Tre nuove piazze, 307 nuove abitazioni di edilizia residenziale sociale in vendita e affitto, 41.500 mq di parco, 900 nuovi alberi e la copertura del 65 per cento della superficie con aree verdi. Ed ancora: un mix funzionale con 55.800 mq di spazi aperti pubblici e 2.723 mq per servizi convenzionati. Sono i numeri del progetto «Lambrate Streaming», che si aggiudica la rigenerazione dello Scalo Lambrate vincendo Reinventing cities, il bando internazionale indetto dal Comune di Milano insieme a Fs Sistemi Urbani (proprietaria dell'area) e a C40, il network di amministrazioni impegnate nella lotta al cambiamento climatico.
A vincere è il team composto da Sant'Ilario, società cooperativa edilizia (proponente), Caputo Partnership International (progettazione architettonica, urbana e urbanistica), Tekne Spa (progettazione ambientale, strutturale e impiantistica), Pro Iter Srl (progettazione ambientale urbana, mobilità e infrastrutture), Ambiente Italia progetti Srl (progettazione ambientale, risorse e regime idrico), studio arch. Franco Giorgetta (progettazione paesaggistica), Consorzio Poliedra - Politecnico di Milano (progettazione processi socio-partecipativi), con il contributo di Giorgio Milani (installazione artistica), Ernst & Young (piano economico-finanziario) e Guido Bardelli (aspetti legali e urbanistici).
Il progetto è stato presentato oggi, 4 giugno, ai giardini della Triennale di Milano.
Tre grandi piazze e una concentrazione di abitazioni, servizi e commercio
«L'area non è degradata, ma è un'area marginale per la sua struttura e per la sua storia. È un sito in trasformazione che si sta arricchendo culturalmente, mi riferisco in particolare ai laboratori del Teatro alla Scala che si insedieranno a poche centinaia di metri (dall'ex Scalo, nda)», ha ricordato Paolo Caputo, architetto alla guida di Caputo Partnership International. L'obiettivo è trasformare l'area da marginale a cerniera tra Città Studi, Lambrate e Ortica, ha spiegato ancora il professore. La mancanza di piazze nel quartiere ha condotto i progettisti a disegnare il masterplan dando un peso preponderante a tre piazze, basilari per creare una centralità urbana. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un grande parco, presidiato socialmente e ricco di attività. Al piano terra dei sei edifici si svilupperanno i servizi.
«Per diventare cerniera - ha ancora spiegato il professore Caputo - , l'area aveva bisogno di una sua riconoscibilità forte, che abbiamo pensato di conferire attraverso un sistema insediativo architettonico-urbano che tessesse in senso longitudinale l'area e che in qualche misura si adeguasse fortemente al rapporto tra gli edifici preesistenti, il sistema del muro della ferrovia e lo sviluppo longitudinale dell'area. Da qui nasce l'idea di un sistema lineare, potente ed unitario, che concentra tutto il sistema abitativo e dei servizi al chiuso, i servizi commerciali, di assistenza sociale e così via». Il sistema - rimarca Caputo in riferimento alla compattezza del complesso di edifici progettato - ha dei precedenti, si pensi alla stecca di Aldo Rossi al Gallaratese. Il progetto, però, ha una sua flessibilità per cui la compattezza può anche essere evitata scomponendo i sei volumi in più edifici, ha ancora precisato l'architetto.
Le piazze, quella centrale lastricata e quelle di testa sistemate a giardino, sono elementi di integrazione ed estensione del parco. Il sistema viario, che prevede anche due ciclabili, è pensato per assicurare la massima permeabilità dell'area, connettendosi con l'esistente. La zona è stata inoltre pensata come un'area a traffico limitato.
Il muro delle ferrovie, grazie anche al lavoro dell'artista Giorgio Milani, sarà trasformato in un muro della memoria, «sarà un racconto poetico legato alla storia delle ferrovie e dello scalo ferroviario di Lambrate, alla storia sociale connessa a questo scalo con l'arrivo degli immigrati e sarà anche legato alla cultura operaia che ha accompagnato lo sviluppo di Lambrate», ha proseguito Caputo.
