono a ricordare il supporto dato da Tekser Srl «che insieme a noi - sottolineano - ha donato il progetto degli impianti».
LA SCUOLA DI SORA
• Uno spazio per gli studenti e per la comunità
• Il piano terra, permeabile e trasparente, è il piano della città
• Le aule del primo piano sono organizzate intorno ad una corte centrale
• Il piano terra conterrà la palestra, l'auditorium, una caffetteria, la mensa e lo spazio civico
• Al centro della corte, l'acer platanoides simbolo della vita e del trascorrere delle stagioni
• Il tetto: il luogo per osservare il cielo
Il primo cantiere "Casa Italia" è a Sora
Intanto, prosegue il lavoro sul primo dei dieci cantieri di "Casa Italia" che riguarda il recupero e l'adeguamento sismico di un edificio residenziale di proprietà del Comune di Sora, che sorge a margine del lotto in cui è destinata ad essere realizzata la scuola-prototipo. L'obiettivo dei dieci cantieri, compreso l'esperimento di Sora, «è dimostrare che è possibile rendere più sicuri gli edifici in cui si abita con interventi relativamente poco costosi e poco invasivi. C'è in questo Paese grande bisogno di rafforzare la domanda privata di sicurezza. Bisogna consentire là dove si può, di intervenire e mettere in sicurezza un patrimonio abitativo che per l'80 per cento nel nostro Paese è a rischio sismico», afferma Marino. «Contiamo di partire anche con il cantiere di Feltre, dove interverremo su un edificio cinquecentesco molto bello», ha riferito ancora il capo del dipartimento "Casa Italia".
Maria Paola Persico e Roberto Fioretti hanno lavorato al progetto di riqualificazione e adeguamento sismico dell'edificio residenziale a Sora. Si tratta di un piccolo edificio di due piani, dove abitano solo due famiglie. Hanno iniziato con il rilievo materico, metrico e del degrado dell'edificio, andando ad intervistare gli occupanti per comprenderne le esigenze, riscontrando anche, riferiscono, un degrado sociale.
«Umidità e infiltrazioni dell'acqua piovana e impianti che funzionano malissimo, soprattutto l'impianto idrico» sono alcune delle problematiche riscontrate, riferisce Maria Paola Persico. «Questa condizione ha inficiato anche le caratteristiche murarie e l'eventuale tenuta sismica dell'edificio», continua Roberto Fioretti. «Il tetto - continua - è in eternit e verrà rimosso. Abbiamo disegnato un tetto molto leggero che possa accogliere i pannelli solari, gli impianti e creare dei moti convettivi che permettano l'aerazione». «I balconi saranno nuovi e poi sulle facciate verrà fatto un lavoro di intonaco armato per l'adeguamento sismico e sarà realizzato un cappotto termico», conclude Maria Paola Persico. Per approfondire il progetto, serviranno, però, ulteriori indagini diagnostiche.
Per approfondire.
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Renzo Piano: «La scuola di Sora sarà una scuola aperta»
«Parlando di zone sismiche non ha senso immaginare una scuola che non sia un luogo sicuro. Il pensiero in caso di pericolo va ai piccoli, va ai bambini. La scuola è un luogo frequentato da tutti ed è visto come un luogo di sicurezza, tutti gli edifici dovrebbero essere sicuri, ma se ce n'è uno che deve essere sicuro è proprio la scuola, per definizione. Naturalmente questo è un esperimento che facciamo in zona sismica e questo significa che il piano terra deve essere capace di raccogliere rapidissimamente le persone che si assemblano per mettersi in sicurezza. Quindi è un'esigenza di sicurezza che il piano terra sia più aperto, sia accogliente, sia sicuro, ma è anche un'esigenza di tipo educativo e sociale perché quello è il livello dove è più facile che si incontrino i riti quotidiani della città, del vivere della comunità e quelli della scuola»
«Le aule sono al primo piano e poi c'è un terzo livello che è una specie di piano senza tetto. È il tetto. Il tetto è da sempre stato il luogo della libertà. Io mi sono sempre arrampicato sui tetti, tutti i bambini hanno sempre sognato di andare sul tetto, il tetto è un luogo di libertà e non dimentichiamolo, in qualsiasi città anche in mezzo alla città, il tetto comunque guarda al cielo. Quindi questa scuola è fatta sostanzialmente di questi tre piani, ma il piano terra è quello che evidentemente rappresenta il rapporto con la città. C'è anche una palestra al piano terra che apre sul parco e diventa anche un luogo di incontro». «E poi naturalmente ci sono gli aspetti funzionali, le aule sono aperte, cioè sono ben protette acusticamente ma aperte sul cortile interno. Quindi c'è questa cosa bellissima: da ogni aula si vede cosa succede nell'altra, cioè c'è un rapporto visivo».
