Urbanistica, Milano: architetti, ingegneri e geometri presentano i ricorsi al Tar contro la chiusura degli uffici comunali

Secondo i professionisti la situazione è gravissima: molti progetti subiranno le misure di salvaguardia del Pgt

 L'Ordine degli Architetti, l'Ordine degli Ingegneri e il Collegio Geometri della Provincia di Milano annunciano la presentazione dei ricorsi al Tar contro la disposizione di servizio n. 9/2024 del Comune di Milano, che lo scorso 12 novembre ha decretato - ricordano i professionisti in un comunicato congiunto - l'interruzione del servizio di appuntamenti e ricevimento da parte dei dipendenti comunali, la sostanziale interruzione di ogni attività istruttoria e decisionale degli uffici e delle direzioni preposte ai procedimenti urbanistico-edilizi, rendendo inoltre impossibile la quantificazione dei valori di monetizzazione delle dotazioni di aree per servizi.  

«La disposizione di servizio ha interrotto l'attività di dialogo con i progettisti, facendo salvi gli appuntamenti già fissati, creando un danno a quei progetti che ancora devono essere istruiti e approvati.  Gli Ordini constatano come la disposizione contenga molteplici elementi di illegittimità. In primo luogo, l'atto impugnato viola l'art. 5 del Dpr 380/2001 che stabilisce come le amministrazioni comunali "provvedono a costituire un ufficio denominato Sportello unico per l'edilizia, che cura tutti i rapporti fra il privato, l'amministrazione e, ove occorra, le altre amministrazioni tenute a pronunciarsi in merito all'intervento edilizio oggetto della richiesta di permesso o di segnalazione certificata di inizio attività"».

«I commi 1bis e 1ter - si evidenzia nel comunicato -, appositamente inseriti con D.L. n. 83/2012, hanno successivamente chiarito che "lo Sportello costituisce l'unico punto di accesso per il privato interessato in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti il titolo abilitativo e l'intervento edilizio oggetto dello stesso". Pertanto, i privati e i professionisti tecnici incaricati si trovano oggi preclusa l'unica possibilità ammessa dalla legge per poter interagire con l'amministrazione che deve istruire e decidere sulle pratiche edilizie».

Gli Ordini segnalano anche come, «considerando il regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Milano, il principio che decreta "l'orientamento alla soddisfazione dell'utenza, avvicinando l'azione del Comune ai bisogni ed alle esigenze dei cittadini e dell'intero sistema sociale ed economico, da attuare comunicando e rilevandone le esigenze", sia oggi ampiamente violato dall'atto impugnato.   La sospensione delle attività dello Sportello unico per l'edilizia degli appuntamenti e dei rapporti fra amministrazione e tecnici sta comportando un rallentamento dei procedimenti, ed i progettisti non sono messi nelle condizioni di poter apportare quelle modifiche e integrazioni (minime o più importanti) necessarie per adeguarsi alle richieste degli istruttori».

«Il risultato di questa situazione - secondo i professionisti milanesi - sarà gravissimo, poiché, tra le altre cose, porterà diversi progetti a subire le misure di salvaguardia che presto (entro i prossimi mesi) dovranno entrare in vigore a seguito dell'adozione della revisione del Pgt».

«È, pertanto, fondamentale che i provvedimenti impugnati siano sospesi, per garantire che in tempi brevi i progettisti e i tecnici vengano riammessi alla partecipazione e al dialogo con gli uffici pubblici comunali a tutela del pubblico interesse», si chiosa in un appello inviato al Tar.  

«Il ricorso al Tar è un atto indispensabile da parte degli Ordini professionali», dichiara Federico Aldini, presidente dell'Ordine degli Architetti di Milano, «a causa delle numerosissime e pressanti richieste e lamentele rivolte da parte degli iscritti in seguito all'emanazione della disposizione di servizio. Il ricorso ha lo scopo di tutelare l'interesse istituzionale comune ai progettisti e ai tecnici, contro un atto altamente lesivo per la professione. Per questo è fondamentale chiarire che l'obiettivo è quello di garantire agli iscritti all'Ordine professionale una tutela concreta ed unitaria».  

«Impedire il dialogo tra privati, professionisti e tecnici comunali è inaccettabile», dichiara Carlotta Penati, presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Milano, «specialmente in un contesto di incertezza normativa riconosciuta dallo stesso Comune. Un confronto costante è imprescindibile per risolvere tempestivamente eventuali difficoltà interpretative. Adottare un approccio basato sulla chiusura, anziché sul confronto, non fa che aggravare ulteriormente il sistema pubblico, già in affanno: si rischia un aumento dei procedimenti contestati, un rallentamento di quelli in corso e una crescita del contenzioso legale, con ripercussioni a catena sull'intera macchina amministrativa. Alla vigilia dell'entrata in vigore della variante generale al Pgt, un simile blocco rischia di creare problematiche insostenibili sia per i privati sia per la stessa amministrazione, che finisce per danneggiare sé stessa».  

«La decisione del Comune di Milano viola principi fondamentali quali buon andamento, imparzialità, efficacia e trasparenza dell'azione amministrativa, negando la collaborazione e la buona fede che devono caratterizzare i rapporti tra cittadino e Pubblica Amministrazione anche tramite l'interlocuzione con i professionisti incaricati», dichiara Cristiano Cremoli, presidente del Collegio Geometri e Geometri Laureati della provincia di Milano. «Vietare l'accesso allo sportello rappresenta una chiusura inaccettabile verso le legittime esigenze di dialogo e partecipazione della cittadinanza, compromettendo la fiducia e il confronto necessario per un'amministrazione equa e partecipata».

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