Nella storia della teoria architettonica, un testo, più
di altri, si è distinto per il suo sostegno al fondamentalismo
geometrico: il libro, del 1923, di Le Corbusier Verso una Architettura
[1]. È il testo dove meglio è stata teorizzata la
geometria del modernismo, e il programma per definire le modalità
per un'espansione urbana servile ed incontrollata da attuarsi durante
gli anni del secondo dopoguerra. In questo testo, attraverso dettagliate
illustrazioni e appassionate argomentazioni, si scorgono i larghi
vialoni, l'espansione incontrollata in orizzontale degli uffici,
le torrette di calcestruzzo, e magazzini fatti come scatole situati
ad una certa distanza dalla strada.
Verso una Architettura è stato innegabilmente un documento
molto influente in campo architettonico e in quello della pianificazione
urbanistica del ventesimo secolo. Mentre questo libro è usato
in quasi ogni università come manuale della teoria architettonica,
noi, in modo provocatorio, proponiamo una sua lettura in termini
non scientifici, ma piuttosto come fosse un manuale di propaganda
creato per distruggere la coerenza architettonica ed urbana. Allo
stesso modo in cui il libro Mein Kampf di Adolf Hitler è
letto spesso alle università, non come riferimento razionale
sulla politica e sul governo, ma (mettendo da parte la reazione
di repulsione del lettore) per capire come il suo autore poteva
manipolare una nazione in modo da distruggere l'Europa ed attuare
l'Olocausto.
Il Plan Voisin di Le Corbusier (identificata nel suo testo come
La Città delle Torri) mostra il centro di Parigi distrutto
e ricreato con la costruzione di enormi grattacieli. L'imposizione
di una semplice quanto astratta e potente idea (le torri, come mezzo
-- apparente -- per rimuovere gli elementi di disturbo della moderna
società, quali gli odori e la polvere) finisce con il recidere
i rapporti umani: taglia cioè quella rete di interconnessioni
che sono gli elementi generatori del tessuto urbano di una città
e fanno di esso un elemento vivo e correlato alla vita. La geometria
monolitica proposta cancella una rete complicata di conessioni,
e la sostituisce con una visione semplice e grandiosa. Ciò
distrugge la complessità e la vita. L'architetto antropologo
svizzero Nold Egenter riassume in modo appropriato la nostra propria
valutazione: "Immaginate oggi Parigi con il programma di Le
Corbusier realizzato! Un mortale deserto. Nessun turista la visiterebbe
". Per una strana coincidenza, anche Hitler, sen'altro un maestro
nell'arte della propaganda anche con pretese verso quella architettonica,
desiderava distruggere Parigi nel 1944.
Questa grande sconnessione è l'idea essenziale del modernismo,
ed il suo essenziale limite. Esiste a tutti i livelli, dal programma
urbano al programma delle singole costruzioni, giù fino alla
piccola scala relativa agli ornamenti e ai dettagli costruttivi.
Sotto questo sistema culturale i complessi rapporti organici di
vita ed il mondo sono completamente tagliati. Nel 1923 Le Corbusier
era un uomo chiaramente preso dalle filosofie semplicistiche e totalitariane
che stavano mettendo radici nella società come un cancro.
Ha soccombuto alle geometrie astratte e semplici che ha visto nelle
macchine intorno lui [1] (pagina 11):
"L'estetica dell'ingegneria e dell'architettura sono due cose
che marciano di pari passo e dipendono l'una dall'altra: una è
ora al suo apice, l'altra in una condizione infelice di regressione
... L'ingegneria, ispirata dalle leggi dell'economia e governata
dal calcolo matematico mette d'accordo tutto ciò con le legge
universali. Realizzando, in tal modo, l'armonia."
