Sal

Passa la norma di interpretazione autentica - che fa salvi anche i casi del passato, in particolare milanesi passati al setaccio dalla procura, ma non solo -, con tre punti di approdo: la legge urbanistica (articolo 41-quinquies), la definizione di ristrutturazione edilizia e il Dm sugli standard (Dm 1444 del 1968).

Tanti i passaggi da chiarire per evitare interpretazioni disomogenee sul territorio nazionale e per dare attuazione alle nuove disposizioni. Una volta chiariti i punti più delicati e controversi, occorre anche dare ai Comuni la nuova modulistica unificata, mentre molti cittadini e tecnici comunali attendono l'adeguamento della normativa regionale.

Superato il nodo coperture, viene approvato in Commissione Ambiente alla Camera l'emendamento del Salva-Milano che imbocca la strada dell'interpretazione autentica. Ora il testo approda in Aula per il via libera.

Con una norma di interpretazione autentica - che quindi fa salvi anche i casi del passato, in particolare milanesi passati al setaccio dalla procura, ma non solo - prosegue la sua strada il Salva-Milano.

Fornire una norma di interpretazione autentica per l'articolo 41-quinquies della legge urbanistica e per le definizione di ristrutturazione edilizia. Si valuta questa strada in Commissione Ambiente alla Camera, dove si è deciso di rinviare l'approdo In Aula del testo del cosiddetto "salva-Milano".

Il decreto Salva-casa ha reso meno stringenti alcuni requisiti da rispettare per l'agibilità, con l'obiettivo di semplificare il recupero ai fini abitativi. Consentite altezze non inferiori a 2,40 m e superfici ridotte per i micro-appartamenti.

Gli obiettivi: rivedere la definizione di ristrutturazione edilizia e stabilire con certezza quando, in caso di interventi di consistente densificazione, sia necessario adottare un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata.

Con la conversione in legge del "Salva-Casa" è stata introdotta un'importante novità: un doppio iter semplificato per regolarizzare le parziali difformità, anche nate nel corso di lavori autorizzati prima dell'entrata in vigore della legge Bucalossi, ossia prima del 30 gennaio 1977, quando non esisteva l'istituto della variante in corso d'opera.