Con l'estensione, per effetto dell'ultima legge di Bilancio, della platea dei potenziali beneficiari del regime forfettario, saranno intensificati i controlli per "stanare" i furbetti che beneficiano del regime fiscale agevolato pur non possedendone i requisiti di accesso e di permanenza. Due le azioni che saranno messe in campo per contrastare comportamenti illeciti: controllo diretto presso le sedi delle partite Iva e analisi del rischio.
A spiegarlo - per conto del Fisco - è stato Simone Valente, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento nell'interrogazione a risposta immediata in Commissione Finanze della Camera, sollecitata dalle deputate (Pd) Fregolent e Serracchiani.
«L'attività di controllo sarà rivolta sia nei confronti di coloro che hanno adottato il regime per la prima volta sia nei confronti di coloro che già lo applicavano in precedenza», ha affermato Valente. «Saranno messi in campo - ha spiegato - presidi finalizzati ad evitare che possano accedere al regime soggetti che non possiedono i requisiti prescritti dalla legge, secondo due direttrici dell'azione di contrasto dei comportamenti illeciti»
La prima direttrice d'azione riguarda gli «accessi diretti presso i contribuenti per verificare se sono in possesso dei requisiti per l'applicazione del regime agevolato». La seconda, si concretizza in una «attività di analisi del rischio effettuata attraverso l'utilizzo delle informazioni a disposizione dell'Agenzia (delle Entrate nda) che individuerà i contribuenti con degli elevati profili di rischio nei confronti dei quali sarà effettuata la verifica dei requisiti previsti dalle disposizioni normative».
Il testo della risposta al question time del 3 luglio
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Secondo le deputate Pd il regime forfettario o flat tax, comunque lo si voglia chiamare, presenterebbe alcune falle: incentiverebbe la trasformazione delle società in ditte individuali al solo fine di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dal regime forfettario, che - va ricordato - permette di applicare un'imposta sostitutiva unica al 15 per cento per ricavi o compensi fino a 65mila euro.
Tra le altre criticità, messe in evidenza dalle deputate, vi è la possibilità che il soggetto in regime forfetario possa cedere parte dei propri ricavi o compensi ad un altro contribuente al fine di pagare entrambi il 15 per cento di imposte. «Tale comportamento elusivo - fa notare Valente - non è legato necessariamente ad una "trasformazione" di società in ditte individuali, poiché lo stesso può essere posto in essere - anche a prescindere da un precedente esercizio dell'attività in forma associata - da soggetti che per evitare di superare la soglia per l'accesso al regime ricorrano a terzi per la fatturazione dei ricavi eccedenti».
In ogni caso, continua, «laddove l'esercizio individuale dell'impresa o della professione dovesse risultare fittizio - ossia laddove l'attività fosse svolta tramite una «società occulta» - tale comportamento potrebbe essere, comunque, perseguito e sanzionato attraverso le ordinarie attività di controllo».
di Mariagrazia Barletta
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