«Impegnativo, provante ma bellissimo». Sono queste le parole con cui esordiscono Paola, Flore e Iván, i tre architetti reduci dall'incredibile esperienza itinerante che è stata la sesta edizione del Renzo Piano World Tour.

Partito da Parigi lo scorso 20 giugno, dopo aver attraversato Europa, Asia (Cina e Giappone) e Oceania, preso 10 aerei e altrettanti treni, autobus e auto, visitate 40 opere del RPBW, affrontato climi torridi e jet lag, il viaggio si è concluso - come da tradizione - a Genova, headquarter della Fondazione, dell'Archivio, ma soprattutto dello studio Piano.

Momento irrinunciabile di questa esperienza formativa - nata proprio con l'intento di offrire un percorso che sia di crescita, scoperta, consapevolezza - l'incontro collettivo finale ha definitivamente espresso, per Paola, Flore e Iván, i presupposti, l'ispirazione e l'energia per diventare dei progettisti di spessore, capaci di fare la differenza un domani, qualsiasi sia il loro campo d'azione.

Foto © Elisa Scapicchio

Cosa occorre? Innanzitutto, la capacità di meravigliarsi. Del resto, Sant'Agostino diceva "Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina.". Aveva proprio ragione allora Renzo Piano quando alla vigilia della partenza ammoniva che "Il viaggio è un po' come andare in una grande biblioteca a cercare un libro: è vero che cerchi quel libro, ma cercando quel libro ne trovi molti altri".

Proprio lui, chiamato a dare ai ragazzi un consiglio per il loro futuro professionale, ha infatti parlato della capacità di avere pazienza, di fare scelte audaci ma ponderate, di ascoltare molto, luoghi e persone (andandoli fisicamente a vedere): "Non abbiate fretta di accettare la prima occasione lavorativa. Scegliere un lavoro - per quanto alla vostra età non è per tutta la vita - è un'operazione che richiede molta attenzione e ragionamento. Un po' come scegliere il proprio partner, gli elementi da tenere in considerazione sono moltissimi. Che dobbiate fare un ospedale, un canile o una villa" - prosegue - "voi studiate molto, fate ricerca e andate sempre a fare i sopralluoghi per i nuovi progetti: i luoghi parlano e bisogna imparare ad ascoltarli. Il contesto - ambientale, storico, politico, umano - fa sempre, sempre, sempre la differenza."

Foto © Elisa Scapicchio

Ultimissime tappe pre Genova: Sydney e Milano

E se l'anno scorso l'itinerario si era concentrato esclusivamente su Europa e Nord America, quest'anno - l'abbiamo seguito, tappa per tappa - dopo il blocco europeo si è spinto fino in Asia ed Australia.

I ragazzi qui sono stati tre giorni (a detta loro i più rilassati di questo lungo viaggio, tanto da andare addirittura in spiaggia nonostante lì fosse inverno), giusto il tempo di assaporare icone come l'OPERA HOUSE di Jørn Utzon e Peter Hall, ma anche progetti di Foster + Partners, Ateliers Jean Nouvel, RPTW Architects, Frank Gehry, Kengo Kuma, Sanaa.

"La Sydney Opera House" - scrivono - "è uno di quegli edifici che non possono essere compresi a prima vista. Situato sulla punta Bennelong, è stato concepito per essere visto da tutti i lati e dall'alto. Oltre al suo iconico skyline, molti altri punti di vista intorno e all'interno dell'opera permettono di apprezzare appieno l'eleganza del design, la diversità degli spazi interni e la qualità dei dettagli."

Ma anche, visitare il cantiere del progetto in progress ONE SYDNEY HARBOUR, imponente sviluppo caratterizzato da tre torri residenziali e l'AURORA PLACE, altro straordinario edificio di RPBW dei primi anni 2000, in cui il design elegante e l'integrazione con l'ambiente circostante evidenziano la maestria di Piano nel bilanciare impatto estetico con integrità funzionale.

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72 ore in Australia, e poi via, direzione ISTANBUL: qui la permanenza è stata di sole 24, poche ma sufficienti. Nel giorno 35 di questo viaggio, i tre ragazzi dalla Turchia atterrano finalmente in Italia, a Milano.

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"A Milano abbiamo avuto l'opportunità unica di scoprire una delle nuove sedi della Fondazione Renzo Piano. Francesca ci ha guidato attraverso la Fondazione e abbiamo anche fatto un delizioso tour del campus POLIMI, guidati da Ludovica.

La fondazione, situata accanto alla biblioteca di architettura, è ricca di modelli, disegni e libri che hanno plasmato la visione di Renzo Piano nel corso degli anni."

Genova: Archivio, Punta Nave, Fondazione

"Il giorno 37 ci siamo spostati a Genova, meta finale del viaggio" - raccontano, e già in queste parole si avverte un velo di malinconia. Genova significa, infatti, che il tour sta irrimediabilmente finendo.

"Nella mattinata abbiamo avuto l'opportunità di visitare l'archivio della Fondazione, guidati da Shunji Ishida e Chiara Bennati. Siamo rimasti stupiti in particolare da una grande piattaforma in legno che ricreava una città immaginaria, mettendo in mostra tutti i progetti realizzati da RPBW nel mondo alla stessa scala."

Foto © Elisa Scapicchio

Dopo Milano dunque, una seconda, e ancor più profonda full immersion nella storia del RPBW, prima di arrivare al cuore pulsante, il luogo dove tutto, da oltre 43 anni, prende vita "trasportati dalla funivia attraverso una vegetazione lussureggiante, siamo arrivati all'ufficio RPBW. L'edificio, posto su un pendio, è illuminato da luce naturale su tutti i lati."

