Trasformare il Palazzetto dello Sport di via Pitentino in un museo di arte moderna e contemporanea, in grado di intercettare i nuovi linguaggi e le nuove forme dell'arte, senza eseguire demolizioni radicali e con una visione ambiziosa del futuro culturale della città: il Comune di Bergamo approva il progetto definitivo della nuova GAMeC di Bergamo, la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea della città, da anni ormai alla ricerca di una nuova sede che le consenta di adeguarsi, a 31 anni dalla sua nascita, alle esigenze dell'oggi, profondamente diverso rispetto al lontano 1991. Ad annunciarlo è un comunicato congiunto del comune, del museo e dei progettisti.
Prosegue quindi l'ambizioso piano urbanistico che punta a rifunzionalizzare il vecchio palasport della città, struttura sportiva che sarà sostituita dal nuovo Palazzo dello Sport che sorgerà al posto del Palacreberg e dall'Arena in fase di costruzione nel nuovo complesso Chorus Life, che il gruppo Costim sta realizzando tra via Serassi e via Bianzana.
Il progetto della nuova GAMeC, che punta a valorizzare le potenzialità della struttura esistente, facendo attenzione ai temi di consumo del suolo, della circolarità e sostenibilità, è di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, titolari dello studio C+S Architects (Treviso e Londra). Dunque un'operazione di retrofit.
GAMeC, fronte centrale
GAMeC, spazi commerciali
«Abbiamo ereditato dal passato edifici di dimensioni e strutture generose e che oggi con difficoltà possiamo permetterci di realizzare. Crediamo sia necessario valorizzare edifici antichi e sistemi urbani obsoleti perché sono spazi speciali a disposizione delle comunità, banche di energia e di materie prime, risorse per rigenerare parti di città. Il retrofit è uno strumento resiliente per tradurre il passato più o meno recente e trasformarlo in una risorsa per la comunità. La trasformazione del palazzetto dello sport nel nuovo GAMeC è una di queste eredità che si trasforma in potenzialità, alla scala urbana, alla scala architettonica e alla scala dell'esperienza fisica dei cittadini», sottolinea Segantini.
«Il progetto - continua Cappai - diventa un ponte tra passato e futuro: da un lato mantiene una forte traccia delle strutture originali e dall'altro inventa un nuovo spazio, costituito da una lanterna in vetro opalino sospesa nel vuoto che ospita la galleria permanente della GaMeC. Le strutture interne esistenti verranno lasciate al grezzo e consolidate con innesti metallici mantenendo la materialità del cemento facciavista e le tracce delle sue trasformazioni a costruire un dialogo tra antico e nuovo».
GAMeC, chiosco
GAMeC, spazi interni al piano terra
«L'intervento - si legge in una nota congiunta del museo, del comune e di progettisti - avrà un costo complessivo di circa 18 milioni di euro, di cui oltre 6 milioni provenienti da un finanziamento del Pnrr - nell'ambito del bando rigenerazione urbana -, altri 6 milioni promessi nel 2017 da Fondazione UBI Banca Popolare. L'inizio del cantiere è previsto dopo la chiusura della prossima stagione sportiva, ovvero intorno alla primavera del 2023: nei prossimi mesi sarà realizzata la progettazione esecutiva della struttura, seguiranno le procedure di gara europea previste dalle norme e infine l'assegnazione dei lavori».
Per quel che riguarda la struttura, verrà mantenuta l'attuale forma dell'impianto sportivo (tratto distintivo di un edificio) che dimostra però tutto il suo mezzo secolo di vita. Verranno demolite le tribune e sarà realizzata al suo interno una grande "lanterna" - che conterrà la parte espositiva - attraverso la realizzazione di solai intermedi e sfruttando l'altezza dell'attuale campo di gioco. Oltre a questo nuovo contenitore si prevedono anche un ristorante, un bar, un bookshop e tutti i servizi funzionali a una galleria d'arte. La superficie complessiva quasi triplicherà: dagli attuali 2.200 metri quadrati a poco meno di 6mila.
GAMeC, spazi interni, © Ernesto Neto
GAMeC, ristorante
Confermando e ripulendo dai volumi aggiuntivi il contenitore a pianta ellittica e mantenendo la posizione dell'ingresso verso piazzale Oberdan, il progetto trasforma l'attuale avancorpo, ne mantiene il sedime e lo abbassa in altezza in modo da costruire un portale che consente allo spazio pubblico di "fluire" all'interno dell'edificio. Si crea così il foyer del museo, una vera e propria piazza coperta interna a tutta altezza, uno spazio aperto, attraente e in armonia con la nuova piazza esterna, disegnata da sedute, una fontana a giochi d'acqua e dei piccoli gazebo commerciali.
L'area espositiva del museo, in verità, inizierà già al piano terreno: il foyer a tutta altezza è pensato come uno spazio multifunzionale attrezzato per esposizioni di opere di grandi dimensioni. Questo spazio ospita inoltre il bookshop e salette didattiche informali per attrarre il pubblico più giovane.
GAMeC, sala espositiva
GAMeC, vista aerea
In posizione opposta all'ingresso sono collocati gli uffici del museo e uno spazio commerciale che si affaccia verso il nuovo studentato dell'area Montelungo-Colleoni. Uno scalone centrale scava l'ingresso al museo al primo e secondo livello con la galleria per esposizioni permanenti, ricavata, questa, all'interno del volume opalino che presenta una serie di pannellature modulari mobili capaci di creare ambienti più o meno grandi e più o meno illuminati.
Museo permanente e galleria temporanea sono comunque accessibili in modo separato in modo da non ostacolare l'accesso al museo permanente durante l'allestimento delle mostre temporanee. Scale di sicurezza e ascensori posizionati simmetricamente completano il sistema di accessibilità e vie di fuga. All'ultimo piano è stato necessario ridurre il volume per l'impossibilità di costruire in adiacenza al passaggio del torrente Morla.
GAMeC, planimetria
È stato pertanto ricavato un volume leggero che ospita un ristorante panoramico, accessibile dall'esterno anche quando il museo è chiuso. Il nuovo volume segue le linee di confine edificatorio lasciando il resto dello spazio a una terrazza panoramica in copertura. Il nuovo museo rappresenterà, quindi, anche un punto di vista nuovo su Bergamo, grazie a questa terrazza panoramica che dà sui tetti della città ed è la conclusione di questo percorso che si snoda attraverso la memoria dell'edificio, dentro l'arte, e poi finalmente a vedere la città.
CREDITI DEL PROGETTO
TEAM DI PROGETTAZIONE
Progetto architettonico e coordinamento generale:
C+S Architects, Carlo Cappai, Maria Alessandra Segantini
Progetto strutturale: F&M Ingegneria
Progetto impianti: Seingim srl
Coordinamento locale, stime di spesa e sicurezza: Studio Capitanio
Acustica: Andrea Breviario
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