Autori come Zygmunt Bauman insistono sul fatto che la radice dell'Olocausto
vada rintracciata in un processo astratto [6]. Gli esseri umani
possono compiere genocidi organizzati su scala sistematica soltanto
se le vittime sono disumanizzate -- attraverso una ridefinizione
che li assimila ad una categoria sociale astratta. Considerando
che il singolo omicidio coinvolge aspetti emozionali ed è
quindi guidato dalle passioni e dalla forza, il genocidio su una
scala industriale deve essere effettuato senza "passione".
Affinchè questo avvenga, la categoria sociale della vittima
deve essere identificata nei termini più astratti. È
essenziale recidere tutti gli aspetti umani fra le vittime ed chi
perpetra il crimine. Questo taglio dei collegamenti fu attuato con
estrema cura dai Nazisti, i quali massimizzarono l'astrazione che
vedeva la gente ebrea come categoria sociale separata dagli altri
tedeschi.
Uno sforzo enorme è stato consumato dai Nazisti per segregare
le loro vittime socialmente e geograficamente. La gente è
stata sradicata dai loro ambienti per essere collocata nei ghetti,
inoltre la loro identità e la loro cittadinanza è
stata distrutta per poter creare questa astrazione. Il risultato
voluto era la definizione di un nuovo grande ed astratto segmento
di popolazione, una categoria sociale estratta e straniera, definita
geometricamente dalla residenza nel ghetto, senza un legame legale
o sociale con il resto della nazione tedesca. Una volta che questa
fase (la definizione di una categoria sociale astratta) fu realizzata,
il passo succesivo era soltanto un punto tecnico al fine dell'attuazione
della distruzzione fisica di quel gruppo sociale. Si noti come anche
altri aspetti del modernismo, molto cari agli architetti, quali
la produzione di massa, la meccanizzazione, l'efficienza, la modularità
e la funzionalità hanno svolto un ruolo importante nell'attuazione
"della soluzione finale" [6].
Ora che gli storici del'Olocausto hanno identificato l'astrazione
come presupposto necessario per il genocidio, il fenomeno è
facile da riconoscere in altre atrocità. In quasi ogni caso
che è stato studiato, prima e dopo la seconda guerra mondiale,
il preludio agli assassini di massa è l'astrazione del gruppo
sociale a cui appartengono le vittime -- come categoria sociale
a cui viene strappata la propria umanità, e considerati come
elementi estranei da chi perpetra il genocidio. Se le atrocità
sono dirette dallo Stato, così come è spesso accaduto,
allora la campagna ufficiale di propaganda è puntata sulla
rimozione di tutte le tracce possibili dell'esistenza specifica
di quella classe sociale; è proibito menzionare la propria
individualità per le persone che appartengono a quella categoria
sociale. Soltanto seguendo questa astrazione si può intrappolare
il resto della popolazione in un moto che li trasforma in complici
nel commettere atti orribili.
Da queste conclusioni, otteniamo una comprensione migliore della
dicotomia fra le astrazioni riduttive da un lato, e il rispetto
per i sistemi complessi dall'altro. Il primo è il nemico
del secondo. Tutta la filosofia che elimina ogni specifico bisogno
umano dalle proprie considerazioni comporta una automatica comunanza
con gli eventi distruttivi quali l'Olocausto. Questa è una
similitudine matematica: quando le più piccole scale di un
sistema complesso sono eliminate, allora il sistema è distrutto.
Abbiamo sostenuto attraverso questa lunga dissertazione che il fondamentalismo
geometrico in architettura appartiene essenzialmete a questo tipo
di ideologia distruttiva.
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