Foto © Elisa Scapicchio

Qui, accompagnati da quattro architetti capo progetto dello studio - Alessio Montanari, Luca Caroti, Francesco Giacobello e Olaf de Nooyer - ai ragazzi sono stati illustrati nel dettaglio altrettanti progetti, architetture che peraltro hanno fisicamente visitato durante il tour: il WATERFRONT DI LEVANTE, il POLITECNICO DI MILANO, Il MUSEO D'ARTE DI ISTANBUL, e l'OŌELI COMPLEX ad Hangzhou, per il colosso della moda asiatico Jnby.

"Ad ogni livello dello studio, abbiamo conosciuto nuovi architetti, imparato ancora nuove cose e prima di incontrare Renzo Piano, abbiamo condiviso le storie del nostro lungo viaggio. Alla base della collina si trova la sede della fondazione, dove sono esposti in ordine cronologico tutti i progetti RPBW. Qui abbiamo potuto ripercorrere il nostro viaggio, grazie al lavoro di Shunji."

Foto © Elisa Scapicchio

Waterfront di Levante: stato avanzamento lavori

Esattamente un anno dopo poi torniamo a visitare, accompagnati da Michael Chasseur, i progressi fatti in 365 giorni nel grande progetto genovese dello studio Piano con OBR: il WATERFRONT DI LEVANTE.

Un masterplan che conclude la sequenza di interventi sul lungomare già fatti dallo studio nel tempo, un "rammendo urbano" che trasforma ciò che prima era il retro del porto in un nuovo fronte sul mare, dove si riconnettono Levante e Ponente, Corso Italia e il Porto Antico. Il progetto, che riqualifica le aree dismesse della Ex-Fiera, pone particolare attenzione alle persone, agli spazi aperti e le viste sull'acqua, diminuendo di circa 2/3 la volumetria preesistente e la superficie costruita.

Schizzo | © Renzo Piano, © RPBW

Il Parco Urbano è l'elemento connettivo tra le mura storiche e i nuovi canali. Un giardino lineare - fortemente voluto da Piano al posto di una distesa di asfalto attualmente adibita a parcheggio - pensato come un ambiente minerale e vegetale, utile a ri-naturalizzare un brano di città.

A completare lo spazio pubblico esterno una Passeggiata a Mare che collega Boccadasse fino al Porto Antico con un percorso ciclo-pedonale; un ascensore panoramico, collegamento verticale diretto con approdi aperti alla vista ma protetti dalle intemperie, e la Casa della Vela.

Foto © Elisa Scapicchio

Il Palasport, tra vecchio e nuovo

Partendo dalla struttura costruita nel 1962 su progetto del raggruppamento guidato dall'Ingegnere Leo Finzi, la riqualificazione si basa su due principi cardine: restaurare e valorizzare gli elementi di pregio, ripensare gli spazi interni caduti in disuso. Il nuovo Palasport sarà infatti un impianto sportivo polivalente con caratteristiche di estrema flessibilità, ospitando due funzioni parallele: al centro dell'edificio, sotto al grande lucernario esistente, troverà spazio la nuova Arena Sportiva sviluppata in collaborazione con il CONI, in grado di ospitare diverse tipologie di eventi, incluse manifestazioni musicali.

Foto © Elisa Scapicchio

Con una capacità di 4.000 posti (ampliabili fino a 5.000) il progetto, in coerenza con lo schema originale, prevede spalti circolari distribuiti su 8 gradinate a forma di petalo, di cui 4 fisse e 4 retrattili.

E pannelli acustici sul perimetro che fungeranno anche da supporto per la proiezione di video e immagini a 360°, trasformando l'arena in uno spazio immersivo. Un anello che amplia il raggio del fabbricato esistente di 12 metri permette, inoltre, di liberare totalmente il grandioso spazio centrale a quadrupla altezza e creare un anello di funzioni commerciali sul perimetro esterno. In sintonia con il Masterplan generale dell'area, il nuovo Palasport sarà in grado di sopperire la maggior parte del proprio fabbisogno energetico attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili, primo fra tutti il fotovoltaico.

Foto © Elisa Scapicchio

Uguali o diverse dalle aspettative?

Eccoci, ci siamo!

Alla fine di tutto ci piace sempre capire quale siano state, per questi giovani progettisti, le architetture più belle viste durante il tour. O quanto meno quelle che - dopo averci camminato dentro - hanno provocato in loro le emozioni più forti. Si perché spesso i risultati sono sorprendenti rispetto al pre-partenza e l'opinione o l'idea che si aveva di alcune opere dalle foto, senza averle visitate, può cambiare drasticamente.

Ma la verità è che, al netto dei gusti e delle sensazioni personali ( bella Tokyo, belli i cantieri..) anche per questa edizione sono due le grandi conferme: Ronchamp e Punta Nave. Due luoghi, diversissimi tra loro, ma ugualmente capaci di innescare gigantesche reazioni emotive in chi li visita.
In entrambi, particolarmente apprezzata è stata la qualità della luce e il ruolo che gioca nel modellare gli spazi di vita, rendendoli profondamente umani. E quella certa aura di sacralità che si respira entrandovi: qualcosa che è difficile dimenticare. Così come sarà difficile dimenticare questo e tornare - letteralmente - con i piedi per terra, alla propria vita di tutti i giorni.

Siamo sicuri che qualsiasi sarà il futuro di Flore, Paola e Iván, il Renzo Piano World Tour avrà insegnato loro che "L'unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso."

Buona fortuna!

Foto © Elisa Scapicchio

Foto © Alessio Montanari, architetto associato RPBW

RENZO PIANO WORLD TOUR 2024

promosso da Fondazione Renzo Piano · Fundación Botín · Vitra, in collaborazione con ProViaggiArchitettura e professionearchitetto.it

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