Una geometria rudimentale e primitiva ha catturato Le Corbusier:
certamente non proprio avanzata come la matematica e le scienza
erano all'inizio di quel periodo storico, che si identifica con
la nascità della civilizzazione. Egli confonde l'apparenza
superficiale delle soluzioni tecniche con il progresso. Il fondamentalismo
geometrico non è un avanzamento illuminato, come i modernisti
hanno immaginato, ma una stretta reazionaria delle astrazioni geometriche
semplici di Euclide, di Pitagora e degli antichi Egiziani [1] (pagina
30):
"L'architettura Gotica non è basata fondamentalmente
sulle sfere, sui coni o sui cilindri. Soltanto la navata è
espressione di una forma semplice, ma essa risulta legata alla geometria
complessa del secondo ordine (archi di intersezione). È forse
per questa ragione che una cattedrale non è molto bella e
che cerchiamo così le compensazioni sull'esterno attraverso
un'arte plastica carica di soggettività. Una cattedrale ci
interessa come la soluzione ingegnosa d'un problema difficile, ma
un problema di cui i postulati sono stati dichiati male perché
non procedono dallegrandi forme primarie. "
Una cattedrale non è molto bella? Allora che cos'è
bello? Le Corbusier spiega [1] (pagina 31):
"Abbiamo i montacarichi per il grano e le fabbriche Americane,
i primi magnifici frutti di una nuova età. Gli ingegneri
americani hanno schiacciato ed ucciso con i loro calcoli la nostra
architettura."
Questa è la Grande Idea che spazza via tutti i detriti e
che prepara la nuova età: quella della macchina. Naturalmente
succede che tutti i detriti includano tutte le maggiori creazioni
dell'umanità realizzate sull'intero globo nel corso dei millenni.
Queste dovevano essere sostituite da costruzioni che imitassero
i montacarichi per il grano americani. È oggi evidente a
noi che le macchine primitive che Le Corbusier elogia ed illustra
nel suo libro sono abbastanza rudimentali se comparate con le macchine
successive. Ma Le Corbusier è completamente ed assolutamente
preso da loro, così tanto da considerarle realmente superiori
alla realtà che riflettono crudamente. Ciò è
un esempio estremo del fenomeno che Whitehead ha chiamato una fallace
e malriposta concretezza -- una esesperata idolatria delle astrazioni
fino al punto in cui si perde ogni legame con la realtà sicuramente
più ricca e più complessa di quella che essi rappresentano.
È facile essere catturati dalle astrazioni semplici, forti
e, al contempo, seducenti. Seguendo con forza il suo pensiero, Le
Corbusier indicava, in questo suo programma, una massiccia imposizione
di queste astrazioni semplici al resto del mondo. Egli esorta tutti
a non mostrare alcuna pietà per la sottigliezza e la complessità
presenti nell'umanità; dobbiamo mostrare soltanto il disprezzo.
Le città dovrebbero essere spianate con i bulldozer e ricostruite
-- questa volta dando vita a blocchi su una scala enorme e totalizzante.
Le Corbusier è un maestro nel fornire astrazioni fin troppo
rudimentali e grezze riguardo ai profondi ed impercepibili legami
relazionali. Com'era ossessionato e sedotto dalle proprie grandi
astrazioni, non capì o ignorò deliberatamente, la
ricchezza e i più intimi legami delle costruzioni tradizionali,
quel genere di rapporti organici e sottili che la sua architettura,
meccanica e cristallina non avrebbe mai potuto creare.
Nel giudizio retrospettivo, è sorprendente l'applicazione
e il successo nella realizzazione, su scala globale, del programma
di Le Corbusier. Come è accaduto tutto ciò? Chi era
veramente Le Corbusier? Charles-Edouard Jeanneret-Gris era uno sconosciuto
architetto svizzero, il quale lavorava a Parigi, guadagnandosi da
vivere principalmente come pubblicitario attraverso il suo giornale
L'Esprit Nouveau. Scrisse e pubblicò qualunque cosa potesse
servirgli, per poi raccogliere tutti questi articoli arbitrari nei
suoi libri. Dopo che adottò lo pseudonimo di "Le Corbusier",
la gente cominciò a dare più peso alle sue idee architettoniche
ed urbanistiche. La sua figura è emersa nel preciso momento
in cui il mondo occidentale era disperatamente affamato di un utopico
"mondo nuovo". Le sue idee perfettamente si adattavano
al nuovo e rozzo spirito industriale. Le Corbusier e gli altri pionieri
modernisti erano felici di essere al servizio del fervore rivoluzionario
dei tempi, teorizzando ed incoraggiando la soppressione di tutto
ciò che fosse legato alle antica vestigia del passato.
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