Sono previsti: un polo culturale e ricreativo per mostre ed esibizioni, servizi per l'infanzia, spazi di coworking, un centro di aggregazione giovanile e a supporto di categorie fragili, attività commerciali di vicinato. Per la progettazione di dettaglio degli spazi pubblici sarà garantito un processo di ascolto e coinvolgimento di cittadini e stakeholder.
Il progetto paesaggistico integra natura domestica e selvatica
Il verde nel progetto avrà un ruolo centrale. «Sarà caratterizzato da una forte biodiversità realizzata da una sequenza di zone arboree e aree verdi fruibili», ha spiegato Gloria Montini dello studio arch. Franco Giorgetta di Milano. «L'impianto strutturale del progetto paesaggistico - ha proseguito - è formato da due anime verdi che pulsano insieme: quello della natura selvatica e quello della natura domestica».
La natura selvatica, ai piedi del terrapieno ferroviario sarà costituita da una fascia verde di mitigazione visiva e uditiva, permeabile e fruibile, caratterizzata da una sorta di foresta con alberi autoctoni tipici della foresta padana e arricchito da piante spontanee: un habitat, tra l'altro, per funghi, licheni e insetti.
La foresta, avvicinandosi all'edificato, si dirada e lascia spazio alla natura domestica, ossia al parco urbano con grandi aree prative e zone attrezzate adatte alla fruizione di persone di ogni età. Vi si potranno svolgere attività ludiche, sportive e sono previsti anche orti urbani e attività di agricoltura urbana. «Si tratterà di un sistema ad alto grado di biodiversità e di resilienza, di un ambiente favorevole anche ad altre forme vitali, quali uccelli e insetti», ha continuato Gloria Montini. Sono inoltre previsti tetti verdi e orti e giardini sui balconi.
L'acqua piovana sarà riutilizzata per l'irrigazione e per la creazione di colture idroponiche, ed anche per la formazione di elementi paesaggistici, quali canali d'acqua, fossi verdi, fontane e giochi d'acqua. «L'acqua sarà un altro tassello della biodiversità grazie alla flora e alla fauna acquatiche», ha sottolineato Montini.
L'edilizia residenziale agevolata
Le nuove abitazioni saranno per famiglie giovani e studenti. Si è scommesso anche sulla sostenibilità ambientale, puntando su «bassi costi di gestione degli edifici e su bassi costi energetici», nonché sulla sostenibilità sociale «grazie alla collaborazione con enti, fondazioni, associazioni, anche locali, che permetteranno di avere uno sguardo attento anche alle famiglie che hanno più problemi di tipo sociale», ha sottolineato Alessandro Vadelka, architetto di Sant'Ilario società cooperativa edilizia. «È un progetto importante - ha continuato l'architetto - che mette insieme: edilizia sociale in vendita, attività di convenzionata in affitto, attività di convenzionata sociale, attività ai piedi delle case», questo mix «darà qualità di vita e favorirà la socialità nel quartiere intero».
Il progetto parte dell'ambizioso programma «Scali Milano»
«Lambrate è un'area che si estende per oltre 64mila mq e fino alla fine degli anni Ottanta ha svolto la funzione di scalo ferroviario. Si inserisce, inoltre, in un più ampio contesto che è proprio quello di riqualificazione degli scali ferroviari avviato con la sottoscrizione nel 2017 dell'accordo di programma», ha ricordato Marianna Beltrani, responsabile del Progetto Milano FS Sistemi Urbani. Candidando l'area alla call, «volevamo ottenere - ha continuato Marianna Beltrani - un progetto che potesse insediare un quartiere sostenibile, integrato con l'edilizia residenziale a prezzi accessibili, grandi spazi pubblici, servizi di quartiere e aree verdi attrezzate per oltre il 60 per cento dell'area dello scalo stesso».
Il progetto - come ha ricordato l'assessore all'urbanistica, Pierfrancesco Maran - rientra nel piano "Scali Milano", uno dei più grandi progetti di ricucitura e valorizzazione territoriale in Italia e in Europa. Un piano che è stato avviato a partire dall'accordo di programma sottoscritto a giugno 2017 e che riguarda la rigenerazione degli scali gli Farini, Greco, Lambrate, Porta Romana, Rogoredo, Porta Genova e San Cristoforo.
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