La principale radice del disegno modernista la si trova nell'Italia
fascista. I manifesti futuristi dichiararono una guerra totale contro
l'architettura (e la società) del passato. Riprendendo la
credenza Nazista tedesca "in una nuova società"
quella subordina l'individuo agli obiettivi politici e sociali più
alti, il regime di Benito Mussolini ha patrocinato alcuni degli
esempi più caratteristici dell'architettura modernista. Giuseppe
Terragni, Luigi Moretti, Adalberto Libera e molti altri hanno costruito
edifici in "puro" stile modernista. La loro flagrante
associazione con il fascismo trasforma gli edifici storici in elementi
scomodi, cercando, attraverso dilettanteschi espedienti, di ignorare
totalmente quelle costruzioni. Diversamente dalla Germania, il modernismo
in Italia fu promosso dal Fascismo e le sue relative aspirazioni
architettoniche erano in sintonia con la filosofia totalitaria del
regime circa al futuro.
L'astrazione disumanizzante è stata abbracciata in anticipo
dagli architetti modernisti tedeschi del ventesimo secolo. Questo
periodo è ben conosciuto in Germania come il momento del
rifiuto dell'individuo, e una credenza che una nuova architettura
della macchina avrebbe risposto alle esigenze sociali della classe
operaia. Successivamente il nazismo fece proprio questo spirito
operaio socialista insieme ai primi momenti di uno stile architettonico
modernista. Gropius (che è stato direttore del Bauhaus dal
1919 al 1928) ha prodotto le "curtain walls" e le fenestre
a nastro dello "Stile Internazionale". Ludwig Mies van
der Rohe (che diresse il Bauhaus dal 1930 al 1933), fieramente affermava
che: "L'individuo è insignificante; il suo destino non
è ciò che ci interessa". Nel 1921, ideò
i grattacieli di vetro. E affinchè tali strutture potessero
poi essere abitate, le aspirazioni degli individui furono subordinate
al convincimento che un edificio è come un'astrazione.
Sia Gropius che Mies van der Rohe emigrarono negli Stati Uniti
per divenire, poi, rispettati e famosi nel mondo, anche se in primo
luogo avevano offerto i loro servigi ad Hitler. E benchè
avesse egli stesso preferenze architettoniche forti, Hitler ha rifiutato
e disprezzato il modernismo come stile. Egli, inoltre, guardò
con sospetto politico gli architetti del Bauhaus, poiché
antecedentemente, tutti avevano avuto collegamenti con il movimento
socialista in Germania. Mies van der Rohe aveva progettato un monumento
agli eroi comunisti Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, mentre l'architetto
svizzero Hannes Meyer (chi diresse il Bauhaus dal 1928 al 1930)
introdusse corsi obbligatori su Marx e Lenin. Il punto è
che l'architettura modernista, lontano dall'essere una reazione
al nazional-socialismo come successivamente cercò di spacciarsi,
fu in realtà il fratello filosofico. È soltanto un
incidente storico se i due aspetti sono stati separati.
I pochi iniziali lavori dagli architetti modernisti furono incarichi
commissionati da individui ricchi che promuovevano le avanguardie
artistiche; o dalle città europee che avevano governi locali
politicamente su linee radicalie che promuovevano il collettivismo.
Erano questi due tipi di clienti che hanno comprato dal modernismo
promettendo che il loro stile architettonico, geometricamente singolare
poteva divenire veicolo atto a trasformare la società. Anche
se niente di tutto ciò è mai accaduto, questa promessa
ha fatto appello direttamente ai regimi totalitari. Gli architetti
modernisti hanno continuato a elemosinare dai governi per costituire
un fondo per i loro progetti. Progettato l'edificio di Centrosoyuz
e concorso senza successo per la costruzione del palazzo dei Soviet
a Mosca, Le Corbusier allora invitò il governo collaborationista
francese ad effettuare il suo programma per la distruzzione di Algeri.
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