Roberto Marino, capodipartimento "Casa Italia"
«"Casa Italia" è un dipartimento della presidenza del Consiglio dei ministri che si occupa di prevenzione dei rischi naturali, entriamo in questa iniziativa (di Sora nda) occupandoci del recupero e adeguamento sismico dell'edificio residenziale di proprietà del comune che sorge ai limiti del lotto dove sorgerà la scuola di Renzo Piano. È il primo dei nostri cantieri sperimentali che sono cantieri sperimentali perché vogliono essere interventi capaci di essere replicati altrove, dei prototipi, ma sperimentali anche perché questi interventi saranno accompagnati da una serie di attività rivolte alla cittadinanza e a sostegno delle funzioni di prevenzione esercitate dall'amministrazione, dall'ente locale, in maniera da farne davvero dei grandi laboratori sulla sicurezza sismica e sulla cultura della sicurezza».
Maurizio Milan (Milan Ingegneria)
«La scuola di Sora ha delle caratteristiche sperimentali interessanti, esce un po' dagli schemi tradizionali, è una scuola ad esempio costruita tutta in legno e usa solo materiali naturali». «Andiamo a costruirla in una zona sismicamente molto pericolosa, ricordiamo il terribile terremoto della Marsica, con molte vittime, uno dei terremoti più importanti che ha subìto il nostro Paese. Ci auguriamo che non succeda mai, ma se dovesse verificarsi un sisma, la scuola ospiterà il punto di primo soccorso».
«Il legno della scuola, oltre ad essere un materiale vivo, piacevole, molto apprezzato, è molto leggero, per cui reagisce molto bene in caso di sisma, è un materiale molto sicuro, perché ad esempio è il miglior materiale da costruzione che si autoprotegge nel caso di incendi. Poi tutta la scuola è costruita su una piattaforma, che è come un vassoio contenente tutto l'edificio e qualsiasi cosa succeda sotto, la scuola resterà integra e sicura». «Non dimentichiamo che questo è un progetto di scuola-modello, cioè una scuola che può essere riprodotta e reinterpretata e soprattutto organizzata dal punto di vista costruttivo in qualsiasi posto si voglia. Tutti gli elementi saranno pensati in laboratorio, saranno portati sul posto e assemblati tutti a secco».
Massimo Alvisi (Alvisi Kirimoto + Partners)
«L'idea essenziale di "Casa Italia" (Alvisi è stato uno dei consulenti di Casa Italia nda) è stata quella di trovare questi dieci esperimenti in giro per l'Italia in cui è possibile mettere in sicurezza gli edifici dal punto di vista sismico e approfittare anche per migliorarli dal punto di vista dell'efficienza energetica, di qualità generale dell'edificio, anche di durabilità dei materiali, ma senza mandar via le persone che abitano all'interno di questi edifici. Ricordiamo che sono edifici pubblici residenziali. Se mandassimo via le persone, al disagio che loro già spesso vivono abitando in edifici che non sono a norma, che sono a rischio, che sono anche poco efficienti, si aggiungerebbe il disagio di andare via e perdere anche una parte dei loro affetti. Sarebbe insostenibile. Ed è uno dei motivi per cui non si fanno interventi su questi edifici. Quindi l'idea essenziale è di intervenire, mettere in sicurezza gli edifici, renderli più efficienti, senza mandare via le persone che ci abitano».
«E, la diagnosi è il primo punto da prendere in considerazione quando si fanno questi interventi, ci permette, da un lato, di vedere quello che sarebbe troppo complicato in modo invasivo e quindi attraverso l'indagine distruttiva, dall'altro ci permette di mirare gli interventi e quindi di renderli molto più economici». «Io penso anche che parte dell'innovazione di questa scuola ricada proprio nel fatto che rigenera un ambito urbano. È una scuola di cui, abbiamo già parlato tanto, però è una scuola che rigenera un ambito urbano molto sensibile: un ex mattatoio, uno spazio che deve essere completamente riqualificato dal punto di vista urbanistico».
Il sindaco Roberto De Donatis
«Abbiamo finalmente approvato il progetto definitivo (della scuola-prototipo nda) che ci è stato consegnato, donato dal senatore Piano e potremo proseguire finalmente con le altre attività che riguardano anche l'iter della realizzazione del risanamento conservativo dell'edificio residenziale che è a margine del lotto del mattatoio e quindi andare a consegnare alla città un brano urbano, oggi davvero degradato, finalmente riqualificato, grazie ad un progetto di grande valenza non solo per il nostro territorio, ma anche per il Paese».
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